La grande bellezza - Paolo Sorrentino, 2013

Con Toni Servillo, Carlo Verdone, Sabrina Ferilli, Carlo Buccirosso, Pamela Villoresi, Roberto Herlitzka, Iaia Forte, Galatea Ranzi, Isabella Ferrari, Giorgio Pasotti, Serena Grandi, Massimo Popolizio, Dario Cantarelli


Scheda MYmovies
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L’ultimo di Sorrentino secondo me è un grandissimo film. Ambizioso, lungo (140 minuti), pieno di personaggi e situazioni che si susseguono, è un feroce ritratto di una certa sotto-sottocultura del vivere dei salotti buoni (romani), ma è anche molto altro. Bellissimo da vedere, lo è anche da ascoltare. Ed è pieno di figa come pochi altri film italiani, diciamolo. Troppi gli attori che andrebbero menzionati: certo, Servillo si prende la scena in modo pazzesco fin dalla sua prima inquadratura, e non la molla più fino alla fine, ma tanti altri sono al suo livello. Molto piacevole per me rivedere Pamela Villoresi, ancora molto bella. E c’è anche Aldo Ralli! :smiley:

Nel film si ride e sorride parecchio, ma complessivamente resta un film piuttosto cupo. Per me merita una seconda visione.
Da notare che Marco Giusti ha semi-stroncato il film sul sito di D’Agostino sul quale scrive, dicendo in sostanza che la Roma dei salotti vip non è così come ce la descrive Sorrentino. Come se la cosa importasse a qualcuno… mah.

Messa così direi che Giusti non capisce la differenza tra documentario e cinema. Il film è nella mia lista di prossime visioni. Si sa qualcosa sulle imminente edizioni home video?

Visto ieri con Renato, più che un film Sorrentino costruisce un susseguirsi di affreschi degni delle Gallerie Vaticane. Non ricordo una sola inquadratura banale, luci e fotografia strepitose. Tecnicamente sublime. Sorrentino e Servillo danno vita ad un altro dei personaggi che ricorderemo a lungo della loro galleria, Jep Gambardella è un giornalista, ex scrittore (in realtà scrisse solo un romanzo giovanile), che per sua stessa definizione è diventato il “Re della mondanità” romana. Cinico, asciutto, disincantato, sprizza fascino da ogni gesto che misura con attenzione maniacale. Dotato di una favella napoletaneggiante e un po’ strascicata, riesce in 30 secondi a distruggerti (e ne è un perfetto esempio la demolizione della scrittrice pseudo sinistroide in terrazza o l’intervista all’artista iperalternativa), o con una sua recensione o consiglio può mandarti in Paradiso.
Il resto del cast è davvero in stato di grazia, da Verdone alla Ferilli, fino alle piccole parti (ma in realtà non esistono “piccole” parti in questo film) di Serena Grandi (devastata porella) e Massimo Popolizio. Per me Sorrentino rimane con Garrone il meglio del cinema italiano attuale, e la coppia Sorrentino/Servillo qualcosa che ricorderemo nei secoli dei secoli. Non vedo già l’ora di rivederlo.

Assolutamente si, grandiosi. E’ forse inevitabile che i registi italiani li prendano ad esempio, come accennavo nel topic di Viva la libertà. E comunque ne son nati ottimi film, come La ragazza del lago, Una vita tranquilla, il gioiellino, Gorbaciof…
Sta accadendo quello che successe con il neorealismo, con la commedia ecc. speriamo che però la cosa non prenda una piega da “maniera”…

Fremo dalla voglia di vederlo sto film.

Concordo in linea di massima con Renato e Venticello. Ma prima di scrivere un giudizio più dettagliato avrei bisogno di rivederlo, sia perché l’ho visto appena uscito (quindi ormai un po’ di tempo fa) sia perché lo ritengo un film che non può essere giudicato solamente dopo una sola visione ma che necessità di ulteriori approfondimenti.

Risibili le critiche di Giusti, come anche quelle di altri critici che hanno subito messo in mezzo il Fellini de “La dolce vita”: lo stile di Sorrentino infatti è totalmente differente da quello di Fellini, non solo perché sono passati quasi 60 anni dal film del regista riminese. Peraltro se in Fellini i personaggi in linea di massima erano grotteschi, qui invece risultano molto più “reali”.

Se proprio devo muovere una critica ho trovato, rispetto alle musiche dei film precedenti di Sorrentino, deboluccio lo score originale di Marchitelli. Azzeccatissime invece certe canzoni di repertorio.

