Circolava di notte nelle private a metà anni ‘90 una donna misteriosa, indossava una maschera in latex e una parrucca bionda, si vantava di essere una donna dello spettacolo e pubblicizzava un allora misterioso film porno: “Atomica sulla mercedes” cosa che a quanto pare aveva incuriosito parecchie persone compreso il sottoscritto, che in compagnia di ignari amici lo noleggiai per un’ anomala visione.
Tutto il peggio che si poteva immaginare, sta tipa che passeggia in un sentiero di campagna, tra manichini, specchi e oggetti vari, teneva un ombrello e pisciava mentre camminava… era solo l’ inizio, e chi ha visto il film sa a che mi riferisco. http://www.kultvideo.com/img/prodotti/x1230i.jpg (la cover della VHS)
Era il primo film di Luigi Amico, indubbiamente il regista più all’avanguardia (in senso artistico) del porno moderno, non vorrei dire una castroneria, ma per certi lati un Cavallone del nuovo millennio, come surrealtà come deliri e soprattutto come livello di estremo.
Ho trovato online una sua intervista con tanto di foto, cosa che fino a poco tempo fa era assai improbabile:
Sto tizio è quello che faceva i film tra carcasse di animali macellati, vomito e “amenità” del genere?
Se è quello che penso io me ne tengo a debita distanza, ma se siete amanti del genere, qui si trovano suoi dvd a pochi euro, fate un pò voi…
Tra l’altro “belli” i titoli: “Culo caverna”, “PIccone nel culo”, “Figa immonda prima sborra e poi t’inonda” …
E’ quello è quello… me ne tengo a debita distanza anch’io, ma ho il difetto di essere curioso.
Di film ho visto “Atomica sulla mercedes” da giovane e anni dopo un’ amico mi ha mostrato “Culo caverna” (…che titolo) di tale Dario Lussuria, tempo dopo ho “scoperto” che era sempre Luigi Atomico, di avere film francamente me ne importa meno di niente… se non di meno.
Quando lavoravo in un service di prestampa arrivavano in ditta una marea di file di copertine di dvd e vhs di una casa di produzione di film hard residente nella Repubblica di San Marino, della quale non ricordo il nome… ricordo però che il nome di Dario Lussuria compariva spesso e volentieri sulle suddette copertine. Io e i miei colleghi ridevamo per ore ogni volta che arrivava nuovo materiale, per via dei titoli e delle immagini di copertina a volte veramente surreali.
Ricordo in particolar modo una copertina in cui c’era una con una lampadina infilata (nel culo mi pare), e la cosa bella era che la lampadina era infilata dal lato del bulbo e non della vite. Pensa se ti si rompe il vetro dentro…
Di Dario Lussuria mi consiglio La cannibalessa (su cui se non sbaglio avevo aperto un topic tempo fa, non ricordo se qui o su videoarcheologia) e Con un piccione nel culo.
Il grande Franco Trentalance mi ha parlato un po’ di Lussuria, mi ha detto che continua a fallire e a ricostruire nuove società a causa dei suoi metodi di reclutamento delle attrici, ad esempio:
DL=Dario Lussuria
AI=Attrice ingenua
DL “Allora, per questo film mi serve che ti fai pisciare in faccia da due cazzi e poi te li spompini”
AI “No no, non esiste proprio…”
DL “Ti do 250 euro”
AI “No no non se ne parla proprio!”
DL “300”
AI “No guarda non se ne fa niente”
DL “350”
AI “Bè magari per 350 un cazzo solo si potrebbe fare, non so…”
DL “500 tutti e due”
AI “Ok, affare fatto”
Solo che poi non riusciva a recuperare i soldi che dava alle attrici per fare le sconcezze e finiva sempre in bancarotta!
posseggo la vhs di quel delirio che è “Atomica Sul Mercedes” [come dimenticare i cartoni con scritto “INTERVALLO” ed il trailer (?) dell’altro film: “Pioggia di Sbxxxx”]…
vorrei recuperare, ma l’ho sempre cercato invano, sempre dell’Atomico, il film “Budella Sfondate”… qualcuno, da qualche parte, scrisse di sto film che ha momenti alla Tobe Hooper, David Cronenberg… bah… io so solo che quando vidi “A sulla mercedes”, durante la sequenza in cui si apre la porta e cominciano ad entrare tutti quei tizi con il viso coperto da maschere in latex e robe varie, con i caxxx in mano, pronti a dedicarsi a Vittoria l’Atomica… beh, davvero mi sembrò di assistere a qualcosa che aveva a che fare con l’orrore…
durante l’intera visione si respira angoscia, inquietudine… pensavo agli eventuali onanisti che casualmente si sarebbero potuti imbattere in un film del genere eheheh:D
i momenti, poi, in cui il porno si ferma per dar spazio ai “quadri viventi”… tra bambolotti&bambole di carne, bambolotti&bambole di plastica, vibratori che fuoriescono minacciosi dai buchi di case diroccate, musica classica, alta, come colonna… che dire?
forse SWAT non hai tutti i torti a pensare a Cavallone…
tuttavia Cavallone ha realizzato dei film… l’Atomico… ummm…
di certo il livello di estremo qui è maggiore… a volte perfino intollerabile.
una cosa che ho sempre pensato: Vittoria l’Atomica del Sesso, durante l’intero filmato, si diletta a riempire di insulti e umiliazioni lo spettatore a casa [trovata sconcertante, io credo]… il modo in cui lo fa mi fa sempre venire in mente la Littizzetto quando interpreta Lolita uahuhauah:D
una domanda: ma il vero nome non è: Luigi Zamuso?
io ricordo così:confused:
sposto qua la discussione per evitare ulteriori OT;)
io ho visto due film di quel signore.
