L’unico ricordo chiaro e distinto è la sensazione di inquietudine che mi dava “gommapiuma”. Boh…
Creepshow non riesco a riguardarlo, che vivo in un palazzo infestato dagli scarrafoni. A volte bastava un brano musicale ad angosciarmi, da piccolo: ricordo un pezzo di Berto Pisano per lo sceneggiato Ho incontrato un’ombra, brividi.
creepshow è uno dei 20 o 30 titoli che vanta il maggior numero di personali revisioni (non so se esiste un topic sui personali record di re-watching). sarà l’impronta pop e fumettistica, sarà che le prima volta che lo vidi (e rividi N volte) gli scarafaggi erano per me un concetto astratto (finché ho vissuto in sardegna, non ne ho mai visto uno: in compenso certe locuste e mantidi XXL che se ci ripenso tremo), sarà quel che intendono rappresentare simbolicamente, sarà che molti anni dopo l’ennesima revisione ho avuto anch’io una memorabile invasione casalinga dalla quale sono però uscito vincitore, ma il full force blatta finale non mi ha mai particolarmente orripilato. anzi pur facendomi indubbiamente ribrezzo assoluto quelle bestiacce delle quali m’è toccato conoscere specie sottospecie e annessi usi e costumi e coltivare expertise da entomologo, quell’episodio resta per me ancora stracultissimo e affascinante, oltre che cinematograficamente avanti e insuperabile.
per ammortizzare e come contraltare, consiglio a chi deve per forza farci quotidianamente i conti lo spassosissimo joe’s apartment, dove le colonie di blatte sono adorabili canterine, ballerine di tip-tap, rapper (i testi delle canzoni sono concentrato di genio), organizzatrici di appuntamenti al buio etc.
ricordo comunque che il topic intende annoverare telefobie immotivate e scarsamente comprensibili, come quelle che ha di recente postato @SWAT
Per tornare a qualcosa che mi spaventava in Tv devo tornare al pleistocene e devo citare I Brutos. I miei mi ricordavano sempre i pianti che facevo quando a carosello passava la pubblicità della Cera Grey e Gianni Zullo prendeva schiaffoni (veri) devastanti.
A me ha sconvolto tantissimo quando qualche anno fa ho appreso che uno di loro era Aldo Maccione
Andando vagamente off topic, non era paura ma i miei fratelli mi ricordano ancora dopo circa 50 anni che ogni volta che partiva la sigla finale di Gulp “ed ecco finiti i fumetti in tv” mi mettevo inesorabilmente a piangere
Anzi più che ricordarmelo me lo rinfacciano
Per quanto mi riguarda:
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Pubblicità delle caramelle Tabù. Confesso di sentirmi a disagio ancora oggi, mai capito il perché.
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Sigla di Mixer di Giovanni Minoli.
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Spot TV di IT (il film) con il telefono che squilla e la barchetta di carta che finisce nel tombino sulle noti di “Per Elisa” di Beethoven.
Onestamente l’unica cosa che mi spaventava era Belfagor. Adoravo invece le nuvole di fine programmazione.
attenendomi alle sigle:
(che poi mai capito che canchero fossero i programmi dell’accesso, la qual cosa mi inquietava ancor di più)
e questa (ma più ancora, quella purtroppo irreperibile in rete, di oggi al cinema, simile contenutisticamente (cioè fatta sempre assemblando stralci di plympton, servais etc) ma con body talk degli immagination - ricordo soprattutto un tipo che andava in una bici le cui ruote erano bulbi oculari, paura matta)
e poi ce n’era una che davano nel primo pomeriggio, all’interno del dipartimento scuola educazione, credo fatta con una chitarra in wha-wha, che più che paura mi metteva una tristezza da funerale.
circa gli spot, mi faceva paura l’omino animato dell’amaro medicinale giuliani che alla fine si teneva lo stomaco tra mille smorfie e questa, cui debbo anche un incubo in cui la terza volta il fraticello usciva dallo schermo e dal logo e mi ghermiva:
La sigla di Mixer mi ha sempre dato un senso di tristezza, forse quella domenicale, del giorno prima di tornare a scuola? Era quello il giorno di trasmissione?
I programmi dell’accesso e l’origami, certo! Paura, sì.
Il fatto che per guardare quella sigla Anica bisogna avere un account sul tubo con età confermata la dice lunga!
Schramm, del Dipartimento scuola educazione io ricordo un logo che mi opprimeva, era una spirale, ma quadrata, bianca e nera. Ti dice qualcosa?
A proposito di loghi, senso strano anche con un logo che appariva prima di moltissime sigle di cartoni giapponesi su reti private, non ricordo se della produzione nipponica o della distribuzione italiana. Solo rivedendolo ora potrei capire cosa rappresentasse. Nella mia mente di bambino… non lo dico, è troppo folle!
Ah, scommettiamo che ti risveglio una paura a proposito di sigle, se non l’hai già detta? Quella di Oggi in Parlamento! Mi spaventava il senso di marzialità, “Ecco che si parla di quelli che comandano”. Oddio, non per forza una paura di bambino!
Dai, non lasciarci sulle spine!
A me casomai angosciava spegnere la TV in bianco e nero, con l’immagine che veniva risucchiata fino a diventare un puntino bianco, che rimaneva al centro dello schermo per qualche istante.
vero! questa l’avevo rimossa!! però più angosciante ancora era l’alone dell’ultima immagine che persisteva per una ventina di secondi e andava a sfumare nei catodici di penultima generazione. li faceva quasi sembrare una versione demoniaca della camera kirlian.
ma da quando? a me l’ha sempre aperta senza problemi!
eccome! questa, no?
ma a me non inquietava…
io forse ho capito… se mi dici che è quello dell’AB international export che appariva anche sempre prima di jeeg rido fino alla morte!
guarda qui:
no oggi al parlamento scialla, zero paure, anzi mi piaceva pure…
Allora, per la sigla Anica provate a guardarla senza essere loggati. Sarà per le “nudità”? Che cosa anomala!
Puntino e immagini fantasma che rimanevano sul tv, certo!
Sì, del DSE era proprio quello, credo però che ce siano state varie versioni.
No, schramm, il logo dei cartoni non era quello, a memoria posso dire che non avesse un audio proprio, ma che fosse visualizzato con già il sonoro della sigla, ma non non ci giurerei.
Comunque, Frank, la follia è che mi ricordava quegli specie di hangar che usava l’Anas, però con un braccio che fuoriusciva per salutare.
Sarà questo?
No, però potrebbe essere lo stesso distributore, se di quello si tratta. Immagina la B messa di traverso, con le gobbe verso l’alto.
Non lo trovo con la ricerca per termini, provo con il video di qualche sigla.
Eccoci, mi hai aiutato a trovarla perché era proprio uno dei principali distributori insieme alla ITV. Non ce n’è quasi traccia sul web, infatti ringraziamo il sito che si intravede nell’immagine.
Semplici O e M ma non assai intellegibili, se non fosse per il nome chiaro sotto. Però da bambini…
Una rilettura dell’Overture di Tommy degli Who, la sigla di Spazio Libero.
Questo inquietava anche me! Bravo che sei riuscito a descriverlo, anche se anche io difficilmente identifico il braccio salutante
Nel cerchio blu davanti, quell’aletta nera al centro, come se il cerchio avesse un buco e l’aletta uscisse fuori per salutare. Eh, lo so…