Quo vado? (Gennaro Nunziante 2016)

visto sull’aereo ieri. Prima volta che vedo un film di Zalone che per me e’ un perfetto sconosciuto, non seguendo piu’ da anni quello che succede in Italia.

Che dire? sono sorpreso che sia stato “il piu’ grande incasso italiano di tutti i tempi”. Li per li pensavo ad un’esagerazione ma pare sia vero. Certo siamo anni luce dai capolavori degli anni 60 italiani (di tutti i generi, non soltanto commedia), ma il film scorre bene, ho fatto belle risate (anche perche’ da troppo non rivedevo una commedia italiana), e mi son commosso un po’.

Sinceramente questo Checco, razzista, sessista, egoista, superficiale, approfittatore, e politically scorretto, mi e’ piaciuto molto, anche se ripeto non ho mai visto niente di lui in precedenza ne’ di film ne’ di spettacoli tv.

Molto toccante per me tutta la parte in Norvegia. Dato che abito all’estero da molto e -purtroppo- devo abituarmi a diverse culture, ha descritto abbastanza bene quello che un italiano prova quando calato in altre culture. Forse questa e’ stata la parte piu’ significativa per me, e mi ha fatto pensare tutto quello che ho perso in questi anni.

Fatto molto piacere rivedere Lino Banfi in un ruolo simpatico.

Concordo con Federico: i siparietti africani -anche se hanno un perche’- sono un po’ penosi. L’inizio del film, quando sono ancora in macchina, prometteva male (situazioni comiche e battute peggio dei fumetti Bianconi), e mi aspettavo una cavolatissima, ma quando inizia il flashback, il film decolla.

Certo, poi qualcuno mi deve spiegare come ha fatto a incassare cosi’ tanto dato che a parte le locations “esotiche” il film ha un taglio molto televisivo e la sostanza alla fine non e’ che sia molta. O gli italiani hanno peggiorato molto i gusti cinematografici, o nel film c’e’ qualcosa “di piu’” che mi e’ sfuggito.

PS: vedo sui siti cinesi che c’e’ gia’ la versione coi sottotitoli in mandarino, e diversi cinesi gli hanno dato il massimo delle stellete nelle recensioni online. Mah.

Ecco, ti sei risposto da solo.

Ovviamente non faccio di tutta un’erba un fascio, eh, sia chiaro.

Se il futuro della commedia italiana cinematografica sono Lillo & Greg, o la “nuova” coppia natalizia De Sica/Brignano, o se l’alternativa “autoriale” ,nel 21o secolo, ha da essere un Marco Bellocchio (ma chi sono quei fessi che ancora finanziano la sua roba?!), allora molto sinceramente dico: auguro a Zalone che i suoi prossimi film incassino 100, 120, 150 milioni di euro.

Il film l’ho visto solo ieri per la prima volta e però alla fine il punto credo sia tutto nella citazione che ho estratto dal discorso di Almayer. Intendo, a mio gusto è un filmetto, non il peggior prodotto mai realizzato in Italia (c’è ben di peggio) ma neppure il migliore, ed il fatto che abbia stracciato ogni record è inquietante. E’ un fenomeno puramente di moda, che durerà finché durerà, ovvero finché non verrà rimpiazzato dal prossimo fenomeno usa e getta che durerà X film. Prima di Zalone, Pieraccioni ha fatto lo stesso percorso, poi dopo una manciata di pellicole identiche l’una con l’altra ed interscambiabili (a parte per la sgnacchera di turno), gli si è esaurita la vena, o comunque il pubblico si è sfiancato e ha voluto il nome nuovo.

Rispetto ai precedenti film di Zalone mi pare il meno divertente. E’ fastidiosamente televisivo, nonostante si faccia il giro del mondo. Come notava Federico prima di me, è assai poco cinematografico. Tanto di cappello a Zalone, per carità (almeno non punta esclusivamente su tette e scorregge), non è tutto da buttare, ripeto; però se stessimo parlando di un film andato “solo” discretamente al botteghino e senza tutto il battaglione mediatico che ci si è esercitato sopra, anche anche…ma considerato che ha smosso montagne e ha scomodato più penne e commenti di Kubrick o Scorsese, francamente finisce più con l’irritare che fare simpatia. Il pubblico ha veramente voglia di accontentarsi e spegnere il cervello quando entra in sala, stop.