Ni Pour, Ni Contre - Autoreverse (Cédric Klapisch, 2003)

Strano che non ci sia ancora una discussione dedicata a questo bel polar francese degli anni 2000. Il film si basa soprattutto sulla caratterizzazione approfondita delle figure dei criminali, da un lato mitizzandoli e rendendoli dei guasconi simpatici allo spettatore, dall’altro mostrandone gli aspetti più umani e fragili, da un altro ancora mettendone in luce l’anima nera e marcia che talvolta si trova ad emergere a causa della loro professione, con le priorità che da essa derivano.
Film solido e ben costruito, che dosa bene i momenti leggeri, quelli di pathos e le sequenze di azione.

Anche dopo la visione il titolo italiano (che nulla ci azzecca con l’originale) continua a risultarmi incomprensibile… A cosa si riferisce questo cavolo di Autoreverse?!?

Credo esistesse un vecchio thread: mi pare di ricordare l’avessi aperto proprio io subito dopo aver visionato il film in dvd parecchi anni fa. Forse non è stato ancora recuperato dall’archivo del vecchio forum? Per me comunque resta uno dei migliori “noir” francesi degli ultimi 20 anni: riesce ad essere un film estremamente cinico e al contempo anche “divertente” nonostante sia snobbato un po’ da tutti, forse perché Klapisch viene considerato soprattutto un regista di commedie. Bellissima la Gillain e molto bravo Elbaz e tutto il resto del cast. Invece non ricordavo affatto la presenza di Diane Kruger.

P.S. riguardo i titoli italiani dati “ad minchiam” ai polar francesi ne avevo parlato qui: À bout portant - Point Blank (Fred Cavayé, 2010)

Citazione
Un mistero invece le continue titolazioni in inglese di film francesi, soprattutto dei polar e affini. Dopo “Autoreverse” di Klapisch e lo scempio fatto con “Pour Elle” (intitolato “Anything for her”) si procede con la stessa “tecnica” anche stavolta sostituendo l’originale “A bout portant” con il “Point Blank” di boormaniana memoria… vabbé :frowning:

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Visto anch’io ieri sera, veramente molto bello, le facce giuste, i luoghi giusti, trama semplice e lineare. La banalità del male, e viene in mente il vecchio detto “le carceri sono piene di gente che aveva il piano perfetto”. Bella la trasformazione di Marie Gillain da ragazza della porta accanto a femme fatale. Finale interessante, molto poco americano chi l’avrebbe mai detto che l’avrebbe fatta franca dopo tutti quei morti?.