Le dinamiche del doppiaggio in Italia

Il grande assente nei vostri ultimi post è Pino Locchi. Io personalmente lo preferisco - o almeno lo metto alla pari - rispetto a Rinaldi. Come pensare a tutti gli agenti segreti (007 in testa, ovviamente), ai vari francesi (Belmondo, Pellegrin, Périer, ecc. ecc.) e a innumerevoli altri senza la sua voce calda e virile (come diceva una vecchia enciclopedia del cinema)?

Un altro che non avete mai citato è Ferruccio Amendola, forse il doppiatore italiano più controverso di tutti. Probabilmente hanno esagerato affidandogli tutti i “big four” americani (De Niro, Hoffman, Pacino, Stallone), cosa che ha creato un certa sovraesposizione, anche se secondo me le grandi distribuzioni Usa gli hanno fatto un torto immeritato togliendogli negli ultimi anni i doppiaggi di quegli attori.

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Beh, negli ultimi anni aveva problemi con la dentiera e in Daylight si sente abbastanza bene.

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Il punto è che non tutti quegli attori avevano quel tipo di voce. Questo ha portato il pubblico a pensare che chiunque per ricoprire un determinato ruolo dovesse avere quella voce e anche questo è sbagliato. Locchi, che cominciò da bambino come Amendola, aveva una voce bellissima ma non era duttile quanto Rinaldi. A proposito di quest’ultimo sapete che in un paio di film di quei pochissimi che ha fatto venne doppiato?
Altro doppiatore che non è stato ancora nominato è Luciano De Ambrosis anche lui attore bambino protagonista di I bambini ci guardano (con Emilio Cigoli!).

@A_N
Ancora non hai rivelato qual è il film in cui Amedeo Nazzari venne doppiato.

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Su Locchi, poco da dire, molto da lodare : ha valorizzato un Sean Connery come nessun altro. Conosco signore, non giovanissime, grandi ammiratrici dello scozzese, che rimasero perplesse e alquanto deluse, quando sentirono per la prima volta la sua vera voce. Sfortunatamente, Locchi esteticamente era un ometto piccino, con spalle strette e la faccia insignificante. Rammento una foto, degli anni '70, di lui e Connery insieme : gli arrivava a malapena al torace. Insomma, una bella sfiga : voce seducente, presenza fisica nulla… :open_mouth::roll_eyes:

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Esattamente!!! :ok_hand::ok_hand::ok_hand:Grazie, Frank… :kiss:

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Non capisco una cosa però, non credo che Palmer avesse un potere contrattuale così forte da poter pretendere qualcosa. Voglio dire, Fabio Testi che era sempre doppiato era così perché lui si voleva fare doppiare. Se in quel periodo avesse detto ‘mi voglio doppiare da solo’ nessuno avrebbe potuto dirgli nulla perché era lui che attraeva la gente al cinema, non il suo doppiatore. Chiunque esso fosse. Ecco perché dico che ai doppiatori fu dato troppo potere. Ovviamente mi riferisco sempre ai doppiaggi su attori italiani. Pensare che Testi, che effettivamente non perse mai del tutto il suo accento veneto, ha recitato spesso in inglese ma anche in francese eppure in quei casi non si sente nessun accento. E soprattutto non veniva doppiato.

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Connery aveva una voce calda e profonda in linea con la sua mascolinità. Non capisco per quale ragione rimasero deluse.

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Il problema , non era la virilità della sua voce. Ma il suo cadere, spesso, sulle “s”. Che diventavano quasi sempre “sh”. Un po’, per accento suo, un po’, per lieve difetto congenito. Infatti in Gran Bretagna, fra lui e il suo amico Michael Caine (e relativa, sfacciata cadenza cockney), i pub erano pieni di avventori ottenebrati all’alcol che si divertivano a imitarli. Ma anche quella, se vogliamo, era una forma di ammirazione e lusinga… :heart_eyes::ok_hand::grin:

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Devo dissentire anche io sulla Simoneschi, ho potuto godere giusto giorni fà del suo doppiaggio di Gene Tierney nel bel Il segreto di una donna/Whirlpool di Preminger, con uno straordinario Cigoli che di nuovo doppia il cattivo di turno un fantastico Josè Ferrer e De Angelis che doppia Richard Conte, doppiaggio che non avevo ancora avuto il piacere di ascoltare (la prima volta che lo vidi avevo solo la copia in lingua originale).

Mi piacerebbe anche citare doppiatori a mio avviso mal sfruttati, uno per esempio Mario Manstria che si può sentire ovunque ma sempre in piccoli ruoli di contorno.

O Arturo Dominici il papà di una delle mie favorite Germana Dominici.

E per citare le signore Flaminia Jandolo, straordinaria nei personaggi ambigui, una voce veramente particolarissima.

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per me un grande dimenticato è gianni giuliano, che ha compiuto il miracolo di scavalcare la prestazione di lydon in copkiller (uno dei rari film che preferisco di gran lunga nella versione doppiata anziché in originale), ispessendo e intorbidendo ancor di più il personaggio con la sua nuance timbrica malaticcia. fu anche una delle primissime voci di braccio di ferro e la voce di capitan harlock.

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Ragazzi voi potete stare a dissentire tutto quello che volete e io vi porto il massimo rispetto, ma secondo me quelle doppiatrici avevano la voce da vecchie anche quando erano giovani. Non dico che fossero più brave, dico semplicemente che recitavano in maniera diversa. Sto parlando delle attrici americane, ovviamente.

