La prima linea - Renato De Maria, 2009

http://www.cinematografo.it/pls/cinematografo/consultazione.redirect?sch=52082

PREMESSO che io questo film lo avrei messo in Italia a mano armata perchè comunque è ambientato in quegli anni… vabè

nella consueta prassi italiana manca una settimana alla sua prima proiezione pubblica, in Italia perlomeno, e già il film ha scatenato un’orda di polemiche “al buio”

i più smaliziati potrebbero credere che sia tutta pubblicità per far andare la gente al cinema, ma pure devo dire che in modo del tutto casuale un annetto fa sono entrato in contatto con persone coinvolte nella produzione e problemi e cazzacci ce ne erano un bel pò già allora, in poche parole il film era a buon punto ma non si sapeva se fosse arrivato alla fine e in che modo, subendo un ritardo dietro l’altro

trattare una storia di terrorismo, per quanto nello specifico nemmeno esageratamente cruenta (il film dovrebbe raccontare dell’evasione organizzata da segio per liberare la sua compagna ronconi - azione che indirettamente causò la morte di un passante per infarto), in italia è ancora abbastanza difficile

ovvio che invece complessivamente la storia di prima linea parecchio cruenta lo fu, ma è anche vero che tra dissociazioni e pentimenti i suoi appartenenti sono credo tutti fuori dal carcere… e allora se si è arrivati al punto di concedere la libertà agli assassini perchè non si può dire anche cosa hanno fatto dal loro punto di vista?

a priori sembrerebbe che la cosa che a me più scogliona (prendere due attoroni di grido come scamarcio e la mezzogiorno come protagonisti) sia quello che fa più “paura”… paura che i gggiovani si identifichino nei loro idoli e li prendano per eroi piuttosto che per assassini quali erano

ma sarà poi così? e se i gggiovani scambiano un assassino per eroe solo perchè è impersonato dal loro attore preferito ma dove andremo a finire? boh

in attesa che il film esca nelle sale (io nonostante tutto voglio proprio andare a vederlo) dai dai facciamo un bel flame :pollanet:

visto iersera, non mi è per niente dispiaciuto, anzi

il film tutto sommato funziona, gli attori sono credibili, scamarcio più della mezzogiorno, anzi tra parentesi sti due si sono imbruttiti per il film o sono proprio imbruttiti?? mah?

c’è qualche insert di azione e di documenti video dell’epoca ma il film è fondamentalmente psicologico e interiore, comunque a parte un paio di momenti il film scorre via molto bene e non è noioso

insomma un capolavoro non è ma si lascia guardare volentieri, non aggiunge niente di nuovo se non il classico racconto di certe vicende da parte di chi ne era coinvolto direttamente, soprattutto sono flash della vita di segio intramezzati con i fatti del lustro più rovente della storia repubblicana italiana

chiosa dovuta a tutte le polemiche che hanno accompagnato questo film

che minchia c’era da polemizzare a riguardo mi sfugge

non c’è esaltazione della violenza, non c’è il tentativo di riscrivere la storia che invece quella è, non vedo come un familiare di una vittima possa sentirsi offeso da un film del genere, anzi, per quello più illustre che è stato alessandrini si spiega il perchè è stato ucciso, semplicemente perchè era un giudice tosto, estremamente bravo nel suo lavoro e che non guardava in faccia a nessuno se non alle tavole della legge… per questo e per tutti gli altri accadimenti l’autocritica di segio è gelida ma feroce

forse costa troppa fatica guardare un film prima di giudicarlo

o forse si è ancora assolutamente convinti che in italia la gente la testa la tiene per spartire le orecchie e non per farsi da soli un’idea di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, senza che sia il regista ad inculcarti necessariamente una morale o senza aspettarla da bruno vespa prima di farsi un’opinione

Rappresentazione piuttosto misera della cronistoria legata a Prima Linea, movimento abbastanza importante all’interno dei vari gruppi eversivi. Con un film per la tv (rai e Sky hanno comunque partecipato) diviso in più parti il racconto sarebbe stato più agevole