Non so se avete notato nei titoli di coda la presenza di alcuni attori, come Giulio Brogi, che alla fine non si vedono nel film. La pellicola infatti è stata decurtata mi sembra di una ventina di minuti per l’uscita nelle sale. Sarebbe molto bello che, almeno nella versione home video in bd, fosse presente anche la versione lunga del film, peraltro presentata in diversi festival. Ma visto che siamo in Italia credo di poter mangiare tranquillo :smiley:

Ecco la scena con Giulio Brogi espunta dalla versione per le sale

//youtu.be/PQgAcsTy0Nk

Piaciuto molto, un film ricchissimo, imperfetto ma davvero di altissima qualità. Il senso visivo e musicale di Sorrentino è assolutamente eccezionale, direi unico nel panorama italiano attuale, specie per i primi favolosi 20 minuti circa. Servillo immenso come spesso (per sua e nostra fortuna) capita, ma pure la Ferilli (le cui tette - ahilei- cominciano ad avvertire i “danni” della forza di gravità. Guardatela quand’è distesa sul letto, e rapidamente se le copre. Del resto, significa pure che è tutta “ciccia” naturale…) è forse alla prova migliore della sua carriera, finalmente lontana dalle dannose (artisticamente) fiction tv. Sorprende anche Pasotti, in un ruolo forse “poco scritto”, ma che riesce a trovare una sua dimensione, credibilità e importanza grazie all’attore. Trashissima (volutamente), e anche alquanto masochista, l’apparizione in un tre scene di Serena Grandi, sfattissima e lontana anni-luce dalla bella passerona carnosa che tutti abbiamo apprezzato (ehmmm…) negli anni '80. Abbastanza irritante invece Verdone, che conferma i suoi grossi limiti come attore: uno stagionato pirlacchione sfigato, il suo personaggio. Ma che per COLPA dell’attore, diventa uno stagionato COGLIONE tout-court. E non parliamo del look appioppatogli: occhialoni e baffetti da scemo. Contento Sorrentino… Comunque, il film avrei voluto vederlo una seconda volta per appprezzare ancora di più certi dettagli, anche narrativi, ma recupererò in home-video. E quella cazzo di giuria a Cannes (presieduta da Spielberg), poteva pure dargli un premio, visti certi “danni” che hanno combinato anche fra le premiazioni principali, segnalando roba di certo meno valida.
P.S. Da segnalare in negativo invece Luca Marinelli come “figlio matto” della Villoresi: una macchietta che pare uscita da una gag de “I soliti idioti” (tipo “Mamma, sono matto e sto col cazzo di fuoriii!”), che per fortuna viene rapidamente liquidata in pochissime scene. Su Aldo Ralli: appare come cardinale, e scambia qualche battuta con Servillo. Altro attore che meritava carriera cinematografica migliore…

Per chi volesse, è disponibile su Amazon la sceneggiatura del film
link

Per chi mi ha chiesto in reputazione (senza firmarsi :mad: ) quando esce il film in dvd: non ne ho la minima idea, del resto sta ancora in sala.

Quindi figurerà nella prossima edizione aggiornata del Dizionario dei film stracult. Non l’ho ancora visto ma in fondo immaginavo la stroncatura di Giusti

…Estremamente lungo, eccessivamente ambizioso, orgogliosamente presuntuoso e un bel po’ fanatico (come diceva Moravia), non sempre aiutato, anzi proprio limitato da una regia troppo presente (ma cosa ci aveva insegnato Rossellini?), e senza poter poggiare su una scrittura di prima grandezza, visto che purtroppo non ci sono più i Flaiano, i Pinelli, i Pasolini di un tempo, “La Grande Bellezza” ha il pregio di osare qualcosa di veramente difficile oggi per il nostro cinema, il grande ritratto corale di una città e di una società in disfacimento. Ma proprio per la sua struttura bozzettistica, cioè la costruzione a piccoli e grandi quadri, a imitazione della “Dolce Vita” felliniana, senza poggiare su una storia maggiore portante, finisce per rimanere intrappolato dalle sue costruzioni geometriche e per dipendere troppo, nella pura pratica della piacevolezza di racconto, dal singolo episodio o dal singolo personaggio. Che non sempre, però, sono così riusciti e riescono a riattivare, ciclicamente, l’interesse per il film. Così finché siamo alle prese con le feste, ben coreografate e riprese da Sorrentino, con lo sballo mondano, con le battutine da sketch, tutto va bene, appena si va in profondità nei dialoghi e nella realtà di certi personaggi e di certe situazioni, vengono fuori molte banalità e trionfa una visione di Roma, delle sue terrazze e dei salotti letterari un po’ da supplemento culturale di “Repubblica” se non da parodia televisiva… Un estratto della recensione di Marco Giusti.

