questo film anticipa venti anni successivi di cinema giallo-thriller, non solo argentiano.
di dario argento anticipa quasi tutto: la soggettiva dell’assassino (anche se qui non realizzata con macchina a spalla), la clara calamai di profondo rosso (qui perfettamente codificata da valentina cortese), il rapporto hemmings-nicolodi di profondo rosso (qui saxon-roman, con piccoli scontri buffi tra i due e abilità maldestre nell’indagine), l’investigatore che chiama il protagonista al telefono preannunciando di aver scovato una traccia fondamentale ma poi… (qui è dante di paolo, in “4 mosche” jean pierre marielle), la scoperta fuorviante nel prefinale molto simile a quella de l’uccello…, la gag della difficoltà di comunicazione per il rumore d’ambiente (qui la tipografia di un giornale, in profondo rosso un bar), l’ambientazione al coppedè, inquadrature di inferno ecc. ecc.