Vi è poi il nodo della tesi centrale del film ovvero la presunta nascita del terrorismo ‘rosso’ come contromisura necessaria alle stragi fasciste e la relativa possibilità di un golpe appoggiato dai servizi segreti italiani, una versione edulcorata della vecchia tesi dei ‘compagni che sbagliano’.
L’elaborazione critica dei fatti, esposti dal regista tramite il racconto di Sergio Segio, è solo accennata e quasi di maniera, stretta tra le immagini delle azioni e la storia sentimentale dei due protagosnisti (Segio e la Ronconi). Si sottolinea comunque il non agevole percorso che ha portato alla decisione di uccidere Alessandrini (manca invece l’episodio del giudice Galli) o la frattura ideologica con l’opinione pubblica di riferimento (l’amico che dice a Segio “siete la prima linea di un corteo che non esiste”).
Anche l’assoluta predominanza della ‘lotta’ rispetto ad ogni aspetto della propria vita, anche a discapito degli affetti più profondi, è aspetto giustamente evidenziato dal film

C’è da dire che l’assalto al carcere di Rovigo è stato portato ad esecuzione dai Nuclei comunisti, formazione fondata da Segio dopo lo scioglimento di PL

Susanna Ronconi è stata protagonista di fatti più lievi rispetto a Segio (un concorso in duplice omicidio e altri fatti minori), invece nel film è quasi descritta come irriducibile (tanto che a una compagna di cella adombra la possibilità di restare in carcere a vita)

In parte la Mezzogiorno, lontana dal modello di ‘bellissima’ che aveva destato qualche polemica all’uscita del film

mah

se non ricordo male, che è passato qualche mese, la tesi centrale del protagonista vuole che la nascita del terrorismo rosso sia dovuta in particolare a Piazza Fontana, ovvio che tutti siamo d’accordo sulla scelleratezza e l’ingiustificabilità di una simile deriva, ma è anche vero che la tesi di causa-effetto derivante da Piazza Fontana come capo iniziale del lato peggiore dei favolosi 70’s è abbastanza riconosciuta da tutti indipendentemente dalle posizioni politiche attuali e dell’epoca

in particolare, magari col film c’entra poco e niente, sul finire degli anni 60 ci furono ripetuti segnali di una situazione che poteva degenerare, e così è stato in effetti

davanti a questi segnali si è fatto di tutto e di più, col senno di stra-poi è evidente che la cosa più importante, che era interpretare i segnali che stavano arrivando, non si è minimamente fatta, per miopia ma forse anche per l’interesse di poter ruscare dentro una situazione incandescente

comunque sta di fatto che il sottile filo che lega molti film tra loro anche molto diversi (penso a questo ma anche per dire a Romanzo criminale o Gomorra) è che ti aiuta a comprendere in modo immediato certi meccanismi, perfino un pò a fare tesoro dei disastri passati per provare a evitarne di futuri

fatto sta che una società matura dovrebbe dare voce e persino invogliare a parlare gli sconfitti e quelli dalla parte del torto per agevolare questo percorso, una società che ha paura di sè stessa cerca di tappargli la bocca

ho visto questo film quando è uscito al cinema…beh, la trama si segue pure, ma il film è pieno di falle, di buchi e ricco di superficialità…chi non conosce i fatti su Prima Linea potrebbe non capire il perchè questi giovani abbiano fatto tutto 'sto bordello…
Scamarcio inespressivo dall’inizio alla fine del film…

L’origine dell’estremismo ‘rosso’ è probabilmente più complessa rispetto all’espediente introduttivo utilizzato nel film. Del resto Prima Linea si consolida ne ''76, diversi anni dopo la strage di Piazza Fontana. L’ipotesi del golpe nero era comunque diffusa, non solo nei GAP di Feltrinelli: dubito però che fu la causa principale della deriva terroristica, specie per la marginalità delle formazioni di estrema destra

Segio si è detto poco soddisfatto del risultato del film, anzi lo ha apertamente criticato (il film si basa anche sul libro di Segio, Miccia corta)

Si si, so quanto sia complicato, l’estremismo rosso, mi ci documento da tantissimi anni ed è per questo che trovo il tutto superficiale. per quanto riguarda Sergio Segio, logico, ha solo tirato l’acqua al suo mulino…

Piazza fontana è stato il prologo, ma non certo un caso isolato nel panorama italiano tra fine '60 e inizio '70; a parte le altre stragi e lo stillicidio di attentati che sono seguiti penso siano state anche solo le vicende di politica quotidiana a fare scattare certi meccanismi dentro una generazione che si è nutrita di impegno e passione politica (a prescindere dal colore) ancora più che di aria.