Queste parole scritte da Marco Giusti più le rileggo e più mi lasciano perplesso. Posso ancora capire il discorso sulla scrittura, ma che c’azzecca Rossellini? Cosa ci aveva insegnato, a farci due palle così con i suoi film televisivi su Cartesio e Cosimo de’ Medici? Siamo ancora all’idea di regìa invisibile, di pedinamento degli attori ecc.ecc. dopo 60-70 anni? E tutto questo da un critico che - a chiacchiere - prende le distanze in modo netto dai cosiddetti “vecchi tromboni”, i Kezich Rondi Morandini e compagnia. E invece ogni tanto si dimostra conservatore e settario almeno quanto i suoi colleghi… magari difende il film der Piotta (anche se fa pietà) perché “è coraggioso”, ma critica questo Sorrentino perché è “troppo ambizioso”…

Giusti l’ho visto proprio ieri sera nella puntata di “Stracult” da Venezia. Forse è colpa del caldo, o magari di qualche bicchiere di vino locale di troppo, ma mi è parso discretamente rincoglionito. Oltretutto, porta abbastanza male i suoi 60 anni (e il suo tartagliare ha scassato la minchia: andare da un logopedista, finalmente, noo?!). Ha fatto bene Stefano Disegni a dargli del “spacciatore di cacca”, o qualcosa di simile: Giusti cerca di trovare a tutti i costi qualcosa di decente anche nella robaccia indifendibile. Poi, quando si trova davanti roba di alta qualità, anche coi suoi difetti e imperfezioni (come è appunto il caso del film di Sorrentino), caga il cazzo a tutti i costi. Ora di andare in pensione, dico io, se non vuol diventare DAVVERO un vecchio trombone pure lui…

La Grande Bellezza è il candidato Italiano alla nomination agli Oscar
http://www.lastampa.it/2013/09/25/spettacoli/la-grande-bellezza-candidato-agli-oscar-z6EZZzLYTabNo3OQyyvQPM/pagina.html

Scelta eccellente, ed è un film che può girare il mondo a testa alta, altro che “Cesare deve morire” dell’anno scorso! E potrebbe anche vincere. Mò, come ha detto Sorrentino medesimo, comincerà il “grand tour” di proiezioni, cene e promozione varia del film negli States. Speriamo bene: la candidatura prima e la statuetta poi sarebbero il coronamento ideale per un film con qualche difetto ma di altissimo livello, sia come forma che come contenuti.

Ma no dai, è un film troppo italo-centrico per poter piacere ad un pubblico americano secondo me. Non entrerà mai nella cinquina (o decina?) finale.

Cinquina, cinquina. Massì, magari agli yankee sfuggiranno tante cose legate a certo mondo “tipicamente romano”, ma possono rifarsi occhi e orecchie con la forza visiva del film, e con le prove degli attori. Qualche chance in più, rispetto al film dei Taviani, ce l’ha eccome.
P.S. Pure “Le vite degli altri” (che non ho mai visto, giacchè ha battuto “Il labirinto del fauno”…) si potrebbe definire “troppo germanocentrico”. Eppure l’Oscar se l’è portato a casa. Ma non ho certo bisogno di un film per sapere e/o capire che la Germania Est era una merdata galattica…

Doppio dvd in uscita il 23 ottobre per medusa.

Rivisto ieri al cinema per la seconda volta: credo fosse dai tempi di Eyes wide shut che non mi vedevo un film due volte in sala. Confermo la mia impressione ampiamente positiva, anche stavolta non ho minimamente avvertito la durata di due ore e venti minuti.

Ero io :smiley:
Ho preso il dvd e l’ho visto ieri sera. Pur essendo un fan della prima ora di Sorrentino (basta vedere i miei post precedenti),
devo dire che qui il risultato è piuttosto di maniera: troppi barocchismi tecnici e recitativi. La forma in questo caso prevarica il contenuto. Non è un male, ci mancherebbe, ma alla lunga tutto questo rischia di stancare.
Al film do un giudizio buono, non ottimo. Ci sono grandi cose all’interno del film, sia chiaro. Ma sarà anche poi l’ispirazione felliniana (come si fa a sostenere che non lo è?) a non avermi entusiasmato troppo…

Sorrentino: “La grande bellezza è non dimenticare”.

un estratto

Il prossimo passo è girare il film con Michael Caine, s’intitolerà ‘In the future’", e il regista ha confermato, “Confermo ma non aggiungo altro”, neanche se sarà girato in Italia o negli Stati Uniti. Non è importante

Sorrentino+“nonno” Michael…yuuummmm!! Quando uno prende Sir Caine, va sul sicuro…