naturalmente non mi sognerei mai di paragonare i film di Atomico con le produzioni 70 da te citate… erano altri tempi e soprattutto altri “autori” immersi in altri contesti.
esistevano delle urgenze che -in modo consapevole o no- sfociavano ben oltre le logiche del mercato.
e concordo con te anche quando parli di “affabulazione”.
una cosa però: un film di Atomico si pone nei confronti dello spettatore in modi che sono volutamente e consapevolmente lontani dai modi tipici del porno anni 90.
rifiuta categoricamente e programmaticamente <<la consapevolezza della favola, appunto, che si dovrebbe stabilire fra il “narratore” e il “lettore”>> ma rifiuta anche le “scalette” preconfezionate tipiche dei film di quel periodo.
tu parli di “tristezza”.
vero.
ma sostieni che tale tristezza sia la conseguenza involontaria di una mancata presa di coscienza della storia.
io, invece, almeno nel caso di Atomico, credo che questa mancata presa di coscienza sia piuttosto un rifiuto consapevole.
nei suoi film ci sono troppi elementi sparsi (ma non a caso) per non quantomeno supporre che ci sia una -labile quanto volete- sorta di poetica come base. certo, una poetica magari abominevole.
una poetica, però, disfunzionale al sistema hard core: non conosco nessun appassionato di hard che sia rimasto soddisfatto dei film Atomici, ma proprio nessuno.
piuttosto ha divertito personaggi bizzarri come me che, perfino, hanno ravvisato scampoli di surrealismo in questi film…
[aoo non sto dicendo che Atomico sia Bunuel eh!!! ci mancherebbe!!!]
e non potrebbe essere, appunto, la tristezza, la desolazione, “quel passaggio di emozioni che si crea mediante i contenuti raccontati”?
“inoltre il porno E’ tristezza e disperazione. e la stessa natura del porno la tristezza” Pappo, 9 gennaio 2008.
Ce ne sono alcuni - e penso sopratutto ad un paio di pellicole di Damiano - in cui solitudine, alienazione e disperazione riescono a lambire i territori della depressione.
Ma questi scenari non sono lì a caso. Ce li ha pilotati ad arte il regista.
Senza troppe esagerazioni potrei pure dire che nella prima parte di Devil In Miss Jones si respira anche una certa fredda aria di Svezia. La messa in scena, la scenografia, la fotografia e l’acting della Spelvin giocano bene insieme.
Il film del '77, “Odyssey”, racchiude alcuni momenti di Cinema d’essai o come diamine vogliate chiamarlo voi. Momenti di disperazione sentita “ripresi” in un film per adulti.
La tristezza e la disperazione di cui parli tu invece, quelle che derivano da una professione che fa dello stomaco il proprio fine ed il proprio mezzo, abbondano in lungo, in largo e di traverso in ogni dove purtroppo…
Ma il Cinema porno, a mio dire, diviene davvero interessante quando riflette sulla messa in scena dei propri eccessi. Quando si auto-dipinge prendendosi sonoramente per il sedere o quando comunque cerca di trasformare in “creatività” alcuni suoi passaggi obbligati.
Questo in genere accade quando il regista riesce a mantenere un evidente “distacco” da quanto mostrato. Di più! Quando è in grado di filmare proprio quel “distacco”. Quando fa capire benissimo allo spettatore che razza di baracconata sta filmando e ne marca bene i territori. E ci gioca con gusto cinefilo avendo appreso i meccanismi del Cinema al di fuori del mondo del porno “tout court”.
Oggettivamente sono pochi i titoli in questione. Ed i registi ancor più sparuti dei titoli stessi.
Ma ce ne sono.
O meglio, ce ne erano. Perchè la produzione video xxx di oggi fa del consumo immediato il proprio fulcro. Quindi una cosa si vede e si dimentica per la necessità di doversene subito andare a cercare un’altra. Mangiato, digerito, espulso: la regola aurea del “cinema-stronzo”.
Poi, se davvero era tanto indigesto l’ultimo boccone, eccovi una fiera di digestivi, pastigliette, fave di qualchecosa, lassativi e bla bla bla che vi rimetteranno in pista per una nuova ed avvincente visione!
credo che pensare all’esistenza di un lavoro che non faccia “dello stomaco il proprio fine ed il proprio mezzo” sia una roba che sta fra la fantascienza e l’utopia. ergo ribadisco: il porno e tristezza a prescindere
ribadisco che ovviamente i film di Damiano che citi -li ho visti- non mi sognerei mai di paragonarli alle produzioni di Atomico.
su questa affermazione sono in parte in disaccordo. direi che la natura del porno può anche essere la tristezza.
e in molti casi lo è, al di là delle consapevolezze del regista, e spesso proprio perchè tale consapevolezza non esiste.
però il porno potrebbe anche nascere da esigenze ludiche, gioiose, o perfino politiche.
e dunque questa “natura” sarà di volta in volta diversa, dipende sempre da chi usa il mezzo e per quali ragioni lo sta usando.
ovvio è un mio parere.
A suo tempo, spinto dalla curiosità di capire chi c’era dietro il “Budella Sfondate” citato in Stracult, avevo visto qualcosa grazie anche al suo sito nel quale aveva caricato parecchio materiale.
Premetto che non sono un estimatore del porno come genere cinematografico. Sono pochissimi i titoli che secondo me hanno un senso al di là della funzione primaria di soddisfacimento del voyeurismo (The Devil in Miss Jones su tutti) ma non snobbo il genere di per sè. Nel caso di Luigi Atomico però a mio avviso siamo di fronte ad un vero esempio di cialtroneria malata e per quanti sforzi faccia non riesco a capire come possa essere analizzato come se fosse un autore “vero”.
Sarà sicuramente un mio limite.