L’horror del momento (ok, di un paio di settimane fa), si rifà senza dichiararlo alle creepypasta (storie horror anonime e memabili, per i meno bimbiminkia) del genere “lost episode”, tipo “ho trovato una cassetta dei Simpson in cui c’è Bart che muore”. Si svolge interamente all’interno di un set televisivo in cui assistiamo in tempo reale a una puntata di un talk show con possessione satanica.
A parte la povertà che può pure fare simpatia e il sempre apprezzabile David Dastmalchian finalmente in un ruolo da protagonista, l’ho trovato una cazzata: novità zero e il colpo di scena si capisce già dal prologo. Ditemi se sono sbagliato io, perché su internet si trovano solo recensioni positive che addirittura esaltano l’imprevedibile twist finale.
Siamo sbagliati almeno in due.
Mi ha annoiato a morte, 90 minuti mi sono sembrati il doppio.
Non l’ho trovato brutto ma piuttosto insignificante.
E raramente sono così lapidario nei miei giudizi.
Infatti sto andando a capo a ogni frase per allungare il post.
Così.
Per ora nada audio italiano, sorry. Visto su Shudder, a casa di un amico che è abbonato: divertente, alla lunga il giochino del mockumentary si perde un po’ in incongruenze narrative ma tutto sommato un discreto horror. Non il miracolo osannato da molti a mio avviso, ma dignitosissimo “prodotto medio” per noi fans.
A me più che altro ha ricordato un racconto horror di Dan Simmons ambientato in uno studio televisivo, Vanni Fucci è vivo e sta all’Inferno si intitolava.
Lo lessi anch’io, anni fa. Racconto contenuto nel volume antologico “Visioni della notte”. E infatti, quando ho sentito parlare di questo film, ho pensato “L’idea è bella, ma non mi suona nuova…”.
sebbene a scoppio ritardatissimo posso straconfermare che il film (visto l’estate scorsa) è una sorta di criptoremake for dummies o di figliastro sciocchino di historia de lo oculto, scremato però delle non lievi risonanze politiche, che è forse a sua volta tratto o ispirato (d)al racconto di cui dite. un altro ovvio riferimento mi sembra tutto il mediatico satanic panic scatenato dall’incredibile caso di michelle remembers, sul quale esiste anche un buon documentario, satan wants you, il cui implemento consiglio. ma ci sono anche occhieggiamenti a lavey e a tutta la controcultura esoterica del periodo, al notevole antrum e (vedi qualificativo precedente) halloween III.
detto questo, l’idea della tv come metafora di satana è tutt’altro che appena uscita dal frigo, ma a me il film ha divertito un botto e ho trovato sagace per toni e controllo formale l’approccio filologico con la stand up comedy dei tardi anni 70. e che dire della neo linda blair (witch project) ingrid torelli. applausi, solo applausi.