Bellissimo film di Steno, con Renato Pozzetto (straordinario, ancora nel suo periodo anni 70, cioé quello in cui era più libero e scorretto come comico), Massimo Ranieri e la sempre bellissima Edwige Fenech.
Il film è, insieme ai Fantozzi e ad alcuni polizieschi, la testimonianza di quegli anni, e il suo punto di forza, secondo me, sta proprio nel parlare di argomenti “bollenti” come: il Comunismo, il Fascimo e, soprattutto, l’Omosessualità.
La regia è un punto fondamentale del film, infatti si tratta del Grande Steno che, con grande classe e senza cadere nella volgarità, ha realizzato un film memorabile. Ma in sceneggiatura Steno poteva trattare l’argomento esternamente, visto che ormai era un uomo di mezza età, infatti troviamo tra gli autori Enrico Vanzina (figlio di Steno) che, essendo all’epoca giovane, era più esperto nell’argomento.
Renato Pozzetto, inutile dirlo, è il vero mattatore del film, fantastico in tutte le scene, specialmente nella sigla surreale, ma anche nei siparietti con i portinai, tra cui Luca Sportelli. La scena della buccia di banana a me ricorda molto la gag fatta da Massimo Boldi l’anno prima in “Io Tigro, Tu Tigri, Egli Tigra”, con la regia dello stesso Renato.
Massimo Ranieri porta molta freschezza al film, non interpreta un personaggio così difficile sopra le righe (come fanno di solito tutti), ma si cala completamente nel personaggio e proprio questo trattare leggermente l’argomento è uno dei punti forti del film.
Edwige Fenech è in uno dei suoi migliori film, diversa dalle Insegnanti, Soldatesse e Dottoresse che faceva all’epoca, ma in un personaggio tutto suo, con una personalità precisa. Infatti Steno la diresse sempre con gran classe anche in altri film, così come poi fece in “Vacanze in America” il figlio Carlo Vanzina.
Il film mi piace anche perché si respira veramente un aria nostalgica degli anni 70, specialmente nelle scene delle feste (matrimonio).
Ovviamente meravigliosa la canzone “Tango Diverso”.