Ad ogni modo se da un lato probabilmente non ci sarà mai un “elenco” dei reponsabili di Piazza fontana proprio perchè è impossibile stilarne uno anche se tutti si mettessero a disposizione per scrivere la verità, dall’altro lato penso sia pacifico che il fine della strage, in quel particolare momento storico, non potesse che essere provare a dare una svolta autoritaria con un colpo di stato o perlomeno preparare il terreno per provarci, peraltro praticamente tutti i paesi dell’europa meridionale, dalla spagna al portogallo alla grecia, si trovavano in quella condizione.

L’estrema destra era senz’altro marginale rispetto all’estrema sinistra, ma numericamente non trascurabile con molte cellule armate fino ai denti sparse un pò in tutta italia e disposte a tutto, soprattutto a essere il terminale operativo di interessi molto vicini ai propri ideali giusti o sbagliati che fossero.

Ovvio infine che comprimere una storia complessa come quella di prima linea dentro un’ora e mezzo di film costringe a veleggiare in superficie… ma neanche penso che la televisione italiana sia pronta ancora ad affrontare una storia simile

Sono d’accordo con te, lo so che l’argomento è vasto e cavilloso, ma non è una giustificazione per fare un film abbastanza mediocre come questo…

certo che la scritta finale “ora sono impegnati nel volontariato” sa un pò di presa pel culo e potevano risparmiarsela. poi sarò mezzo sordo io ma ho faticato a seguire metà dialoghi del film parlati fra lei e lui a bassa voce. scamarcio al solito debole protagonista mentre la mezzogiorno, bruttina, antipatica, isterica e sguardo da matta - bè, forse esagero, manco fosse asia argento -, nella parte della estremista rossa risulta più credibile. sufficiente.

Mortifero, una specie di cappa opprimente da cui si esce giusto nella bella scena in cui Sergio rivede l’amico di gioventù. Dimenticabile la prova di Scamarcio. Meglio la Mezzogiorno che tira fuori quel suo lato un pò inquietante, già mostrato nella scenata da incubo de “L’ultimo bacio”.
Non capisco l’impostazione: perchè voler indagare il privato di codesti terroristi, quando per loro stessa scelta e ammissione l’umanità è stata messa da parte? Sarebbe più coerente partire dalle loro azioni “militari” e mostrare gli ammazzamenti, in questo senso un ottimo film di genere sarebbe più onesto di una dimessa ricostruzione fatta col bilancino.

Un vezzo di diversi attori italiani, sussurrare battute che arrivano fatalmente smozzicate allo spettatore. Hai ragione, è insopportabile.

Io come al solito, andrò controcorrente, però il film mi è piaciuto molto e mi spiace non averlo visto al cinema( ho notato pure io i dialoghi " bassi " !), di sicuro me lo sarei goduto meglio…premettendo che lo avevo già visto in dvd, che posseggo, e poi forse non qui, ma Scamarcio trovo che stia migliorando sempre di piu’ come attore… la Mezzogiorno, al contrario non l’ho vista molto “nella parte”…comunque per me è promosso a pieni voti!!! :wink:

//youtu.be/yuXN0_gbwZo

L’ho recuperato in questi giorni su Sky, e devo dire che mi ha discretamente deluso. Soprassedendo sulla pochezza di Scamarcio come attore, purtroppo tutta la storia è piuttosto tirata via, troppo incentrata sulla storia d’amore tra i due protagonisti e molto meno attenta al contesto storico, liquidato come al solito da qualche inserto di TG d’epoca. Ora uno può pensarla come crede, ma la storia è storia, non si può sempre avere paura di metterla in scena, da una parte o dall’altra, non si può lasciarla sempre in sottofondo per non turbare troppo lo spettatore. Forse ha ragione Mark che un prodotto televisivo più allungato avrebbe agevolato la narrazione, ma mi domando se mai ci sarà il coraggio di portare sullo schermo un prodotto che non si limita a sbocconcellare la storia, ma la rappresenti, sotto il punto di vista di chi scriverà la sceneggiatura, del regista, chissenefrega, allo spettatore trarre poi delle conclusioni, ma che si abbia il coraggio di andare fino in fondo. Come mi piacerebbe che qualcuno avesse finalmente il coraggio di mettere su pellicola anche qualche storia di terrorismo nero, uscendo però dai soliti clichè di buoni contro cattivi, in fondo questi ragazzi avevano molto in comune seppur combattessero su barricate diverse. Mi viene da pensare, chissà come tratterebbero l’argomento gli ammmericani se avessero avuto in casa un fenomeno come il terrorismo nostrano…

Lo vidi al cinema ai tempi dell’uscita ed ebbi grosso modo la tua stessa impressione di superficialità, senza contare il difetto di esser sbilanciato troppo sulla storia d’amore e la pochezza delle interpretazioni.