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Mi torna in mente la grande Valentina Cortese che in “effetto notte” propone a Truffaut di recitare pronunciando numeri e lui risponde che non è possibile perché in Francia si usa la presa diretta.
Tra le tante motivazioni, può esserci anche il fatto (piccolo, mi rendo conto e restando in àmbiti nazionali) della scarsa qualità della presa diretta?

Poi ricordo un’intervista-fiume a Malaspina in cui andava a toccarla piano anche sull’argomento doppiaggio/doppiatori

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Gianni Giuliano è ancora attivo, ci mancherebbe!! Classe 1949, ha cominciato alla grande nel 1969, doppiando il protagonista di “Fellini satyricon”. Tanto cinema, e ancora più tv. Per noi fan dei Simpson, resta innanzitutto LA voce di Telespalla Bob. La più divertente e azzeccata. Negli ultimi mesi, in sala, ho avuto il piacere di sentirlo nei film di Nolan, Scorsese e Scott. E a dispetto delle 74 primavere, la sua voce è ancora chiara e limpida, senza incrinature. Proprio come mezzo secolo fa… :heart::clinking_glasses::sunglasses:

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Io tempo fa ho incontrato Sandro Acerbo. Nonostante le sue oltre 60 primavere ha conservato ancora la voce di un trentenne. Infatti gli chiesi di dirmi ‘Salve, sono Patrick Jane’. Certo, non è affascinante come Simon Baker, ma la voce è di quella a cui non si resiste. D’altra parte lui in gioventù (già da piccolissimo doppiava uno dei cagnolini di La carica dei 101), non fu un solo il doppiatore di Alessandro Momo, ma di tutti quei giovanotti che interpretavano le commedie sexy. A proposito di Momo gli chiesi se avesse mai sentito la vera voce e del perché venisse sempre doppiato e lui mi spiegò che no, non aveva una brutta voce, ma aveva un accento romano molto marcato che non riusciva a togliersi e per i ruoli che interpretava non era adatto sentirlo e questo posso capirlo. Certo, aveva solo 17 anni quando è morto. E a proposito di bei ragazzi con brutte voci mi viene in mente un giovane, tale Giampiero, che mi venne presentato una volta casualmente a una festa. Questo ragazzo era veramente un fior di figlio. Alto più di un metro e novanta, moro con gli occhi verdi e atletico (era un pentatleta). Non era interessato al mondo dello spettacolo ma per tirar su due soldi faceva il modello commerciale (quello per i cataloghi tipo Postal market per capirci). Insomma la Natura sembrava averlo premiato in pieno, basta che stava zitto. Non solo aveva la voce da papera, ma pure la zeppola. Però 'sto ragazzo non aveva nessuna intenzione di fare l’attore.

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Lo chiamo l’effetto Totò. Per risparmiare in molti film del grande attore lui e altri attori recitavano in presa diretta facendo sentire rumori d’ambiente, poi quando magari arrivavano le attrici che facevano, ad esempio, le figlie (tutte bellissime tra l’altro) l’ambiente stesso all’improvviso si chiudeva. Mi viene da chiedere a quanti metri di distanza mettevano i microfoni dagli attori.

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Quella sì che è stata una vera figlia d’arte. La voce più sexy tra le doppiatrici. Non è un caso che fecero doppiare a lei Linda Lovelace.

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Un tardo peplum di produzione maggioritaria estera, dove viene doppiato da Renato Turi.

Pensa che, dopo tanti anni, non capisco perché, ancora non riesco a identificare sempre Flaminia Jandolo. L’unica consolazione è che ho scoperto che anche in varie schede in rete viene spesso confusa con altre doppiatrici (soprattutto Fiorella Betti, che però ha tonalità abbastanza diverse).

Secondo me, se mi posso permettere, tu prendi come parametri le voci giovanili di oggi, che sono molto diverse, addirittura incomparabili, rispetto a quelle degli anni '40 e ‘50. E’ ovvio che, paragonata alle vocalità di una sedicenne di oggi, i toni della Simoneschi appaiono come quelli di una donna molto anziana, ma si tratta appunto di una mancata contestualizzazione con le voci dell’epoca, di un anacronismo.

Giustissimo. I “salti” tra la presa diretta e le battute doppiate sono evidentissimi. Qua e là anche qualche battuta di Totò appare doppiata successivamente.

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Invece non so perchè io ho problemi con la giovane Maria Pia Di Meo (i suoi doppiaggi anni 50’ per intenderci) e Fiorella Betti, ho sempre l’impressione di confondere le due voci !
Tanto riesco a riconoscere subito la Betti nei suoi doppiaggi fine anni 60’-anni 70’
tanto mi sembra sempre di confonderle nei doppiaggi precedenti.

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Io ammetto candidamente che, la Simoneschi a parte, le doppiatrici “classiche” non mi dicono granché, e non riesco a a distinguerle con cura quanto i loro colleghi maschi. Forse la mia preferita, è una Wanda Tettoni. Anche perché , fu attiva fino alla fine dei '90. E negli ultimi 20 anni almeno di lavoro, fu specializzata nel doppiare “simpatiche vecchiette”. Una come la Jandolo, invece, mi è impossibile confonderla, grazie al suo doppiaggio in “Suspiria”, sulla terrorizzata Eva Axen. La Di Meo? Ha fatto tanto, dato tanto, quasi sempre benissimo. Ma ha quasi 85 anni. Per favore, resti a casa…

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