L'etica delle piattaforme

Scusate per la saccenza insita in ciò che sto per dire, e @King_Ghidorah non prendertela come un attacco personale, perché prendo spunto dalle tue parole per fare un’osservazione assolutamente generale che, a mio modo di vedere, è estremamente valida per tutti gli spettatori di cinema che abbiano un minimo di “coscienza critica”.

Per quella che è la mia sensibilità, va benissimo guardare sulle piattaforme (prime, netflix, disney +, etc…) i vecchi film, o film recenti di produzioni altre (se possibile indipendenti). Ben venga, è un nuovo modo per dar loro visibilità e prolungare la loro vita. Al tempo stesso, però, non amo guardare sulle piattaforme stesse le loro nuove produzioni: il fatto che io segua una loro serie orienta il mercato e in quelche modo contribuisce a distruggere il sistema cinema che c’era una volta, e che amavo, in favore di un nuovo sistema in cui le dinamiche produttive e realizzative seguono delle modalità e dei trend che non condivido per nulla. Se la serie di alien (parlo di questa per fare un esempio collegandomi al tema del topic che ha ispirato la mia riflessione, ma questo vale per qualsiasi altra serie o film di “produzione originale”), per quanto “brutta” e poco apprezzata, viene visualizzata da un alto numero di curiosi (magari poi scontenti, ma gli algoritmi questo non lo sanno), la piattaforma investirà un sacco di denaro in altre operazioni simili, snaturando ed annacquando altri caposaldi della cinematografia che ci stanno a cuore. Se un sacco di gente si guarderà la nuova stagione di Wednesday, le piattaforme ci romperanno l’anima con un sacco di sottoprodotti simili, studiati a tavolino in modo “matematico” dai migliori sceneggiatori “industriali” in circolazione, prive però di cuore, di verve, di passione.

Il mio punto di vista è che bisogna sostenere le piattaforme solo nella programmazione del “vecchio” o dell’“indipendente”, guardando ciò che ci piace in modo che ne propongano di più, e non nella produzione del nuovo, poiché tutto quello che toccano lo reinterpretano con modalità e attraverso dinamiche che spesso non mi piacciono per nulla. Penso che chi produce dovebbe essere un’entità separata da chi programma, e non la stessa. Le televisioni (generaliste o emittenti locali che fossero) e gli esercenti dei cinema, programmavano in base al loro gusto scegliendo da un florilegio di proposte prodotte da altri. In questo modo lo spettatore si fidelizzava a un’emittente o ad un’altra, ad una sala cinematografica o ad un’altra, in base alle affinità con chi selezionava il palisnesto. In questo mondo globalizzato invece, se chi produce gli spettacoli è la stessa persona di chi ce li vende, tende a verificarsi in modo ineluttabile una situazione nella quale chi produce (e si tratta praticamente di monopoli), in base a delle proprie riflessioni ed istanze soggettive ed opportunistiche, “decide” a suo modo che cosa deve piacere alla gente e ce lo propone, e noi che guardiamo un prodotto od un altro non facciamo altro che avvallare le loro scelte arbitrarie ed adeguarci ai gusti di una massa silenziosa e “pecorona”. Quando proprio sono curioso di vedere una produzione originale netflix o simila, cerco di scaricarla tramite peer to peer, oppure di guardarla tramite piattaforme non ufficiali tipo “sflix”, in modo che la mia visualizzazione non orienti il mercato verso direzioni che non condivido e che anzi aborro.
E questo non vuol dire che io sia fuori dal sistema, purtroppo, poiché comunque sia, volente o nolente, ogni mese pago l’abbonamento di prime e di netflix. Ormai da certe dinamiche è quasi impossibile sottrarsi, però per lo meno si può cercare di non essere del tutto aderenti e funzionali ad un sistema che non ci piace.

Non so se avete capito cosa intendo dire.

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Io ci provo. Sarò breve. Intendi forse dire che non vuoi farti stritolare palle e cervello, metaforicamente parlando, dal “maxi sistema” delle piattaforme? Cinicamente, potrei dire che la tua è una battaglia persa in partenza. Ma essendo io un NON utente di una qualsiasi piattaforma streaming attualmente in attività a livello mondiale, ti dico piuttosto “Bravo, continua così. Forse è inutile, ma vivaddio il tuo è un gran bel gesto, Frank..”. Ecco, ho finito.:relieved_face::heart::+1::cocktail_glass:

