Rebecca - La Prima Moglie (A. Hitchcock, 1940)

Visto ieri dal blu ray francese contenuto nell’ottimo cofanetto edito da Carlotta che contiene altri tre film diretti da Hitchcock e prodotti da Selznick (Io ti salverò, Notorius e il caso Paradine).
Non l’avevo mai visto in HD e nemmeno in inglese, se devo dirla tutta, ed è stata una bella esperienza anche se va detto che non è propriamente un film “alla Hitchcock”. Ci sono diverse scene dove si riconosce la mano del Maestro ma non è comunque un film da considerare tra i manifesti del suo cinema, ecco.

Nonostante fosse il primo film che Hitchcock girava in America per Selznick si tratta comunque di un film molto europeo, sia per l’ambientazione (Costa Azzurra e Inghilterra) che per il protagonista Laurence Olivier, passando per l’autrice del romanzo da cui fu tratto il film, Daphne Du Maurier.

Ho sempre considerato molto crudele questo film e la visione di ieri sera ha confermato questa mia impressione. Il personaggio di Jean Fontaine fa molta tenerezza per come viene continuamente contrapposta al “fantasma” di Rebecca al cui confronto risulta sempre inadeguata. Ho sempre trovato umiliante la devozione verso il marito che non la tratta certo benissimo e che ha dei cambi d’umore davvero insopportabili. Non mi pare, poi, una crudeltà naïf, anzi, mi sembra proprio molto insistita.
Hitchcock e Truffaut nella famosa intervista hanno sempre minimizzato questa cosa e ho sempre trovato buffo il paradosso suggerito dal regista francese che diceva che alla fine il film doveva essere stato divertente da scrivere perché in fondo era la storia “di una ragazza che fa molte gaffe”. Buffo…

Ci sono tre scene che mi hanno sempre colpito: una è quella del flashback/non flashback quando Laurence De Olivier racconta quello che accadde nel capanno sulla spiaggia, con quel lento movimento circolare della macchina da presa che non mostra nulla. Una soluzione molto raffinata. Poi ho sempre apprezzato la caratterizzazione di Miss Danvers (Judith Anderson) che non si vede mai entrare in scena, come se fosse una figura che si muove silenziosamente ed entra nelle stanze senza che nessuno la noti.
E poi sono sempre rimasto affascinato dall’incendio finale, realizzato con tecnica invidiabile (e si tratta di un film di 80 anni fa)

Il blu ray francese è ottimo anche a livello di extra, contiene un ricco estratto audio dell’intervista di Truffaut a Hitchcock (ovviamente relativo a Rebecca) che si chiude in maniera molto divertente con Truffaut che si complimenta per l’Oscar ricevuto e Hitchcock che, un po’ infastidito, dice che lui non ha ricevuto nessun Oscar, l’ha vinto Selznick, non lui. Hitchcock avrebbe voluto l’Oscar come miglior regista, evidentemente, per il quale era peraltro candidato. Il film poi vinse anche l’Oscar per la fotografia.
Dopo l’estratto dell’intervista c’è un’interessante analisi del film (in francese).

Tra gli altri extra c’è una featurette con il re delle featurette, il miglior regista di featurette mai esistito (ma è riduttivo definirlo così), il grande Laurent Bouzereau. L’eccellente regista franco/americano non ha solo diretto gli extra più belli del mondo (per tutti i film di Hitchcock e Spielberg ma anche per tanti film di Polanski, Friedkin, Scorsese, De Palma e altri ancora…) ma è anche autore di diversi libri su Hitchcock, del quale è ovviamente un profondo conoscitore, e per 20 minuti parla del film con grande competenza.

Oltre al trailer c’è anche una serie di “screen test”. Curioso vedere il provino di Vivien Leigh per il ruolo che poi fu assegnato a Joan Fontaine.

la governante è entrata nei miei riferimenti di vita, quando devo descrivere un certo tipo di atteggiamento, quel materializzarsi dal nulla in modo inquietante
ovviamente nessuno capisce mai cosa intendo :smiley:

Concordo pienamente con la disamina di Brass.
Penso anch’io che sia alquanto e riduttivo e sostanzialmente sbagliato quanto dice Truffaut sul ruolo della povera disgraziata . Non è certo vittima di sè stessa e tantomeno delle sue “ gaffe”.
Credo piuttosto che occorrerebbe una specifica analisi psicologica del rapporto di interdipendenza sadomasochistico se vogliamo anche abbastanza estremo per Hitchcock .
Un gran bel film non c’è che dire , sicuramente non uno tra i migliori del regista ma ne apprezzo la ricerca accurata in merito alla fedeltà della narrazione della De Maurier.

Sì, è per quello che dico che trovo il film molto crudele. Della protagonista non sappiamo nemmeno il nome, infatti, dopo il matrimonio, ci si rivolge a lei solo come “Mrs de Winter”, prima di sposarsi non viene mai chiamata per nome, come se avesse diritto ad avere un’identità solo in funzione del marito.
E per tutto il film viene umiliata, prima dalla signora per cui lavora, che la tratta in maniera odiosa, e poi dal marito e dalla signora Danvers che non perdono occasione per farla sentire inadeguata e non degna del ruolo che copre, schiacciandola continuamente sotto il peso del ricordo di Rebecca (che peraltro non viene mai mostrata né in foto e né in ritratto). Ma nonostante tutto lei rimane sempre attaccata a questo marito che non sembra amarla e a un’ambiente che le è ostile.
Le gaffe a cui si riferisce Truffaut non sono divertenti, sono persino tragiche e hanno conseguenze pesanti a livello psicologico (addirittura la storia del vestito spinge la protagonista sull’orlo del suicidio).

È notorio che per avere una relazione sana bisogna evitare a tutti i costi i paragoni con i precedenti partner mentre il film (e presumo anche il romanzo, che non ho letto) si basa proprio su questo rapporto malato basato quasi sul presupposto che la nuova moglie non sarà mai all’altezza della prima.
Questa cosa mi è sempre sembrata molto opprimente e nel film l’ho trovata resa molto bene.

Segnalo peraltro , a chi fosse interessato , che sta per iniziare su LA7 un documentario su Hitchcock con vari approfondimenti e interviste .
Il programma è Atlantide.


Edit del giorno successivo (non apro un thread nuovo perchè non avrebbe senso)

L’annunciato documentario, non è stato di fatto un documentario, bensì fortunatamente una rassegna di tre pellicole.
Segnatamente:


Intrigo Internazionale
Notorious
Io ti salverò

I film sono stati semplicemente presentati da alcuni personaggi , tra i quali il nostro Dario Argento.

Assolutamente niente di nuovo o interessante. Il vertice più basso di questi interventi è stata la “finta” intervista a un Truffaut fatto credere illusoriamente vivo al pubblico e “intervistato” tramite spezzoni di una vecchia intervista degli anni 80 al cineasta francese.

Mi perdonerete la digressione ma avendo letto la qualità dei contenuti extra citati da Brass, viene un filo di sconforto nel metterli a confronto con quelli proposti nel 2020 dalla televisione italiana.