Marina e la sua bestia n. 2 (Renato Polselli, 1985)

Dopo aver commentato in un giorno ben 3 cartoni animati per bambini mi sembrava corretto ridare spazio all’anima più exploitation di questo forum di cinema e chiosare un porno con i cavalli del compianto Renatone Nazionale.

Che dire di fronte a questa pellicola?
Molto poco ispirato in questo caso Renatone nostro, tra l’altro su Wikipedia si cita Luce Rossa di Napoli/Grattarola e si dice che il film è di Sacco ma alcune fonti lo attribuiscono a Polselli… Io ho sempre saputo che il film fosse di Polselli, cos’è sta storia? Qualcuno ha sotto mano Luce Rossa per dare un’occhiata (la mia copia non è con me in questo momento).

Oltretutto le foto di scena riporate nel pressbook giapponese de “Il capriccio di Paola”

mostrano delle immagini che a me paiono proprio provenire da questo film.

@Carlitos o qualche altro espertone vuole (e può) fare chiarezza in merito a questa sgangherata pellicola?

Per quanto riguarda il mio giudizio tecnico/artistico:

  • Falli equini (fortunatamente) vistosamente posticci, anche se in un paio di inquadrature da lontano l’effetto sembra così efficace che il dubbio viene. I dettagli invece fanno dissolvere ogni ipotesi relativa all’eventuale natura non artificiale dei suddetti membri;
  • Dialoghi meno esilaranti e folli rispetto a quelli del primo film di questo bizzarro dittico equino della Lotar;
  • Trama nebulosa, in cui si confondono la passione di Marina per i cavalli e la presenza di una giovane governante/ragazza alla pari a cui Marina racconta le (dis)avventure erotiche di una sua nipote, per eccitare la domenstica in questione. Tutte le disavventure erotiche della nipote sono sequenze che c’entrano come i cavoli a merenda, prese da chissà dove e che stanno attaccate insieme con lo sputo;
  • A livello etico/morale la pellicola raggiunge il massimo dell’idiozia e dell’abiezione quando Marina convince la giovane domestica (la ragazza in questione è l’attrice chiamata Carlotta?) a perdere la verginità facendosi penetrare successivamente da più equini. Chiaramente la ragazzina gode come una matta e vive positivamente l’esperienza, che infatti ripeterà a breve.

Follia senza capo ne coda. Film brutto e noiosetto.
Faccio fatica ad intravedervi sia la delirante incompetenza e cretineria di Arduino Sacco, sia la naive genialità dei lavori di Polselli.

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Lo noleggiai in VHS negli anni '80. Ero minorenne e, ovviamente, il negoziante non pose la minima resistenza come era prassi in quei tempi. Ho vaghi ricordi di quel film, mi pare ci fosse una scena nella quale due uomini si godevano un bel pornazzo in Super 8 poi arriva Marina e… vabbè solita storia! Lo rivedrei volentieri (giusto per ricordare la mia gioventù) ma non è di facile reperibilità.

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Si esatto, è proprio quello, la scena del super 8 è presente ma non è Marina quella che arriva bensì la sfortunata cugina che ha le disavventure sessuali.

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Per dovere di cronaca (polselliana) riporto un estratto dalle pagine di Luce Rossa che riguardano “Morbida Marina… e la sua bestie” (quelle citate su Wikipedia)

In breve: si conferma la paternità di questo secondo capitolo di Morbida Marina a Renato Polselli.

ps: sì, nella mia copia di Luce Rossa ho sottolineato/cerchiato tutte le volte in cui si parla di Polselli :sweat_smile: chiamate la neuro

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Grazie a @mrblonde1369 per aver condiviso la pagina di Luce Rossa.
Due cose mi saltano all’occhio:

  • La prima che, a mio parere, Hard Sacc oltre ad essere un regista incompetente era a quanto pare anche una persona poco valida dal punto di vista umano.

  • La seconda: se questo secondo capitolo del dittico equino di Marina è attribuibile con certezza a Polselli, perché location e attori sono in comune col film Il capriccio di Paola?
    Nel topic dedicato a quest’ultimo film @Carlitos scrive:

Ma non mi torna: ho riconosciuto sequenze del secondo film del dittico “Marina e la sua bestia” (che risulta di paternità polselliana) e non del primo (di paternità Sacchiana).

