Come si discuteva l’altro giorno con @Pollanet, il materiale promozionale cinematografico ha avuto molte volte un ruolo fondamentale nell’immaginario dell’amante del cinema e questo al di là dell’oggettiva bellezza artistica di alcuni poster.
Se doveste individuare un poster o una locandina che vi è rimasta particolarmente impressa per qualsiasi motivo, quale scegliereste e perchè?
Per me non è stato banale scegliere perchè sono veramente tanti. Alla fine mi sono deciso per L’Uccello dalle Piume di Cristallo.
Da bambino abitavo in una casa che affacciava su cartellone pubblicitario su cui venivano affissi solo poster cinematografici. Quello che ho scelto mi ha colpito profondamente perchè era la prima volta che vedevo l’immagine di una gola tagliata. Inoltre quello strano uccello di cristallo esercitava su di me un magnetismo particolare. Ovviamente non avevo l’età per vederlo al cinema e per questo L’Uccello è rimasto per me un oggetto del desiderio per anni fino a quando mamma RAI lo passò sul primo canale.
Mentre @Frank_n_Furter ci pensa… mi è venuto in mente quando da bambini ci esponevano sotto casa le locandine del cinema locale… tra le tante sceglierne una è davvero difficile.
Innanzitutto c’erano 2 processi, il primo era quello di soffermarsi di fronte alla locandina e iniziare a fantasticare sulla trama del film, il secondo era quello di attraversare la strada e ammirare le fotobuste facendo ipotesi più azzardate, chiaramente le più assurde, andando a memoria, davvero difficile sceglierne una, potrei dire le locandine che mi fecero venire gli incubi: La ragazza di Trieste, Vigilante, L’Ascensore… o Paura nella città dei morti viventi.
Ma su tutte scelgo:
Era veramente un rompicapo quel poster, da una parte le chiappe dei due tipi, dall’altra animali selvatici e scene di violenza inenarrabile, di cosa parlava? Chi erano quei due? Chi si stavano mangiando gli animali e soprattutto… com ha fatto a staccarsi il braccio al tipo? E poi c’era quella frase terrificante: “Dal Vero ciò che il cinema non aveva mai osato filmare”, nella mia testa esistevano i film con la trama, il mondo movie non era contemplato.
La verità venne a galla una ventina di anni dopo con l’avvento del collezionismo, elaborando il concetto di “mondo” e soprattutto quando ebbi modo di vederlo.
Molto difficile la scelta, sceglierne una sola è veramente dura ma alla fine riflettendoci bene scelgo quella di Roma a mano armata che per me rappresenta qualcosa di epico
Su tutte, questa qui. Avevo 10 anni quando la vidi esposta all’ingresso del defunto cinema Esperia di Battipaglia, rammento il misto di fascino e inquietudine che mi causò. Rimane tutt’ora il mio manifesto preferito.
Da piccolo non ero un grande amante del cinema, quindi non ho ricordi molto precisi, se non forse il poster di Tarzoon, La vergogna della giungla che mi sorprese non poco
E poi ho una passione per questi due posters esteri di film italiani:
posso capire l’ascensore e paura, ma i primi due mi sa che dovrai spiegarmeli
è incredibile, non hai mai visto il trailer? era assillante, per circa tre mesi te lo ritrovavi a tutte le ore del giorno specie su euro tv e pur non mostrando niente di che era disturbante assai. ricordo che ogni volta volevo spegnere o cambiare canale ma non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso. mi picchiò la testa al punto che arrivai addirittura a riuscire a riprodurne al piano la main theme.
peraltro in uno dei manifesti in più punti a caratteri cubitali c’era scritto sempre in giallo UN FILM SHOCK! UN FILM SHOCK! UN FILM SHOCK!
mi sono sempre domandato che altro ha fatto fracassi oltre a collaborare con climati e morra.
per il resto è una scelta difficilissima, perché tra il collezionare flani locandine e fotobuste e i cinema di terza visione vicino casa me ne passarono sotto gli occhi a strafottere senza soluzione di continuità
sulla tua falsariga quelli che mi hanno più imbambolato e fatto volare con la fantasia ammazzandomi di whatthefuck sono stati questo
che come puoi leggere è stato il primo a fregiarsi dell’urlo dal vero ciò che il cinema non aveva mai osato prima e di cui esisteva anche una versione più leggera ma col bugiardino più lungo, col coccodrillo che pasteggiava in primo piano, simile a quello di nudo e crudele
e soprattutto questo:
anche se quello che vidi io era diverso, sostanzialmente una macchia di sangue enorme su sfondo nero che conteneva un nutrito impressionante bugiardino (non sembra esisterne traccia in rete), oltre al quale la cosa che mi fece cappottare il cervello era che in calce c’era scritto a caratteri cubitali ATTENZIONE: la produzione e la direzione del locale declinano ogni responsabilità per eventuali malori causati dalla visione del film
se devo parlare invece di manifesti che mi facevano una paura matta e mi salivano nel dormiveglia, pochi dubbi:
e soprattuttissimo
quanto a quello che più amavo, devo invece ragionarmela a lungo.
