Un altro attore che aveva una bellissima voce era Ivan Rassimov. Calda, molto profonda e dalla dizione perfetta. Perché doppiarlo? Boh?
Concordo. Giusto vedendolo nelle interviste, pensavo “Ecco un triestino fortunatamente privo della nostra cadenza, e con dizione impeccabile!” . Io comincio a sospettare, accordi con le compagnie di doppiaggio a parte, che tante volte a certi attori non gliene fregasse nulla, di doppiarsi in taluni film. Erano loro stessi, insomma, a snobbare il tipo di cinema che solitamente facevano. Una cosa tipo “Ragazzi, io il film l’ho fatto, i soldi li ho presi, adesso fate pure quello che vi pare…”. Forse siamo noialtri cinefili, anche a distanza di mezzo secolo circa, a essere troppo “romantici & idealisti”, nei confronti del cinema di genere di allora. Attori e perfino registi, erano concreti e pragmatici: finito un film, ecco che se ne fa un altro, senza dibattiti o sofismi…
Altri due grandi attori spesso doppiati furono Andrea Checchi e Luigi Pistilli.
In LE MURA DI MALAPAGA nella versione originale si parla francese e italiano. Checchi ha una scena di lite con Isa Miranda e recitano in italiano in presa diretta. Bene, nella versione italiana è doppiato da Giorgio Capecchi. Per quanto riguarda Adolfo Celi, capisco che alcuni dei film che ha fatto li considerava solo marchette, ma sentirlo doppiato in HANNO CAMBIATO FACCIA mi lascia quanto meno perplesso. Giuseppe Rinaldi ha fatto pochissimi film e almeno, se ricordo bene, nei primi due è doppiato. Questo perché lo volle lui stesso in quanto non si sentiva ancora sicuro. Vittoria Febbi debuttò bambina in CAMPANE A MARTELLO ed è doppiata la Germana Calderini. Lo stesso accadde a Flaminia Jandolo. In CARMELA È UNA BAMBOLA venne doppiata da Deddi Savagnone. Questo nonostante già da bambina facesse parte della compagnia di prosa radiofonica della Rai di Roma. Un altro caso è quello di Virna Lisi. Lei fu una delle prime dive televisive degli sceneggiati. Quelli girati in studio rigorosamente in presa diretta. Poi faceva i caroselli del Chlorodont. Eppure al cinema veniva doppiata spesso e volentieri. Altro grandissimo attore che venne quasi sempre doppiato al cinema fu Salvo Randone, vai a capire il perché.
Nel caso di Randone, credo che da parte sua ci fosse una sorta di atteggiamento snobistico. Il cinema, lo considerava come qualcosa da fare per ragioni economiche, “alimentari”. Per un attore come lui, era il teatro la vera “ragione di vita”. Vittorio Gassman disse che comunque Randone aveva un carattere tutt’altro che facile, che gli impedì di ottenere maggiori soddisfazioni in carriera, teatro o cinema che fosse…
Questo thread è proprio bello…
Come forse ho detto anche altrove, invito tutti - quando vi capiterà di rivedere I DIAVOLI di Ken Russell - a prestare attenzione al doppiaggio di Oliver Reed da parte di Renzo Palmer. Confesso che questa cosa mi commuove un po’, perché Palmer ha centrato in pieno il personaggio e il contesto, adottando tonalità totalmente aliene da enfasi e retorica, una sorta di underplaying, inconsueto per lui, che addirittura - so che è un’eresia dire cose simili - migliora la recitazione di Oliver Reed.
Ma chi dobbiamo ringraziare è anche la società distributrice (la Dear Italiana) che per avere Palmer (già in passato doppiatore di Reed) ha affidato il doppiaggio del film alla S.A.S, rischiando un po’, anziché alle più quotate C.D.C. o C.V.D. Questo smentisce il detto che tutti i distributori nostrani fossero dei buzzurri interessati solo ai ricavi e poco o nulla alle questioni artistiche. Quindi non era Palmer ad avere potere contrattuale (come diceva Rodar più sopra), ma è stata la distribuzione ad affidare il doppiaggio alla società a cui apparteneva l’attore.
Gassman fece compagnia con Randone. Quando fecero l’Otello si scambiavano i due ruoli principali maschili ogni sera. Perciò lo spettacolo bisognava vederlo due volte. Altra straordinaria attrice spesso doppiata fu Lea Padovani (che tra il 44 e il 46 si esibì come soubrette, ma dallo stesso 46 passò al teatro di prosa). Lei che venne chiamata in Gran Bretagna, cosa difficilissima anche per un attore americano chiusi come sono. Voglio sperare che succedeva questo soltanto perché era impegnata altrove. Tratto dal filmato di un documentario, ho avuto modo di sentire la vera voce di Dorian Gray. Era uno sketch teatrale con Walter Chiari. E si scopriva che aveva una voce gradevole, ben impostata e briosa. Eppure venne quasi sistematicamente doppiata. Poi c’è Femi Benussi. Certo, ha fatto più robaccia che film decenti, ma qualche tempo fa l’ho vista in un film francese, inedito in Italia, in cui tenta, in italiano, di raccontare una barzelletta, per poi riconoscere il fatto di non saperle raccontare. La scena è in presa diretta e anche in questo caso scopriamo che la bellissima attrice aveva una voce gradevole. È ancora Valentina Cortese spesso doppiata agli inizi della sua carriera. Mah. Poi c’è, Scilla Gabel. È vero che lei iniziò come controfigura essendo nuotatrice e cavallerizza, ma i milioni e milioni di telespettatori che videro DOVE ANNA? scoprirono che l’attrice sapeva recitare eccome. Presumo, invece, che Corrado Pani in alcuni film venne doppiato perché anche lui, come Celi, li considerava solo delle marchette. A proposito di Massimo Serato, si può sentire la sua voce anche in IL GINECOLOGO DELLA MUTUA.