Se lo avessero avuto e lo avessero trattato come ha trattato John Frankenheimer il nostro terrorismo nel suo ignobile “L’anno del terrore” probabilmente faresti meglio a non farti venire più pensieri del genere :smiley:

L’ho visto su Sky e l’ho trovato parecchio brutto.
Non c’è un’interpretazione che si avvicini (anche solo lontanamente) al mio concetto di “decenza”, tutti gli attori sono per me di un’inadeguatezza e di una cagneria esemplare. Non ce n’è uno che non ti faccia pesare il fatto che sta recitando, non si sente una sola battuta che ti possa sembrare naturale. E poi concordo con chi si lamenta dell’orrido (e insensato) vezzo di sussurrare le battute. Terribile Scamarcio anche quando fa la voce off e legge sbagliando tutte le pause. Ma non c’era nessuno a dirgli “Hey, guarda che hai fatto una pausa dove non dovevi metterla e spezzi la frase senza motivo”?
Concordo anche sull’abbruttimento della coppia di protagonisti che alla fine danno soprattutto una sensazione di scarsa igiene (giuro, mi hanno dato quell’impressione… quella di gente che non si lava… forse era richiesto dai personaggi, boh…).

Registicamente l’ho trovato brutto forte, con una fotografia triste e squallida, una ricostruzione d’epoca che si limita a mettere sempre le stesse macchine parcheggiate nelle strade delle scene degli esterni e con una struttura che non mi ha convinto.

Bocciatissimo per i miei gusti, la cosa migliore, per me, sono le scene di repertorio.

Premesso che mi fa sempre piacere quando il cinema italiano affronta i temi veri del nostro passato, come in questo caso, devo dire che il film mi è parso molto deludente.

Intanto partire con cinque minuti di spiegone su immagini di repertorio commentate da Scamarcio mi pare una scelta più da programma di raistoria che non da pellicola cinematografica, ma vabbé… il grosso problema del film secondo me sono le interpretazioni, come già ha scritto Giorgio. Penso che questo De Maria, in quanto a direzione degli attori, sia davvero lontano anni luce da una pretesa di realismo anche minimo. Non ci si crede davvero mai, si vedono solo degli attori che leggono delle battute. Questo non è cinema.

E poi 'ste cazzo di battute sussurrate (anche questo lo avete fatto notare in diversi) non possono non irritare lo spettatore, altra scelta demenziale.

E le leggono MALE.
Non c’è un solo momento in cui uno vedendo una scena possa dire che sembra una scena autentica. Tutto posticcio, gli attori che ripetono meccanicamente le battute, senza intonazione, senza emozione, senza convinzione. Il montaggio dei dialoghi non aiuta ma il problema è proprio che gli attori non sono praticamente diretti e il fatto che non siano certo grandi attori rende il tutto più desolante.

E poi comunque è scandaloso che Scamarcio non sia capace non dico di recitare ma di LEGGERE delle battute.
Nel film c’è un sacco di voce off (tutta sua) e visto il modo in cui legge sembra uno straniero o un bambino delle elementari che sta imparando a leggere.

E non sto esagerando, guardate il film se non ci credete e fateci attenzione. È una cosa assurda, spezza le frasi a caso, legge male, sbaglia l’intonazione.
Una roba vergognosa.

Ti segnalo Scamarcio nominato come miglior attore protagonista ai nastri d’argento del 2010… ma vinse Elio Germano (mecojoni).

Prendete un film come “la banda Baader Meinhof” e poi lo affiancate a “La prima Linea” basterebbe questo semplicissimo confronto per buttare il film nostrano nella spazzatura.

Non c’è molto da disquisire, è un fil brutto e malrecitato: eppure la materia prima non sarebbe mancata…

Bingo! E’ un po’ lo stesso parallelismo di differenza qualitativa che intercorre tra Romanzo Criminale - La serie di Sollima e Romanzo Criminale di Placido… anche se quest’ultimo ammetto sia, almeno per via del budget maggiore, un pelino meglio del film di De Maria :smiley: