Pavor televisivus: le nostre telefobie bambine

quando la tv era una scatola ingombrante, godeva ancora di una certa autorevolezza e austerità e ai primi nativi catodici metteva una certa soggezione, nel mio caso dovuta in gran parte alla convinzione che, essendo una cassa, dentro ci fosse imprigionato tutto quello che si vedeva sullo schermo e se gli girava poteva uscire e trascinarmici dentro (oggi immagino che una cosa simile avrebbe inorgoglito Cronenberg). Per questo e non solo, ho nei primi 8-9 anni di età maturato delle paure irrazionali nei confronti di sigle, spot, bumpers o programmi del tutto innocui.

In particolar modo il massimo dell’inquietudine e del pelo ritto me l’hanno dispensata:

  • le prove tecniche di trasmissione rai con le diapositive di orchidee, gladioli giraffe e altri animali allo zoo, con la gazza ladra in sottofondo
  • la chiusura delle trasmissioni rai (che io chiamavo le nuvole), la cui musica (saturno di Lupi) mi trasmetteva un senso di morte indescrivibile e mi ghiacciava il sangue (anche quella della neonata rete3 non scherzava)
  • la sigla del carosello, specie i pupi che suonavano il menelicche (oggi è la suoneria del mio telefonino)
  • la sigla della tv dei ragazzi col panda che suonava il tamburo con la strumentale de al canto dei cucù
  • qualsiasi monoscopio col fischio a 250 hertz che faceva uuuuuuuuuu
  • le annunciatrici televisive, tutte (eccettuando forse la Elmi), specie la Orsomando e la Cannuli, quando non andava via la diretta e stavano anche un paio di minuti a fissarti intercalando con un sorrisetto imbarazzato. Mi dà due dita di pelle d’oca anche solo ricordarlo. E talvolta poco prima che venisse tolta la diretta si sentiva un inquietante clack! sordo bello forte, che non si è mai saputo/capito cosa fosse (forse il microfono bruscamente spento). Mi sono soprattutto chiesto spesso chi ci fosse dietro i drappi blu alle loro spalle.
  • L’interruzione dei programmi con la didascalia blu che si scusava per l’interruzione
  • il bumper rai con la noce che da lontano avanzava occupando quasi tutto lo schermo trasformandosi in una foglia oppure dalla quale fuoriuscivano palloncini (gli devo un incubo in cui fuoriusciva un chaplin inferocito che con la parte arcuata del bastone mi trascinava dentro la noce che si chiudeva e tornava nel nulla)
  • Sul fronte degli spot, lasciando perdere le ovvie pubblicità progresso choc e i trailer horror (quello di spiaggia di sangue , spesso trasmesso nei blocchi di spot che interrompevano pomeriggio con five, fu particolarmente traumatizzante: non che fosse particolarmente grafico, ma si chiudeva con un urlo agghiacciante che mi faceva scappare con le orecchie tappate e la pelle accapponatissima dall’altra parte della casa), il primo a farmi una certa paura è stato quello – credo in zona 1977-78- delle Saila menta; in cui una caramella che cantava emettendo un do di petto si apriva in due urlando

le pubblicità del pollo aia e della magnesia san pellegrino in sé non mi facevano paura, ma devo loro due incubi che ricordo nitidamente ancora oggi, che non dettaglio per non scivolare in off-topic.

Avendo nel tempo scoperto di non essere, come ho sempre creduto, il solo caso patologico che ha covato paure e angosce televisive più o meno immotivate (spizzicando forum come anima mia o i commenti di yt, le nuvole sono state uno spauracchio di parecchi della forbice 65-75), vado a chiedervi le vostre principali telefobie. A voi Roma!

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mio zio che abitava sopra di me comprò il primo tv a colori marca DUMONT nel 1976, le prime trasmissione ufficiali a colori furono le olimpiadi a montreal lo stesso anno mentre quelle regolari iniziarono solo l’anno dopo

c’erano però la mattina queste prove tenniche di trasmissione, quando ero a casa da scuola passavo la mattina dai miei zii e inesorabilmente si piazzavamo io e lui a guardare queste prove con contrasto e saturazione dei colori a cappella, che erano le uniche cose che si potevano regolare

però non mi facevano paura, sono state piuttosto il mio ingresso anticipato nella psichedelia, a parte forse la voce severa dell’annunciatrice che ogni tanto ripeteva PROVE TECNICHE DI TRASMISSIONE

piuttosto ciò che mi imparanoiava e neanche poco erano le rassicuranti, carine e familiari annunciatrici, tipo la Elmi, che quando narravano i riassunti delle puntate precedenti degli sceneggiati gialli parevano trasformarsi in ciniche cassandre degli incubi che di lì a breve sarebbero sopraggiunti, piazzavano una intonatura greve e solenne che sembravano dire è finito il tempo di scherzare iniziate a fare i seri che adesso sono cazzi

io iniziavo a cacarmi sotto dai riassunti delle puntate precedenti

o forse pure prima

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ecco hai centrato il punto. la tv di allora aveva un tono sempre severo, austero, che nella migliore delle ipotesi incuteva timore reverenziale o soggezione.

i contrasti regolabili erano perlopiù (almeno dalle tv rex) bicromi: blu scuro e rosso cremisi

a me la elmi mai toccato un nervo. tutte le altre, paura con la p maiuscola. avevano tutte un che di stregonesco o zingaresco. più che i riassunti, a mettermi regolarmente addosso un disagio del demonio era quello sguardo in camera fisso (la orsomando poi che si alzava o toglieva gli occhiali, come per metterti meglio a fuoco, terrore assoluto!!). mi dava sempre l’idea che stessero per uscire dallo schermo per ghermirti o farti del male fisico. ma senz’altro molto giocava anche il tono con cui presentavano tutto, specie quel “avvertiamo i telespettatori che per alcune situazioni particolarmente drammatiche, il film si rivolge a un pubblico adulto”. e tenevano questo timbro e sguardo come se ti dicessero “capito, moccioso? cazzo ci fai ancora qua davanti? fila subito a ninna o guai a te!” e ti sentivi osservato e anche in colpa… ok, tso arrivo.
questa cosa deve averla ben compresa il berlusca, che invece piazzò sempre annunciatrici dolcissime e sorridenti, con musiche allegre di sottofondo…

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A me terrorizzava la pubblicità “Chi ti droga, ti spegne”, con la tipa che si girava ed aveva gli occhi bianchi.
E subito dopo, la pubblicità contro l’AIDS, con il bordo delle persone che si colorava di fucsia e la musica inquietante di Laurie Anderson “o Superman”.
Per quanto riguarda le prove tecniche di trasmissione a colori, sono difficilissime da trovare. Qualcuno ne ha trovato un frammento in bianco e nero. Io invece le ho trovate a colori su cassetta VCR Philips.

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@Van_Harris beh gli spot di cui parli appartengono di diritto alla categoria vincere facile (anche se a me non hanno mai disturbato) e puoi sbizzarrirti in merito qui

la mia curiosità riguarda più terrori immotivati per materiali innocui all’altrui occhio

un frammento è visibile nel film non contate su di noi

:open_mouth: :open_mouth: :open_mouth:
beh allora difficilissime fino a na certa…!! escile!

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Nel campo delle “immotivate”, chiusure e aperture Rai di certo, monoscopi vari, poi io fuggivo alla presenza del pupazzo del Telegattone, non quello cartone animato, poi ho trovato più di una persona traumatizzata dallo spot del Nelsen Piatti, quando volavano i piatti a terra. :thinking:

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Se si scoperchia pure il pentolone dei caroselli come non ricordare quello del VIM clorex col tipo palestratissimo e pelosissimo che da un pugno sul lavandino della cucina con il cinturino grosso attorno al polso

E l’orrenda chiosa che l’acquaio diventava così pulito che ci potevi mangiare dentro

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(questo è già più nuovo di quello 70’s)

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Dico solo che sulla base di questo jingle un giorno mi ero apparecchiato dentro il lavello con conseguenti urla di mamma. Come la pubblicità può distruggere le menti degli infanti…

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@La_goccia_d_acqua l’apertura anche no dai… la chiusura metteva proprio i bordoni. ancora oggi nel rivederla almeno un brivido ci scappa. nei primi anni 2000 trovai su un vecchissimo forum centrato sulla tv un topic bello spesso interamente dedicato alla paura che metteva la sigla di chiusura.

tra i traumatizzati d’eccezione ricordo anche Franco Fabrizi, che in un’apparizione credo a domenica in di fine anni 70 caricata su yt esclamava “e quella orribile sigla con le nuvole alla fine! ma toglietela! oppure cambiatela, no? che mette n’angoscia…!!”

pensa se vedevi Discolaccio e Prinz! ma il dj con la testa a sfera specchiata e gli occhi cerchiati di rosso, allora?!

quella con Gianfranco D’Angelo? rido fino alla morte.

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@Pollanet proteggi la mente:

comunque a me il deciso cazzotto finale del warrior-cruising piaceva un casino

il lavandino apparecchiato è totale perché dà l’idea che il vim clorex sia una bevanda… :smiley: per fortuna @King_Ghidorah non è arrivato alla stessa conclusione

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a me metteva una fifa blu anche sta roba qui:

la parodia che venne fatta in a tutto gag dove le giostre si incontravano andando in frantumi, lungi dal farmi ridere mi faceva più paura ancora…

altra paura forse un po’ più comprensibile era il faccione di Marty Feldman nella sigla iniziale de L’occhio che uccide, programma che peraltro adoravo.

Quando la psichedelia si ingroppa le paure infantili: la sigla di Rischiatutto

Fuori concorso: il carosello dei copriletto Zucchi con la musica di Mr. Jingle Franco Godi

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…altro che fuori concorso! è formidabile! i primi 15’’ sembrano venire da una puntata di project u.f.o. posso immaginare quanta inquietudine potesse mettere nei bambini di allora. per quanto per me i cartelloni girevoli del carosello non si battono. mi fanno venire la pelle di pollo ancora oggi!

oltre a spiaggia di sangue, altro trailer ricorsivo a tradimento nel pomeriggio che metteva addosso una caga non indifferente era quello di amityville possession, specie il punto in cui olsen viene posseduto nella cantina e urla come un forsennato mentre gli implode progressivamente l’addome. mentre l’urlo andava avanti la voce fuori campo ammoniva “un film… da veder in compagnia!”

sempre nel pomeriggio, un format di cinema di canale 5 chiamato hollywood babilonia ne mandò in onda uno speciale con le scene di trasformazione finali del viso del protagonista, che non mi resero certo facile il sonno.

anche il finale con l’urlo munchano animato del trailer di the wall era tanto, tantissimo disagiio. mi faceva impressione anche il flano, che mi ricordava peraltro un volto dall’espressione non dissimile de la corazzata potemkin

altro terrore legato alla televisione in sé come oggetto, era quella sorta di alone dell’ultima immagine che persisteva nello schermo allo spegnimento per circa un minuto, che si manifestava nelle tv catodiche.

quanto a trailer e paure immotivate, invece, ricordo una delle numerose sigle dei contenitori anica del 1981-82, andiamo al cinema credo, in cui si vedeva in primo piano un pierrot piangente (non saprei dire da quale film era estrapolato) con un allegro motivetto funky-electro in sottofondo a fare da sigla, che mi risaliva regolarmente su nel dormiveglia.

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Forse faccio confusione perché ricordo l’apertura simile alla chiusura, urge rivederle.

Il dj mi toccava di meno, Discolaccio e Prinz li ricordo non per visione di allora, forse sono troppo giovane.