Questione lunga, sugli attori e attrici in Italia capaci di recitare, ma regolarmente doppiati. Ne abbiamo parlato, qui o in altre occasioni, io stesso e soprattutto Messer Napoli, il più esperto e competente (). La spiegazione più semplice che personalmente dò, è che per decenni in Italia bisognava, o meglio SI DOVEVA, far lavorare (e il più possibile…
) le compagnie di doppiaggio. Che per parecchio tempo, prima del boom delle TV private, su piazza furono sostanzialmente tre (CDC, SAS e CVD). E quindi, allo scopo di “rassicurare” il pubblico pagante, si davano ai suddetti attori e attrici le tonalità “abituali” dei vari Cigoli, Panicali, Rinaldi, Turi, De Angelis, Barbetti, Locchi, Sibaldi, Amendola, Onorato ecc. Per signore e signorine invece le Simoneschi, Pagnani, Lattanzi, Di Meo, Savagnone, Febbi ecc. Il tutto, va sottolineato, spesso a scapito delle effettive capacità recitative degli/delle interessati/e.
Umberto Orsini venne doppiato in IO BACIO TU BACI da Paolo Ferrari. Infatti impossibilitato a doppiarsi per impegni pregressi (tournée teatrale) segnalò il suo amico Ferrari. È stato doppiato almeno un’altra volta ma spero solo per impegni pregressi, come scritto sopra.
Mina, invece, pare che non si volle mai doppiare. Probabilmente non si è mai considerata un’attrice, i film erano quelli che erano e non volle perderci più tempo del necessario. Assurdo il doppiaggio di Rita Savagnone su Ornella Vanoni in ROMOLO E REMO (film che vede doppiati anche altri attori di vaglia). Non si prende una con la voce come quella della Vanoni e poi la si fa doppiare.
Orsini era doppiato in “Città violenta”. Da Barbetti.
Anche in PERDUTAMENTE TUO… MI FIRMO MACALUSO CARMELO FU GIUSEPPE. In questo caso da Pino Colizzi.
Un altro caso interessante è Marina Malfatti, se in 7 orchidee interpreta un personaggio straniero e quindi è doppiata con accento americano, il che può aver un senso, mi ha sempre stupito che ne La notte che evelyn uscì dalla tomba (ottimo doppiaggio CID) la nostra sia doppiata da Laura Gianoli
Strano considerato che nel “sequel” La dama rossa (sempre doppiato dalla CID) la nostra si doppia da sola e che non ricordo altri film dove lei sia doppiata da altre (sicuro in tutti gli altri gialli-horror da lei interpretati la sentiamo sempre con la sua voce)
Anche nella DAMA ROSSA è presente vocalmente Laura Gianoli, ma qui l’hanno dirottata su un’attrice secondaria (Dolores Calò). Mentre è molto strano che Ugo Pagliai sia qui doppiato (si rifà esibendo la mitica vestaglietta, molto simile a quella che più di 50 anni dopo indosserà il generale Vannacci… ).
Interessante su Pagliai ottima segnalazione, non ricordavo non si doppiasse ne la dama rossa, a doppiarlo è infatti Giacomo Piperno
Solo una piccola correzione l’attrice doppiata dalla Gianoli non è la mitica generica Dolores Calò che qui fa comparsata muta nei panni di una sarta, ma un attrice ancora non identificata
Grazie mille per la correzione (vedo che Wikipedia commette lo stesso errore). Correggetemi sempre se dico qualche inesattezza.
Ci sono anche casi curiosi. Enrico Maria Salerno pur diretto dal fratello Vittorio venne doppiato da Antonio Casagrande in NO, IL CASO È FELICEMENTE RISOLTO. Gipo Farassino, piemontese purosangue, venne doppiato in napoletano (!) ancora una volta da Casagrande in UN UOMO, UNA CITTÀ. E si svolge a Torino!
A proposito di quanto sono scaduti i doppiaggi, ieri mi ero messo a vedere in italiano, perché su timvision non c’è l’opzione della lingua originale almeno per questo caso, EIGHT DAYS A WEEK: il documentario di Ron Howard su gli anni dei Beatles in tournée. Dopo 25 minuti ho smesso. Ero inorridito dalla piattezza delle voci. Mi sembrava di assistere a una puntata del Perry Como Show. Addirittura per i giovani Paul, John, George e Ringo non sono riusciti a trovare delle voci altrettanto giovani.