Aggiungo Alex Proyas (Il corvo), Jonathan Kaplan (anche se arrivato a Sotto accusa era già diversi anni che era regista - aveva diretto anche Terence Hill - ma non riuscì mai a diventare un nome ‘caldo’) e l’eterna promessa Alex Cox.
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Scordavo Milcho Manchevski. Che esordì nel 1994 con un film buono ma già sopravvalutato come “Prima della pioggia”. E si portò a casa un esageratissimo Leone d’oro a Venezia. Poi, ben poca roba. Più un titolo da lui rifiutato (“L’ombra del diavolo”, perché il signorino non voleva Brad Pitt come irlandese!), e un altro da cui si fece cacciare (“L’insaziabile”. Robert Carlyle lo fece sostituire dalla propria amica, Antonia Bird). Un curriculum non esaltante…
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Anche la stessa Bird dopo Il prete non riuscì più a ripetersi (ed è morta nel 2013 a soli 62 anni).
Lo stesso Penelope Spheeris dopo Wayne’s world (che pure è il suo ottavo lungometraggio) non riuscì a mantenere il suo nome nel grosso giro pur avendo fatto altre cose. Oggi ha 78 anni, capirai.
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Neil Marshall.
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Ken Wiederhorn.
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ammappate ma è la sua cosa migliore di sempre!
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A me non ha fatto impazzire, devo dir la verità. Comunque poi si è rifugiato di nuovo nella cosiddetta fiction. Capisco che deve pure lavorare, però rispetto a quello che si pensava potesse essere all’inizio poi non è stato.
io su soavi non ho mai riposto chissà quali speranze. trovai non male deliria ma niente per cui ballare la breakdance nudo in piazza savona, e così così chiesa e setta. dellamorte per l’amor di un dio, visto e dimenticato con mucho gusto. quando uscì arrivederci ho fatto salti alti 10 metri. per non parlare di uno bianca.
Duncan Jones dopo il buon Moon e il passabile source code si è un po’ perso (non nomino per decenza quella merda di Warcraft e Mute non l’ho visto)
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Neill Blomkamp.
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Geoffrey Wright. Il primo lungo, “Skinheads” con un giovane straordinario Russell Crowe. Poi…mah?!?
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Alex Cox nel bene o nel male ha continuato a fare film, certo con produzioni minori. Anche lui ha avuto problemi tipo Stanley, anche meno impattanti.
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Stephen Chow.
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Mi viene in mente anche Antonio Leonviola. Fece un film straordinario come Noi cannibali con la Pampanini, ma poi non s’è più saputo ripetere a quei livelli.
Yahoo Serious.
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Don Coscarelli, che con Phantasm aveva sfornato un horror memorabile ma coi film successivi a mio avviso si è abbastanza ridimensionato (ma ha avuto un’onesta carriera ed è ancora in attività, va detto). Carlo Carlei, che con La Corsa dell’innocente era partito benissimo ma poi… e ci aggiungerei Giulio Base, che il suo Poliziotti era tosto ma la sua carriera successiva, bah.
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Florent Emilio Siri che dopo Distretto… ehm Nido di vespe s’è impelagato in un film con Bruce Willis e poi, si, ha continuato ma senza particolari picchi di creatività.
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Ben detto, Rodar. Siri fece il VERO remake di “Distretto 13”, e gli venne splendidamente. “Hostage”, a distanza di quasi 20 anni, resta un signorissimo thriller, con Willis in magnifica forma. Motivo ulteriore, data la salute ormai precaria dell’attore, per ricordare il film con affetto e nostalgia…
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Alexandre Aja.
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Stephen Chow.
Fuor di polemica, ma a me pare che se la sia cavata bene in tutti i film che ha girato da solo; chiaro rispetto al ritmo di produzione di altri autori della ex colonia è praticamente Terrence Malick. 
Ciao!
C.
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