Di Luigi Atomico a me affascina(va) la follia, il fatto che concettualmente uno potesse concepire (e realizzare!) quelle cose là.
Rivedendolo con uno sguardo più adulto però mi rendo conto che quello che mi lasciava spiazzato e mi affascinava in realtà non è una sorta di estro artistico naif e bizzarro ma più un disagio nel quale quest’uomo vive e si barcamena, magari senza neppure rendersene conto. Alla fine i contenuti delle interviste che rilascia sono concetti banali che si credono e si dicono artistici e genialoidi. Non dico che non ci sia un certo fascino nelle rappresentazioni più surreali ed “artistiche” che mette in scena, ma è pur sempre un’estetica del degrado priva di un senso più profondo; non è roba che possa generare una ierofania o che possa in qualche modo valorizzare in maniera catartica la tristezza che vediamo sullo schermo (ad esempio una donna di una certa età, probabilmente emarginata a livello sociale, che accetta di farsi infilare un manico di piccone nel culo in cambio di soldi).
Il dubbio che mi resta è se il nostro Luigi aka Dario aka Rodolfo faccia parte a pieno titolo di questa umanità disperata ed emarginata o se stia un gradino più su e ne approfitti. Se ci è o ci fa.