Luigi Atomico aka Dario Lussuria aka Rodolfo Babilonia

sposto qua la discussione per evitare ulteriori OT;)

io ho visto due film di quel signore.

naturalmente non mi sognerei mai di paragonare i film di Atomico con le produzioni 70 da te citate… erano altri tempi e soprattutto altri “autori” immersi in altri contesti.
esistevano delle urgenze che -in modo consapevole o no- sfociavano ben oltre le logiche del mercato.

e concordo con te anche quando parli di “affabulazione”.

una cosa però: un film di Atomico si pone nei confronti dello spettatore in modi che sono volutamente e consapevolmente lontani dai modi tipici del porno anni 90.
rifiuta categoricamente e programmaticamente <<la consapevolezza della favola, appunto, che si dovrebbe stabilire fra il “narratore” e il “lettore”>> ma rifiuta anche le “scalette” preconfezionate tipiche dei film di quel periodo.

tu parli di “tristezza”.
vero.
ma sostieni che tale tristezza sia la conseguenza involontaria di una mancata presa di coscienza della storia.

io, invece, almeno nel caso di Atomico, credo che questa mancata presa di coscienza sia piuttosto un rifiuto consapevole.
nei suoi film ci sono troppi elementi sparsi (ma non a caso) per non quantomeno supporre che ci sia una -labile quanto volete- sorta di poetica come base. certo, una poetica magari abominevole.
una poetica, però, disfunzionale al sistema hard core: non conosco nessun appassionato di hard che sia rimasto soddisfatto dei film Atomici, ma proprio nessuno.
piuttosto ha divertito personaggi bizzarri come me che, perfino, hanno ravvisato scampoli di surrealismo in questi film…
[aoo non sto dicendo che Atomico sia Bunuel eh!!! ci mancherebbe!!!]

e non potrebbe essere, appunto, la tristezza, la desolazione, “quel passaggio di emozioni che si crea mediante i contenuti raccontati”?