La corona di ferro - Alessandro Blasetti, 1941

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Premetto che conoscevo solo di nome il regista Blasetti, mia ignoranza, però non mi sembra che i suoi film passino molto in tv. Ho avuto modo grazie al solito “fidato amico” di noi tutti di recuperare La cena delle beffe e La corona di ferro. Entrambi mi sono piaciuti, ma quest’ultimo è stato un colpo di fulmine. Da non amante del genere fantasy, stile Signore degli anelli, non solo questo mi è piaciuto moltissimo ma si mangia tranquillamente quelli odierni. A partire da un magnifico bianco e nero e una scenografia spettacolare, una favola che riunisce una variegata molteplicità di personaggi (c’è anche il prototipo che secondo me ha ispirato Walt Disney nel Robin Hood, avete presente il rapporto fra il re leone e il consigliere serpente, idem accade col re Gino Cervi e un suo servo, quando l’ho visto mi sono scompisciato dal ridere :mrgreen: ). Cosa darei per un’edizione in dvd restaurata che risalti la bellezza del b/n. Peccato che Blasetti non si sia più cimentato con film di questo genere che credo possa costituire un unicum in tutto il panorama del cinema italiano.

Blasetti, che gran personaggio, proprio in questo periodo sto cercando di recuperare la sua filmografia e quella di Mario Camerini, un altro grande del cinema italiano.
Capiti a fagiolo, così ti posso riportare pure il giudizio di Freda su Blasetti e sulla Corona di ferro (mo’ riempio il forum di pensieri frediani eheheh):
“Non si può dire che la Corona di ferro fosse un film fantastico. Non è un film definito, non è un film mitologico né una grossa ricostruzione mitica sul tipo dei Nibelunghi di Lang. Non ho mai capito bene cosa volesse fare Blasetti , e non so se lo sapeva nemmeno lui. Blasetti ha sempre avuto idee poco chiare, ha avuto molti meriti da un punto di vista spettacolare, ma gli mancava la chiarezza del racconto, che nel cinema è sempre cosa essenziale. O un film lo si può seguire letteralmente, nei minimi particolari, o ci si perde e non ci si può emozionare…”
Tu che hai visto la corona di ferro, condividi questo pensiero? sono curioso, anche poi di vedermi il film…che non ho mai visto :frowning:

Come vi invidio: voi scoprite adesso questa roba e potete ancora emozionarvi… “La corona di ferro” è il primo film di genere italiano: tutto è nato da lì.

Come vi invidio: voi scoprite adesso questa roba e potete ancora emozionarvi… “La corona di ferro” è, in un certo senso, il primo film di genere italiano: tutto è nato da lì.

Diciamo che non lo scopro ora: è che, azz, non l’ho mai visto…:mad: :mad: :mad: :mad:

Che differenza c’è? :slight_smile:

Nessuna in effetti. Sono quelle cose che leggi, su cui ti documenti, e dici:
me lo devo vedere…e poi rimangono lì :slight_smile: :wink:
L’ignoranza dell’oggetto film è identica :smiley:

In questo film Osvaldo Valenti è uno dei cattivi più memorabili di tutti i tempi.
E c’è anche un cameo di Primo Carnera…

mmh…posso essere partecipe pure io della…ehm…visione? :slight_smile: :wink:

Spandi il sapere di Freda, penso che farai tutti felici, il topic che hai aperto in GENTE DI RISPETTO è molto interessante :smiley: :wink:

Condivido il fatto che non sia facilmente classificabile, è una macedonia di generi, però non sono d’accordo sul fatto che Blasetti non avesse le idee chiare su questo film. Da quello che leggo sembra che Freda trovi un difetto la non classificabilità del film, una poca chiarezza di idee, mentre per me è uno, ma non il solo, dei pregi di questo film (non mi è parso un pourpurri senza senso). Anche perchè ha anticipato molto cinema contemporaneo. La mia comunque non vuol essere una critica a Freda che avrà avuto i suoi buoni motivi per dire quello che ha detto. Oltretutto non conosco il cinema di Blasetti a fondo e tanto meno conosco Blasetti persona. L’unico consiglio che ti posso dare e di vederlo e giudicare con i tuoi occhi. Di sicuro non lascia indifferenti specialmente se pensi che è del '41.

In effetti scoprire film, meritevoli come questo, che per una ragione o per l’altra non si sono mai visti è una vera goduria. :-p

Azz, lamadama, infine sono riuscito a trovarlo il film, nei prossimi giorni me lo vedrò, poi ne dibatteremo più avanti!
Sto recuperando anche altri Blasetti (la cena delle beffe, io e gli altri ecc.).
Se ti interessa sono qui! :slight_smile: :wink:

Appena l’hai visto ne riparliamo. :wink: Io per ora sono fermo alla corona di ferro e alla cena delle beffe, entrambi ottimi.

