Non ci Resta che il Crimine (Massimiliano Bruno, 2019)

3 amici si inventano un tour nei luoghi della Roma della Banda della Magliana e si ritrovano proiettati durante i Mondiali del 1982 ad avere a che fare proprio con Renatino e soci

Un mix fra “Non ci Resta che Piangere” e “Ritorno al Futuro” in salsa poliziottesca/commedia scollacciata. Niente di clamoroso, ma sicuramente piacevole, decisamente sopra la media delle tristi commedie italiane degli ultimi tempi. Certo si vive un po’ di alti e bassi tra situazioni divertenti e altre meno riuscite, con i tre protagonisti a gigioneggiare alla grande e un Roberto Leo ottimo nella parte del cattivone. Nota di merito alla quota scollacciamento con le tette e il culo della Pastorelli in bella vista per la gioia di grandi e piccini. Finale aperto per un eventuale seguito. Nota di merito alla sequenza della rapina con i malviventi truccati da… KISS e ROCKETS
Ho pagato l’ingresso 3 euro e non li rimpiango, avessi pagato 10 magari una lacrimuccia furtiva l’avrei versata.

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Per me è stato una delusione su tutta la linea. Un film pigro, un supermarket citazionistico, a partire dal titolo. Certo, il cuore pulsante dell’intera operazione tradisce già la scarsa fantasia di partenza, una botta di nostalgia, il passatismo che accontenta tutti, gli odierni spettatori quarantenni e cinquantenni (tra i quali me medesimo) che rimpiangono il giardino edenico dei '70/‘80, epoche mitiche del “si stava meglio quando si stava peggio”. Il che, di per sé, non condannava il film a prevedibile schifezza, poteva comunque uscirne fuori qualcosa di divertente. E invece no. E’ la fiera del cliché, dialetto romano, la banda della Magliana (oramai se non c’è almeno un criminale da serie tv in sceneggiatura non sei nessuno), il 1982 unicamente identificato con i Mondiali calcio (siamo italiani semplici, cosa altro è successo nel 1982 e in tutti gli anni '80?).

Gassmann fantozziano che non ne imbrocca una con le donne è molto credibile, hanno scelto il tipo col physyque du role proprio. Tognazzi pavido e complessato ok, ma a 3/4 di film ha un twist psicologico che manco nell’Invasione degli Ultracorpi. Giallini fa sempre Giallini. Come la Pastorelli fa sempre la Pastorelli. Intendiamoci, è anche l’unico motivo per vedere questo film (quando fa la sua comparsa in scena con la tutina di Heather Parisi di “Disco Bambina” ci si sente male), però al dodicesimo film vorrei capire se oltre ad essere gnocca è anche un’attrice o solo una coattona romana. Edoardo Leo è bravino, ma non può fare il cattivo vero perché deve essere comico e non può fare il comico perché è il cattivo, né carne né pesce insomma. Non c’è in tutto il film un comprimario, un caratterista degno di tal nome.

I dialoghi sono inutilmente prolissi. Battute sprecate, battute assenti, una verbosità che ammazza il ritmo. Hai voglia a frazionare lo schermo come fosse un fumettone, hai voglia a citare i poliziotteschi, a mettere i Kiss contro i Rockets, Non Ci Resta Che Il Crimine gira terribilmente a vuoto. Poteva mancare l’annuncio del sequel? Si chiamerà Ritorno Al Crimine (di citazione in citazione), già in lavorazione.

La seconda, direi.

Siccome è su sky go, ne ho approfittato e l’ho guardato. Tutto sommato non è male, la miglior battuta del film assolutamente quando Tognazzi (che pelato nun se pò vede) guarda dietro, in macchina, e dice “libero”, e renatino risponde “ma 'ndò guardi, ahò, io devo annà avanti”, e parte… :smiley: . Le grazie della pastorelli priceless, tra culo e puppe è difficile scegliere quali siano meglio. Io per giallini continuo a stravedere, mentre come già scritto Gassman è decisamente meglio alla “teste di cocco” o “la bomba”, piuttosto che con l’occhiale da sfigato e la vita pure. E renatino? È come il cast di cemento armato, attori comici che in ruoli drammatici proprio non ci azzeccano, se non altro per una forma mentis. Però, dai, pur con i difetti o i già visto la visione se la merita.

