colmiamo anche questa lacuna col secondo (in termini relativi ed assoluti) shockumentary realizzato da le cilaire, che come il precedente ebbe una versione italiana rimaneggiata, in questo caso da renato polselli che oltre a prestare la voice over del commento, la rimpolpò generosamente di circa 20’, forse per addivenire a una durata standard per la programmazione delle nostre sale (la versione originale estera dura appena 78’ contro i 96’ del master nostrano ed è differentemente montata).
rispetto al primo, il deathfilè è assolutamente privo di ironia (escludendo l’antifrasi di umor nero di dubbio gusto dello yodel cantato durante i disseppellimenti delle persone rimaste uccise dalle valanghe), si presenta serio come un cancro al pancreas ed è (nella grana e per contenuti) molto più sporco degradato e disturbante del primo; sebbene datato, conserva un’atmosfera generale di fondo annichilente (debitamente potenziata dalle cupe e ammorbanti partiture quasi dark-industrial di gene kauer, veterano del cinema horror e soprattutto sci-fi anni 60), che si impone fin dai titoli di testa che a gamba immediatamente tesa passano in rassegna cadaveri decomposti di persone annegate, cervelli raccolti da un marciapiede, impiccati in rigor mortis portati via dai paramedici) e tre quattro colpi bassi forti e impressionanti capaci di far girare la testa ancora oggi (su tutti, i cadaveri martoriati dalle bombe dei ragazzini in iran).
rispetto al primo, è anche (cosa eccezionale sia nel genere che nello stesso quartetto del regista) quasi esclusivamente costituito da materiali assolutamente autentici: la sola ricostruzione ad arte è la scena della rapina con i banditi seccamente abbattuti all’ingresso del negozio. uno di questi è lo stesso le cilaire/schwartz in una sorta di cameo hitchcockiano (lo stesso che si è concesso nel primo incarnando il guru della setta para-mansoniana).
uscito da noi sotto natale (!!!), il 15/12/82, arrivò nel milanese con netto ritardo e pur destinato a fare da riempitivo estivo tenne botta oltre due settimane (dal 24/06 all’11/07 1983: una bella striscia, considerato il periodo sfavorevole e la circuitazione nelle sale hard e di terza). in alcune regioni del sud non approdò invece mai.
il flano dice il vero riguardo l’autenticità del girato ma il tamburino del tra l’altro vedrete presenta un paio di passaggi ingannevoli e fregnacciari:
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in alcuna versione del film vi sono scene di “pasti cannibaleschi”, come promesso nella prima riga
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non vi sono esplicite immagini di vivisezioni (promesse della seconda riga): le scene riguardanti gli esperimenti sugli animali sono tutto sommato abbastanza sobrie e innocue : vi si vedono semplici iniezioni di non si sa quale sostanza su scimmie e topi, ma alcuna vivisezione (in questi termini mondo cane 2000 sbatterà in faccia di assai peggio).
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non è nemmeno chiaro cosa sia la “cura primitiva” del tumore cui si fa riferimento nella sesta riga: nel film v’è semplicemente una biopsia e un’autopsia su un malato di cancro all’intestino: vediamo quest’ultimo rimosso per metri, ulcerato e pieno di metastasi. non vi si fa cenno alcuno a cure, specialmente primitive.
tutto sommato, l’auto-delibera in esergo (la produzione e la direzione del locale che declina responsabilità per eventuali malori dovuti alla visione del film), altrimenti risibile, è qui abbastanza centrata, anche perché in sala un prodotto simile 50 anni fa non doveva essere certamente una scampagnata (forse di altrettanto pesante attorno a quegli anni lo eguagliò solo addio ultimo uomo)
in vhs uscì nel 1985 per la universal, senza mai conoscere successivamente una riedizione in dvd.
i più ardimentosi possono recuperarne il vhs-rip per vie russe