un altro poster che mi fece volare sui monti con la testa era quello di testament, che non riuscii a ricondurre, allora, alla guerra nucleare e che quanto ai contenuti del film per me rimase davvero misteriosissimo e una vera sfida a fare un’ipotesi finché non lo vidi e capii che quello del manifesto era il fulgore gessoso del flash atomico:
@rodar mi permetto di rispondere in vece di @SWAT e provo a razionalizzarlo così: negli anni 80 le ragazze e le donne rasate a zero erano una visione abbastanza rara, e iconicamente riconducibile alla malattia o alle suore (che per propaggine rimandano, almeno per il sottoscritto, agli inquisition-movies e in ogni caso non sono una figura accomodantissima), da qui forse l’inquietudine. pensa se vedeva il trailer o il film! io perlopiù resto basito il doppio su quello di vigilante, che trovavo delizioso e rassicurante con quella frase di lancio “stiamo ripulendo il bronx. provate a fermarci…”. e poi aveva in calce il pallino giallo-blu della film 2, e tanto mi bastava.
Scusa il ritardo nella risposta, riguardo La ragazza di Trieste e Vigilante, non era una questione di rasatura, così come non era questione di cosa vedevi nella locandina, il lato che mi spaventava sicuramente era quello che non vedevi e quello che non sapevi, un immagine astratta e insolita di spalle che a quell’età in nessun modo associavi all’immagine di un film o un eventuale trailer, come ho detto sopra sorgeva tutto dall’immaginazione che scaturiva da queste immagini. Film che sicuramente “il cuGGino” di turno aveva visto e te lo dipingeva come il film più terrificante mai visto.
per dipingere la ragazza di trieste come il film più terrificante mai visto però bisogna essere trolloni o drogati forte. in ogni caso penso sia questione di sensibilità personale. le figure di spalle mi hanno sempre incuriosito ma mai terrorizzato. sempre stato più sensibile all’impatto frontale (specie, nelle locandine, di volti straziati che urlano, come quelli postati: il top dell’incubo però fu per me the wall). o all’aniconicità assoluta (vedi appunto testament).
circa il non sapere, è un aspetto che fino a presa visione del trailer (che non sempre avveniva, vedi appunto dolce e selvaggio nel tuo caso) era applicabile a ogni locandina, perché allora per farti un’idea della trama dovevi investigare in largo e in lungo. aspetto che peraltro mi manca enormemente, perché stimolava la tua immaginazione come pochi. anche troppo, sovraccaricando il film di aspettative enormi, quasi sempre regolarmente disattese anni dopo.
Mi hanno sempre affascinato locandine e manifesti cinematografici ma solo di recente ne ho riscoperto la bellezza e il potere evocativo (oltre ad averne iniziato una piccola collezione): come diceva @SWAT partire dal manifesto per fantasticare su come potesse essere la trama del film era un esercizio di immaginazione che oramai si è perduto per sempre, con le nuove generazioni di Tiktoker che mantengono vita l’attenzione per non più di 10 secondi.
Ricordo il bellissimo libro Pittori di cinema (edizioni Lazy Dog) del compianto Maurizio Baroni sull’argomento.
Tra le tante opere d’arte, perché tali sono (e basta confrontare le locandine italiane con quelle straniere per rendersi conto della differenza di qualità) la mia preferita è questa:
tratta da un film orrendo di Mario Bianchi; lo stile mi ricorda il mio fumetto preferito ovvero quel Ken Parker e la capacità del disegnatore Ivo Milazzo di dare dinamicità ai personaggi delle poesie, spesso crude, dell’autore Giancarlo Berardi.
Ah non so cosa dirti, la donna nuda pelata di spalle nell’acqua mi faceva quell’effetto lì, comunque mettiamo in classifica pure The Wall, ben detto, il rapporto immagine/fotobusta era terribile.