L’ho visto qualche mese fa e già me se n’è sbiadito il ricordo. Trovo azzeccatissima la recensione di D-Fens che è riuscito a verbalizzare praticamente tutto il mio pensiero. Il fatto che poi sia giocato “in casa” mia non mi ha dato nessun valore aggiunto.

Una parola per Edoardo Leo. Secondo me è un buonissimo attore e se qualcuno ha visto recentemente la fiction RAI “Ognuno è Perfetto” avrà notato come alcuni suoi passaggi drammatici sono credibili. Io penso che semplicemente questo filmetto non era il suo ed era fuori parte.

Visto stasera su Sky… parafrasando il titolo, agli spettatori non resta che piangere e quotare quasi al 100% il post di D-Fens. Stasera avevo voglia di farmi quattro risate ma alla fine è stata una delusione su tutta la linea, tanto che dopo i primi 10 minuti, contraddicendo la voglia di commedia che avevo, stavo per interrompere la visione per rifocillarmi con alcune serie che sto seguendo attualmente come Doom Patrol o The Race.

Nel film non c’è una battuta che si salva, anche se dopo la prima mezz’ora (forse la peggiore parte del film) si fa leggermente meno fatica a seguire il film, più che per merito delle grazie della Pastorelli (che peraltro è bel lungi dall’essere vicina al mio ideale di bellezza femminile) ma quanto meno per vedere dove vogliono andare a parare. Probabilmente Lucisano ha tentato il colpaccio di replicare il successo di “Smetto quando voglio”, ma qui siamo davvero lontani dalle vette anche del peggior episodio di quella “trilogia”: speriamo con questo si limitino al solo sequel.

Velo pietoso sulla “ricostruzione storica”: un qualsiasi episodio della serie “Romanzo criminale”, pur lasciando anch’essa abbastanza a desiderare su quel versante, era ricostruito 100 volte meglio e senza abusare del trucco di restringere le inquadrature al massimo.

Ultima notazione: qualcuno ha mai visto manifesti del Vecchio Amaro del Capo in un film nostrano degli anni 70/80? Io mai, anche perché credo che all’epoca la diffusione di quel - peraltro buonissimo - amaro fosse limitata sul resto della Penisola. Eppure in questo film ce n’erano in ogni angolo: come “product placement” potevano farsi sponsorizzare dal Fernet Branca, forse sarebbe stato più plausibile.

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Più che limitata direi inesistente: era un prodotto a distribuzione strettamente regionale, e la ricetta era pure diversa: all’epoca tutto l’anice presente nella versione attuale non c’era, da quando è stato messo sul mercato nazionale lo hanno molto addolcito.

Sì infatti, immaginavo… ho scritto “limitata” perché magari poteva essere stato “esportato” nelle regioni limitrofe come accade a volte per le bibite gassate prodotte solo in ambito regionale.

Riguardo il cambio di gusto mi fido di te, dato che io l’ho assaggiato la prima volta solo quando è arrivato anche qui e non ai tempi in cui veniva bevuto solo in Calabria :smiley:

Confermo che nel 1982 a Roma s’ignorava l’esistenza di questo valido amaro…

Ragà, con tutto che comprendo che bisogna proprio essere di bocca buona per farselo passare, mi domando con che aspettative vi sedete a vedere film del genere, perchè da come scrivete sembra che siano piuttosto alte, e forse l’averlo tutto sommato salvato da parte mia deriva proprio che generalmente certe cose le approccio con aspettative ben sotto lo zero assoluto. Nessuna polemica eh, ma mi pareva strano vedere firme scafate come voi buttar via 10/15 righe per un film che probabilmente non ne avevano usate così tante nemmeno per scriverci il soggetto :D:D

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Steed non resta sotto le 15 righe nemmeno quando vota ai referedum :smiley:

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Veramente è proprio a causa della tua “assoluzione” se, nonostante la rece di D-Fens, alla fine ho voluto concedere una chance al film in questione :smiley:

Vabbè ma io continuo ad assolverlo perchè trovo pretestuoso pretendere che fosse questo il film che avrebbe risollevato il panorama della commedia italiana, o l’aspettarsi da questo film di capire se la Pastorelli è un’attrice (era già abbondantemente noto che non lo è), o la questione dell’amaro del capo, anche se rispetto i vostri giudizi sia chiaro, ma se mi siedo senza aspettative anche un mezzo sorriso stiracchiato è buono, altrimenti decido proprio di non avvicinarmi. Capitemi eh, non è una difesa del film di cui non me ne frega proprio un cazzo, ma siccome quì dentro abbiamo visto tutti i film di Alvaro Vitali assurgendoli a cult e sapendo che Nadia Cassini non era tutta stà attrice, ecco non è che questo mi sembrava tanto peggio:)

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Ma un conto è avere poche (se non zero) aspettative (ossia lo spirito con cui ho affrontato la visione), un altro è non riuscire a (sor)ridere per nessuna battuta/situazione: quindi pur non aspettandomi nulla, non pensavo il livello potesse essere così infimo.