Per completezza nei prossimi giorni mi riguarderò pure il primo (che ci tocca fà per amor della cultura…)

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Scendo invocato dal nume di Frank e proverò a chiarire:

  • Μarina e la sua bestia è stato girato da Sacco con i suoi fedelissimi attori nella primavera del 1984. Trae spunto, come si legge nell’intervista di Stefano Raffaele a Luigi Grosso in Nocturno, da un’idea di Sergio Pastore che aveva intenzione di girare un film su Giovanna D’Angiò. Pastore comunicò l’idea a Grosso che la raccontò a Sacco con l’intenzione di trarne un film con Marina. Sacco non solo rubò il progetto, girando il film in due giorni, ma si comportò anche scorrettamente in termini di accordi distributivi con L.G.
    Sul set, il Nostro girò non solo questo ma anche Il Capriccio di Paola ma di questa storia se ne parla sufficientemente nell’apposito thread;

  • Marina e la sua bestia N.2 - L’orgia dell’amore, venne realizzato su consiglio e finanziamento del rabbino Glam, parente del produttore Scino, che consegnò a Polselli per la pellicola 30milioni cash in una valigetta. Polselli spese quasi tutto per far costruire il fallo fittizio, con apposito meccanismo di movimento ed eiaculazione. Se ci fate caso il film è furbescamente farcito per un buon 65% da materiale antecedente Polselliano di provenienza mai chiarita. Praticamente tutte le scene in cui non ci sono Marina e Rita C. (alias Carlotta) non sono originali ma di provenienza eterogenea. Ma proprio per questo interessante, visto che la pellicola ci dà praticamente accesso a spezzoni mai visti di film hard mai visti e che probabilmente mai verranno identificati, del cineasta di Arce.

Perché la confusione tra i due titoli? Nell’intervista rilasciata nel 2004 per gli extra de L’amante del vampiro, Polselli racconta di aver girato un Marina e la sua bestia. Da qui l’identificazione errata. Infatti, se solo si fosse posta un poco più di attenzione, si sarebbe ascoltato che la trama che descrive Polselli è totalmente diversa da quella del film di Sacco e invece relativa al sequel che, ricordo, non ha nulla a che vedere (se non per la presenza di Marina) con il prequel. Se non bastasse questo fattore per convincervi, allora vi basterà ascoltare il bizzarro commento musicale di repertorio e rilevare che è il medesimo che Polselli utilizzava per le edizioni italiane degli hard americani importati da Bruno Vani e Armando Novelli…

Resta comunque un mistero la presenza nel pressbook del Capriccio di Paola, di fotografie apparentemente provenienti da qui.

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Grazie per la risposta dettagliata @Carlitos ! A questo punto però mi resta solo un dubbio da chiarire, non avendo visto Il capriccio di Paola (altrimenti potrei chiarirmelo da solo senza scomodarti): le foto di scena contenute nel pressbook giapponese riportano immagini provenienti da sequenze di Marina e la sua bestia n. 2. Sono le foto di scena che sono state appicicate a cazzo dai distributori giapponesi oppure effettivamente quelle sequenze sono contenute sia ne Il capriccio di Paola che in Marina e la sua bestia n.2 ?

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Cmq l’immagine di un rabbino che consegna una valigetta contenete 30 milioni in contanti (chissà di quale provenienza poi) nelle mani di Renato Polselli affinché lui ci realizzi un porno con i cavalli è un qualcosa che mi inquieta profondamente, credo che potrei anche sognarmela una cosa così…
Ma come cazzo è possibile?!?

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…vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare…

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Come dire: le vie della produzione cinematografica italiana, non solo pornografica, sono infinite. Nel senso, che tante volte i film venivano finanziati nei modi più strani, più imprevisti, talora perfino - perché negarlo? - più illeciti… :roll_eyes::hushed::shushing_face:
P.S. Ci si potrebbe fare un libro. E bello voluminoso. Anche solo limitando l’analisi, dal secondo dopoguerra in avanti… :sunglasses:

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Al contrario di nazioni come la Francia in cui si cercava di mantenere una certa qualità, in Italia si cominciò ad andare sempre più in basso girando in tempi strettissimi (pure due giorni) e con pellicola scadente (o scaduta). Alla fine pure i più ‘affezionati’ del settore li mandarono affanculo e passarono alle vhs.

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Credo tu abbia riassunto, in poche semplici e chiare parole, il veloce tracollo della produzione hard in Italia. E in parte, purtroppo, il discorso vale anche per la produzione “normale” di allora. Troppi film sciatti, inutili, squallidi. Le conseguenze, le paghiamo ancora oggi… :persevere::persevere::persevere:

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Tralasciando le produzioni di Sacco, basta vedere Valentina ragazza in calore, dove possiamo vedere le ombre degli operatori, i piedi degli operatori, il materassino che si muove da solo. Il tutto mentre Moana lavora di bocca.
Per la serie “buona la prima!”
Mi ritorna in mente l’episodio del film “e adesso sesso” dove Francesca Nunzi fa l’attrice hard amatoriale con il regista che da il Ciack e poi urla “ed ora ingroppatevi!”

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Io no. È troppo!

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Ammettiamolo. Il rabbino che finanzia porno animal, è qualcosa degna del Woody Allen più scatenato. Quello di 50 anni fa, per capirci…:joy::joy::joy::joy::pig::pig::pig::tongue::tongue::tongue:

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Sai che ci ho pensato anch’io?

Quindi si conosce l’identità di questa. “Carlotta”?? Non era male

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Una che si chiama Rita cambia nome in Carlotta. Va bene non usare il proprio nome anagrafico, ma usare Carlotta come nome per una pornostar francamente…

Ma è appropriato, dai. Carlotta, la ragazza con la fi*a rotta…:tongue::grin::pig:

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