Visto il trailer. Fotografia, scenografie, costumi, ambientazioni. Ci siamo. Attori? No comment…
P.S. La chiesa che brucia è un effettino speciale alquanto imbarazzante…
Il film si presenta in due storie crepuscolari, il primo, BLACK TOWN sulla fine della guerra di secessione con elementi dark e gotici. Abbiamo una Yasmin Pucci in piena forma e con fare stregonesco che è la padrona della città dove Ferrera arriverà.
La seconda storia, ossia APPUNTAMENTO A WITHE BUFFALO, invece, ha a che fare con toni ancora più crepuscolari, virati verso la fine di un’era ossia quella della vecchia frontiera. Abbiamo uno Stefano Jacurti in splendida forma che assume il ruolo dello sceriffo pronto alla pensione alle prese con il suo ultimo compito, acciuffare il pericoloso bandito Levy (Emiliano Ferrera). Avrà come compagno e successore in questa caccia … il nuovo sceriffo donna interpretato da Giulia Morgani, qui in stato di grazia.
Due parole sulla location. Girato a Camposecco e a Campo Imperatore, dove ci sta il buon Vincenzone Pelosi (che ha un bar dove i grandi attori dei vecchi girati sostano ogni tanto). Un buon tributo al vecchio cinema che usò la “frontiera americana de noaltri”. E non solo. Ci sono scene in spazi aperti molto evocative.
In un periodo in cui il cinema western in Italia è pressoché scomparso per via della paura di fare qualcosa di audace o per i finanziamenti inesistenti, per me Ferrera fa qualcosa di interessante con i mezzi a disposizione, rivelando un suo stile preciso di fare cinema. Qualche riferimento allo spaghetti western c’è ma in realtà la sua sensibilità verso i personaggi femminili (un po’ alla Almodovar) rende tutto più ricco, pieno di sfumature che nel cinema western sono mancate spesso e volentieri.
Qualche chicca. Il primo episodio, ossia BLACK TOWN, trae ispirazione letteraria da Ambrose Pierce, mentre il secondo, APPUNTAMENTO A WHITE BUFFALO riprende le composizioni di Charles Portis ed Elmore Leonard. Quando il cinema italiano incontra la letteratura…