Tu giustamente mi citi Alvaro Vitali… ma il punto è proprio che pure in alcuni dei suoi film peggiori si ride di più che in questo :smiley:

Tanto per fare un raffronto con altre commedie italiche viste senza aspettativa alcuna durante l’ultimo anno su Sky Cinema… peggio di questo solo il “Gatto in tangenziale” credo (o comunque sullo stesso livello) …e i “moschettieri” de noantri di Veronesi neanche lo cito perché forse è il peggio del lotto, tanto da non essere riuscito a finirlo. Molto meglio invece, pur senza essere chissà quali “capolavori”, sia “Il vegetale” che “Quel bravo ragazzo”, che pur non sventolando i cognomi Gassman, Tognazzi (e Giallini) sul manifesto ma solo quelli di Fabio Rovazzi e Herbert Ballerina/Luigi Luciano (che oltre a non essere figli d’arte non sono neanche del tutto attori), alla resa dei conti sono molto più onesti e divertenti di questo film di Bruno.

E non cito “Omicidio all’italiana” di Capatonda perché quello lo considero davvero un piccolo capolavoro :smiley:

Io avevo annusato che si trattava di film ruffiano, pigro e citazionista, ed ero più che disposto a stare al gioco (anche perché, come ho scritto, quelli sono i miei anni formativi). Mi aspettavo però che fosse almeno divertente (visto anche il cast non proprio di sprovveduti), non che salvasse il cinema italiano ma che fosse divertente, almeno un po’. Invece, come ho scritto nelle mie prolisse 15 righe, l’ho trovato solo e soltanto pigro. E la cosa mi ha irritato. Graditissimo il tocco sexy apportato dalla Pastorelli ma non si salva veramente altro. Se ci ho messo troppo a spiegarlo pardon… sarà deformazione cinefila ma mi vien sempre da fare un’analisi dettagliata, che sia Kubrick o Massimiliano Bruno, giusto per non fare il maschio alfa che sentenzia con 3 parole secche e icastiche ma per dare l’idea che un minimo ci ho riflettuto sopra.

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Io onestamente l’ho trovato imbarazzante.
Non si ride neanche per sbaglio e la sciatteria della messa in scena e della sceneggiatura sono deprimenti.
100 minuti della mia vita che potevano essere spesi molto meglio.

Ahhahahahah comunque ok, siamo d’accordo che è una “cagata pazzesca”, non vorrei che passasse l’idea che voglia difendere a spada tratta questa mezza minchiata, perchè è ovvio che è indifendibile, si vede che lo avevo visto in un momento di grazia Divina e non lo ricordavo così terribile. Di certo non lo rivedrò per togliermi il dubbio.

È terribile pure il fatto che si capisce che ci sia l’intenzione di fare una trilogia tipo “Smetto Quando Voglio”.

Tra l’altro se vedete il film su Sky on demand (come ho incautamente fatto io) vi tocca sorbirvi uno spot de L’Amaro del Capo sia prima che dopo il film.

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Visto l’altra sera, concordo col primo post di Venticello, troppi “palati fini” in questi lidi, si glorifica i "bei film andati né più né meno di quello che fanno nel film con i “mitici anni 80”. Non m’interessa del tentativo di fare una trilogia (che hanno fatto) studiato a tavolino, in fin dei conti è un film commerciale, così come la nuova trilogia di Jurassic o Star Wars. Gli attori quelli sono, Giallini fa Giallini (forse gli servirebbe un film con Pupi Avati per uscire dal personaggio), Tognazzi bravo, Gassmann sono sempre indeciso se sia un bravo o un pessimo attore, ottimo Roberto Leo, da sturbo la Pastorelli (anche se preferivo Anna Mouglalis in quel ruolo, ma forse lei è più credibile). Non ha gran risate ma a me qualcuna l’ha strappata (il Pulcino Pio), bella la scena della rapa. A breve recupero gli altri due.

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