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no, si può benissimo invece. e la soluzione l’hai direttamente data proprio tu: si chiama peer-to-peer. io non mi vergogno a dire che di avere netflix prime e compagnia me ne sono sempre allegramente e totalmente strasbattuto (paradossalmente, l’ho avuto per anni a sbafo in un pc senza poterlo usare causa processore debole e quando ho cambiato pc il proprietario ha cambiato pwd o forse annullato l’abbonamento), e pur essendo volubile, psicolabile nei gusti e snob verso l’aria che tira ho sempre avuto le idee molto chiare su cosa voglio vedere quando e come, infischiandomi di trend o della dicotomia sistema-controsistema. di norma poi se un titolo, un filone, una serie mi esce dalle orecchie aspetto sempre che sfebbri e cessi di diventare “la cosa più discussa e seguita del momento” e se proprio me la sento spinta da ogni parte dalle persone di cui mi fido la recupero quando diventa demodé, quasi dimenticata e non se la caga più nessuno. in ogni caso i criteri che condizionano le mie scelte non sono i pacchetti delle piattaforme, che sono prodotti che ho sempre ignorato, continuo a ignorare oggi e non credo proprio che prenderò in considerazione domani, ma la compulsiva curiosità verso il cinema tutto, vecchio come nuovo, unita al caso. seguo insomma più o meno capricciosamente una watchlist di enne pagine che tengo in vita dal 1990 a suon di letture. altra cosa sulle piattaforme: mai compreso il loro boom e il perché abbonarcisi quando nella spesa del provider (peraltro sempre più alta) è incluso l’accesso a quelle gratis nonché ai vari p2p. si usano quelli (frammisti almeno nel mio caso a dozzine di dvd non ancora scartati dal cellophane), che rinfocolano e tengono attivo anche il piacere della ricerca mirata, anziché avere un pacchettone di pappa pronta dove spesso non sai bene neanche come orientarti restando in balia delle onde e contronde decise a monte per il consumatore. sarà un approccio ben poco etico e se si vuole anche schifosamente parassitario (e fino a una certa, ripeto: tra elettricità e costo provider si paga comunque il fio), ma è il mio intendimento e luogo a procedere di conseguenza - stante che se ci sono cose per le quali vado pazzo, le faccio mie al primo colpo occasionale in dvd.

a proposito, sflix cosa essere??

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Ohibò, come ti viene il dubbio che possa sentirmi attaccato da quanto scrivi? :smiley:

Intanto la tua, manco a dirlo, brillante considerazione prende spunto dalla critica da me avanzata a questo uso indiscriminato delle piattaforme per spremere tutto il possible da film di successo.
L’unica cosa è che mi metto su una posizione meno rigida della tua per vari motivi. Il primo e decisivo argomento è che non può uno scoglio arginare il mare. L’unica cosa che posso fare se entro in acqua e la trovo sporca, è cambiare spiaggia.

Non sono un maniaco delle serie, ne vedo poche e selezionate all’origine. Nel criterio di selezione però innegabilmente rientra anche il link a qualche film che mi era piaciuto. Questo non m’impedisce però di abortire qualsiasi velleità di seguire le stagioni seguenti se il prodotto non è all’altezza ed è questo il caso così come alcune serie MCU della Disney.
C’è però una cosa da sottolineare e cioè che non è tutto matematicamente merda. Restando all’MCU le stagioni di Daredevil (specie quelle Netflix) sono davvero tanta roba. Anche lo spin-off del Monsteruniverse Monarchy: Legacy of Monsters è valido.

Per me la parola d’ordine, quindi, è “scrematura” non “astensione”.

Nel caso particolare che ha dato origine alla discussione, mi sono accostato ad Alien Earth solo perchè avevo gradito il colpo di coda di Alien Romulus dopo gli sfragnamenti di uallera di tutti gli Alien successivi al secondo capitolo. Quello che ho visto quindi non mi ha sorpreso negativamente più di tanto. Poi, a dirla tutta, eticamente sono a posto visto che non ho seguito la serie su una piattaforma e quindi non contribuirò a far capire se la seconda stagione sia da farsi o meno.

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Io dai tempi di Tele+ non mi sono più abbonato ad alcuna piattaforma o canale pay, ma leggo dappertutto di gente che guarda consecutivamente intere serie complete e film di ogni genere, e di qualcuno che dice di avere più abbonamenti a piattaforme diverse per non perdere le novità più interessanti. Mi chiedo: ma questi dove trovano il tempo di vedere ore e ore di materiali? Non hanno impegni? Non hanno altre cose da fare, incombenze familiari, problemi quotidiani di altra natura? Io nel mio piccolissimo riesco appena a vedere un film su dvd ogni sera (al massimo due quando va bene)… Boh… Scusate la banalità di quest’intervento.

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Il discorso penso di averlo capito, però, mutatis mutandis, lo stesso cinema che adoriamo è sempre vissuto di mode e sfruttamenti di generi che ovviamente attirava produttori o progetti anche claudicanti che cercavano di sfruttare la gallina dalle uova d’oro o d’ottone.
La differenza rispetto a prima è che oggi è tutto domestico: non serve uscire di casa e cercare un cinema ma basta prendere un telecomando e perderti per ore nel cercare qualcosa da guardare fatto più o meno su misura per te (generico).

Non vorrei dire cavolate, ma Rai e Fininvest non facevano più o meno la stessa cosa (ovviamente in scala ridotta)?

In un certo senso mi torna in mente il Marty McFly di “ritorno al futuro 2” che rientra a casa, accende il megaschermo e chiede alla smart tv una decina di canali da vedersi in contemporanea :laughing:

Io comunque non ho netflix, primevideo, disney+ ecc…

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