Il Nelsen! :laughing: Questa:

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Al di là di alcune pubblicità progresso, una pubblicità che mi metteva addosso una sensazione di angoscia ed inquietudine incredibile era quella della Playstation di fine anni '90 in cui c’era una strana ragazza con la fronte spaziosa che sembrava un misto fra un’entità digitale ed una persona vera e che parlava di “Ricchezza mentale” o qualcosa del genere.
Poi ricordo sempre in quel periodo una pubblicità che passò pochissimo in tv ma di cui non capisco ancora oggi lo scopo ed il motivo o almeno non lo ricordo. Mi dava parecchia inquietudine. In sostanza c’erano dei calciatori di Serie A (ricordo veniva citato Inzaghi ma anche Vieri) rappresentati come delle sorte di ombre tutte nere e con espressioni cattive e crudeli, tipo denti aguzzi o la classica espressione di crudeltà con sorriso malefico e sopracciglie curve, che trattavano senza pietà i portieri e c’era ad un certo punto una voce fuori campo che diceva una cosa del tipo “dai il tuo contributo, oggi i portieri hanno bisogno d’aiuto”, forse chiedevano soldi addirittura o chi si ricorda.

In termini invece di fissazione, ricordo che mi aveva preso totalmente la pubblicità della carta stagnola Cuki di metà anni '90 in cui c’erano i due ragazzi che si lanciavano il pollo avvolto nella stagnola in giro per la città. Per colpa di quella pubblicità ogni volta che mia madre dava qualcosa avvolta con la stagnola a me e mio fratello (tipo la merenda da portare a scuola) io e mio fratello dovevamo lanciarcela a vicenda in strada proprio come i due fratelli protagonisti dello spot, pure con l’immancabile frase all’inizio della serie di lanci “Ecco il pollo ragazzi!”. Quando mia madre veniva a sapere ciò le urla e rimproveri non si contavano.

Una sensazione particolare e strana quasi psichedelica me la procurava “Gommapiuma”. Non so spiegare il perchè ma a quei tempi era così.

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Per me l’ impersonificazione ingiustificata del terrore era la Linea di Cavandoli, quest’essere immondo senza occhi che parlava questa lingua incomprensibile, in versione nera è 3d è stato spesso protagonista dei miei incubi di infanzia.

Un altra colpa la do a La Bionda col videoclip di Wanna be your lover, dite quello che volete, ma la donna era un fottuto FANTASMA:

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@SWAT ahahahahah noooooo zomma!!! mi spezzi il cuore!! due delle cose che da piccolo più adoravo! la linea la trasmettevano nelle locali per tappare i buchi di palinsesto - che all’epoca erano ingenti, per cui te la trovavi sempre ovunque. ricordo che all’epoca la chiamavano un po’ tutti badùm badùm per via della sigla

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Boh nulla di così bizzarro. Alcuni spaventi risalgono all’età pre-scolare e sono comprensibili: rammento un film della serie Sherlock Holmes ad esempio, la Donna-ragno. C’era 'sta scena dove una migale calava da un buco nella parete sull’ignara vittima dormiente; mi impressionò così tanto che per anni ho guardato con sospetto aracnidi di ogni tipo (suppongo che derivi da lì anche la mia repulsione per le blatte, visto che son grosse e nere indi mi ricordano il ragnaccio del film più degli innocui ragnetti che si trovano in giro per casa l’estate).

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Mi hai fatto venire in mente una scena che mi impressionò moltissimo: mio padre stava facendo zapping notturno quando incappò, se non sbaglio su Odeon, in un film super angosciante in cui ad un tizio si riempie la casa di scarafaggi e finisce per esserne sepolto vivo (successivamente ho scoperto essere un episodio di creepshow). Di solito quando io ero presente durante il suo zapping (amava molto farlo) se c’era qualcosa di scabroso cambiava canale, ma qui probabilmente era così intrigato dalla bizzarria della sequenza che la lasciò fino in fondo (per la mia gioia da pavor mirabilis)

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