Dato che sono fissato con i vari mockumentary/found footage/POV non potevo non vedere questo Megan Is Missing, che è stato considerato terribile a causa della violenza della parte finale.
Ho quindi comprato il dvd R1 (Anchor Bay) e ieri notte l’ho visto.
È la storia di due ragazzine sui 14 anni, Megan ed Amy, migliori amiche. La prima viene da una famiglia abbastanza problematica ed è tanto popolare a scuola quanto troietta. L’altra invece viene da una famiglia normalissima ed è considerata una sfigata nonostante la sua amicizia con Megan. Le due scompaiono a tre settimane l’una dall’altra (non spoilero nulla, viene detto all’inizio) e il film ricostruisce la loro storia tramite le cronologie dei loro computer e dei loro cellulari (che a quanto pare tengono in memoria tutte le videochiamate effettuate).
Iniziamo dalle note dolenti: il film è recitato da cani. Le ragazzine fanno quello che possono ma spesso non sono naturali e le loro videochiamate risultano farlocchissime e forzate in buona parte dei casi. Questo è un problema decisamente serio in un film strutturato in questo modo, però ogni tanto c’è qualche sprazzo di genuinità che sistema parzialmente le cose. Un altro problema è che le videochiamate sono poco credibili per come vengono effettuate. Sono dettagli, ok, ma non sembrano vere nemmeno per un secondo. È un po’ complicato da spiegare, ma chi vedrà il film capirà cosa intendo.
Il film però riesce a funzionare lo stesso anche perché la sua forza è tutta negli interminabili 22 minuti finali che mettono realmente a disagio dato che mostrano cosa è accaduto alle due ragazze. Io probabilmente sto invecchiando e mi sta venendo il cuore di panna, però riconosco che non vedevo l’ora che passassero perché mi stavano realmente dando fastidio fisico. Purtroppo (o per fortuna?) ci sono un paio di piccoli grandi dettagli che non sono stati curati e che hanno in parte raffreddato la carica esplosiva della sequenza finale (che resta comunque terribile). Vado di spoiler:
Innanzitutto dispiace che questi ventidue minuti finali non abbiano davvero senso per come sono presentati. Il maniaco rapisce la seconda ragazzina e porta con sé la sua videocamera (della ragazzina, dico) e la usa per filmare atti di violenza psicofisica verso di lei, uno stupro e la sua morte. Poi butta in un cestino pubblico la videocamera con dentro la cassetta minidv e così la polizia la trova. Una roba completamente senza senso, vabbeh…
Le scene del finale sono parecchio toste a livello emotivo ma visivamente vengono commessi un paio di errori che rendono tutto più “leggero” per lo spettatore.
Alcuni esempi: nel finale della scena dello stupro (a tratti terribile) con la videocamera fissa sul volto della ragazzina si vede che entra in campo la mano del maniaco a tenerle la testa. La mano è insanguinata ma il sangue è così cheap e mal applicato che invece di disgustare o aggiungere disagio fa pensare “seeee vabbeh… complimenti al truccatore…”. Intendiamoci, quella scena è tremenda e non intendo rivederla, però è interessante notare come un piccolo dettaglio poco curato possa alleggerire notevolmente il suo potenziale scioccante.
Un altro esempio: nel finale la ragazza viene chiusa e sepolta viva dentro un barile che contiene anche il cadavere della sua amica. Quando viene aperto il barile e si vede per pochi istanti il corpo dell’altra ragazza sono davvero rimasto colpito. Un trucco ottimo, fatto benissimo, davvero spaventoso e sconvolgente, mostrato il giusto. Funziona alla grande. Poi il maniaco ci butta dentro anche l’altra ragazza e si passa alla scena nel bosco, dove, secondo me, c’è un altro grave errore che ridicolizza un po’ tutto. Il maniaco scava una fossa e in campo si vede anche il barile blu con dentro il cadavere della prima ragazza e la seconda ragazza che lo supplica di lasciarla andare e di aprire il barile. La scena è forte, la ragazza fa di tutto per convincere il maniaco (gli dice anche di amarlo, di voler essere sua moglie e cose così…) mentre lui continua a scavare. La scena è lunga, dura diversi minuti ed è davvero pesante anche perché poi alla fine lui butta il barile nel fosso e lo copre di terra incurante delle suppliche della ragazza. Poi man mano che lo copre la voce si fa sempre più flebile (un po’ ridicolo anche perché la fossa non è affatto profonda, ma vabbeh…).
Il problema che secondo me rovina il potenziale della scena è che il barile in realtà è ovviamente vuoto e a causa di questo non si crede che dentro ci sia una ragazza che si dibatte. Alla fine era un barile di plastica, quindi era legittimo pensare di sentire colpi, di vederlo oscillare mentre la ragazza si dibatte al suo interno per cercare di liberarsi o di sfogare la sua rabbia. E invece nulla. La si sente urlare disperata ma il barile resta sempre fermo, immobile, e non si sente mai un colpo che viene dall’interno. Una cosa davvero sbagliata, secondo me.
Che poi bastava metterci dentro un accrocchio meccanico per far muovere quel dannato barile, non serviva poi tanto. E invece no, la scena (che rimane comunque terribile) perde parecchio mordente (almeno se uno è attento a certi dettagli).
A parte questo il film fa il suo dovere anche se è tutto al servizio degli ultimi 22 minuti. Tante cose vengono banalizzate (le ragazzine che scopano e si drogano/sballano, l’uso delle chat, il ruolo della tv in casi del genere) ma alla fine il film ha un suo senso quasi “educativo”.
Nei titoli di testa c’è scritto che è tratto da una storia vera anche se non viene specificato quale. Negli extra però viene data la parola a Marc Klaas, padre di Polly, una ragazzina di 12 anni che venne rapita, stuprata e uccisa e che da allora si impegna per prevenire e sensibilizzare simili crimini. Fa un po’ impressione sentirlo parlare della morte della figlia (QUI maggiori dettagli sul caso) e poi alla fine fare una specie di spottone per questo film.
Tra gli altri extra c’è una breve scena tagliata (trascurabile) e una featurette con alcune interviste (ma niente immagini backstage).
Insomma, alla fine è un film che per me riesce a funzionare nonostante i tanti difetti (quasi tutti evitabilissimi, tra l’altro) e questa è una cosa positiva.
Non lo riguarderei perché il finale mi ha dato fastidio, però mi sento di consigliarlo (seppur con tante riserve). Possibilissimo comunque che qualcun altro lo trovi ridicolo, noioso e brutto.
Per quello che riguarda i rischi che gli adolescenti corrono in chat trovo molto più riuscito il bel Trust diretto da David Schwimmer (sì, Ross di Friends).