Vi consiglio “Quattro passi fra le nuvole”, girato benissimo e “anticipatore del neorealismo” (come si diceva una volta).

Mo’ me signo pure questo: con tutti 'sti film di Blasetti da vedere mi sa che mi tocca prendere 2 settimane di ferie, fare una buona scorta alimentare, sul modello post-atomico, munirmi di buona compagnia …ehm…e accendere la TV . Finita la maratona Blasetti, passerò a Camerini, poi a Matarazzo…per finire nel melodramma…non quello di Matarazzo, quello del mio licenziamento per assenteismo :rolleyes:

Era in lista prima o poi lo recupero. Ho visto il remake di Soldati del '57 Era di Venerdì 17. Curioso a 15 anni di distanza hanno ritenuto di dover rifare un film che immagino non abbia aggiunto molto rispetto al precedente. Comunque non posso giudicare mancandomi l’originale.

Complice il blocco del traffico, domenica pomeriggio ho organizzato una “retrospettiva” casalinga su Alessandro Blasetti, vedendo nell’ordine:
1)LA CORONA DI FERRO
2)LA CENA DELLE BEFFE
3)QUATTRO PASSI FRA LE NUVOLE.

Ebbene, il genio registico di Blasetti, peraltro sempre giustamente considerato tale sui libri di cinema, debbo dire che è enorme. La visione dei suoi film è un’esperienza quasi mistica. Sono uno più bello dell’altro.
Tutti e 3 i film sono montati da Mario Serandrei (I tre volti della paura di Bava, ad esempio), e Blasetti ha come assistente alla regia Lionello De Felice.

  1. Indubbiamente Freda, nei suoi sferzanti giudizi su questo film e su Blasetti, si è sbagliato (e qui parla un frediano!). Anzi, Freda deve moltissimo a Blasetti. Il film è una grandiosa saga di leggende nordiche e mediterranee, con una trama assolutamente coerente e avvincente (sceneggiata tra gli altri dal grande Renato Castellani).
    Le scenografie di Virginio Marchi del palazzo di Kindaor sono eccezionali, così come le scene del torneo dove in palio vi è la mano della figlia del re.
    Davvero divertente l’intercalare dello smagliante Gino Cervi:“Bestia!” rivolto ai suoi “sottomessi”. Splendida la Ferida nella parte della cattivissima Kavaora.
    Vedere anche Primo Carnera recitare nella parte di una specie di Maciste tontolone non è male.
    Blasetti con questo film rinverdisce e suggella la grandiosità delle produzioni storiche della scuola cinematografica italiana (Quo Vadis di Guazzoni, Cabiria di Pastrone, Spartaco…ecc.ecc.).
    Il film è dichiaratamente pacifista, e questo dimostra il coraggio di Blasetti (fu proiettato in piena Guerra Mondiale). Alla prima del film era presente il ministro della propaganda nazista Joseph Goebbels (su Brunetta, Cent’anni di cinema italiano, trovate la foto).
    2)Questo film è quello che mi ha affascinato di più. Un mix incredibile di morbosità e cattiveria…La trama, che narra della vendetta di Giannetto Malespini (interpretato dal cattivissimo Osvaldo Valenti) su Neri Chiaramantesi (un prestante Amedeo Nazzari), è secondo me, molto più anticipatrice e “fondativa” per il cinema di genere del precedente film. Tutti gli elementi (sadismo, morbosità, erotismo) che snocciola questo capolavoro sono infatti poi ingredenti che ritroveremo nei “nostri film”…solo che qui sono datati 1941 (in pieno regime fascista, tra l’altro). Fantastico il finale…di cui non anticipo nulla. Splendida Clara Calamai, qui per la prima volta a seno nudo nel cinema italiano (tra l’altro le sue “grazie” sono chiaramente visibili sono un trasparentissimo vestito per tutto il film)…Quando la vediamo in Profondo rosso, ricordiamoci di lei nel film di Blasetti!
    3)Nei suoi film Blasetti ha sempre anticipato, anzi creato o ricreato un genere: come giustamente ha detto A.N., questo film anticipa il neorealismo. E’ una storia “semplice”, una vera e propria commedia degli equivoci. Da vedere anche questo.

Un’ultima considerazione, sulla coppia di attori Luisa Ferida e Osvaldo Valenti:
che tristezza la loro fine, una macchia indelebile nella storia del movimento partigiano italiano. Nel '45 i due furono trucidati da partigiani comunisti, per la loro precedente adesione alla Repubblica di Salò. Sottolineo che Gian Piero Brunetta, nella storia del cinema italiano, non ne fa nemmeno menzione…

Eh, fosse l’unica macchia…

C’è un bel libro di Gianpaolo Pansa sull’argomento…

Infatti. Altrimenti, Vasco Pratolini, Un Eroe Del Nostro Tempo.