Registi che sembrava chissà cosa dovessero fare

Nel corso della storia del cinema ci sono stati registi che, a livelli differenti, per un film sono stati fin troppo celebrati per poi non essere più così ricordati in seguito.

Non tutti hanno avuto la fortuna di un Christopher Nolan, di un Quentin Tarantino o di uno Spike Lee che partendo da un cinema piccolo, inteso a livello finanziario, poi sono diventati dei riconosciuti maestri. Vuoi per sfortuna, vuoi per incapacità propria, vuoi anche per disinteresse non gradendo troppa pressione.

Il primo della lista è Sam Mendes. In questo caso almeno si è tolto la soddisfazione di dirigere uno dei migliori 007 mai prodotti: Skyfall, però è anche vero che non è più uno di quei registi per cui quando esce un film tutti dicono ‘ah!’ riferendomi ai tre registi sopracitati. La sua carriera continua sempre ad alti livelli ed è anche stato fatto baronetto recentemente, però il suo nome non è più così centrale considerati gli inizi.

Poi c’è Lee Tamahori che dopo Once were warriors ha mantenuto abbastanza alta l’attenzione sul suo nome fino a La morte può attendere. Dopodiché pare che per lui il grosso giro è finito lì. Tra l’altro nel 2006 è stato arrestato per adescamento di un poliziotto con lui vestito da donna (!).

Poi c’è lo sfortunato John Lafia, una specie di Tarantino ante litteram, il cui suo The Blue Iguana pur non incassando molto fece girare il suo nome nell’ambiente. Ma vai a sapere per quale ragione non riuscì più a mantenere l’attenzione su di sé. È morto suicida nel 2020.

Diverso il caso di Florian Henckel von Donnersmarck. Dopo Le vite degli altri si ritrovò invischiato nella produzione The tourist: film che fece soltanto per contratto. Successivamente ha fatto un altro film ma lui è soprattutto regista teatrale cosa che fa tuttora.

Tra gli italiani mi viene in mente Franco Amurri che dopo Da grande non è più riuscito a bissare lo stesso successo. Ha fatto anche un film negli Stati Uniti, Flashback con Hopper e Sutherland figlio, 1990, ma la sua carriera è rimasta al palo.

Ve ne vengono in mente altri?

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Richard Kelly. Fin troppo facile…:relieved:

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Richard Stanley,
John McNaughton…

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Stanley, almeno i primi suoi DUE film restano. Diciamo che nel caso specifico, “L’isola perduta” gli ha chiuso molte porte, per troppi anni…:scream:
P.S. McNaughton? Dopo “Henry” , l’unica cosa all’altezza è in effetti stata “Sex Crimes”. E non lavora dal 2013…:black_heart:

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Roger Avary,
Eric Red…

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Dici Red. E allora, aggiungo Robert Harmon…:shushing_face:

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Anthony Waller.

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Questo non lo conosco, che film ha fatto?

Il bel Mute Witness, e poi si è rovinato provando a fare l’impossibile, il seguito di Un lupo mannaro americano a Londra, Un lupo mannaro americano a Parigi.

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“Gli occhi del testimone”. Bel film.
P.S. “Un lupo…” non fa schifo. Certo,a confronto del film di Landis, mmmhhh…:roll_eyes:

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Confesso di non conoscere quel titolo… il secondo si! :no_mouth:

Tra gli altri raggiungo la coppia che fece TBWP e Clive Barker (anche come scrittore).

Ancora tra gli italiani Leone Pompucci e Carlo Carlei.

Barker regista, forse non vale quello scrittore. Ma “Hellraiser” e “Cabal” rimangono capisaldi per il cinefilo appassionato di horror, sicuramente.:star_struck::ok_hand:

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Sì d’accordo, ma non s’è riuscito a ripetere successivamente.

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Premesso che ovviamente va un po’ a gusto personale, al momento mi vengono in mente:

Kevin Costner con “balla coi lupi”
Sean Cunningham “venerdì 13”

Poi un caso particolare è stato Tony Kaye che mi pare avesse un curriculum eccellente nella pubblicità e coi videoclips ma è finito “trombato” (come il vate Tretti insegna :smile:) da Hollywood (diciamo da Edward Norton)

Davvero generarono aspettative o ebbero successo all’esordio?

Ah ecco! Mi viene in mente anche Marco Brambilla con “demolition man”!

scusa ma sam mendes oltre ai due 007 avrebbe fatto 1917 che non mi pare proprio una mezza loffetta, quindi andrebbe sottratto a quel sembravano chissà cosa dovessero fare

scusa, ma che dici? non sarà stato attivo come stephen king (peraltro è stato purtroppo frenato di recente da problemi di salute) ma ha all’attivo una ventina di libri strepitosi. e per tre o quattro racconti a caso dei libri di sangue sono pronto a dare alle fiamme tutto king. e cinematograficamente parlando, il riadattamento che ha fatto per il candyman di rose non si tocca, per il sottoscritto sta anche spanne sopra hellraiser.

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Punti di vista rispettabilissimi, ma per me sono comunque tornati nei ranghi. E poi ho scritto che Mendes continua ad alti livelli, ma non ha certo la fama di un Nolan (con cui condivide l’origine inglese).

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Diciamo che più che altro se ne parlò. Di Pompucci con Le mille bolle blu e di Carlei con La corsa dell’innocente.

e di nuovo, circa barker, che stai a dì? ma bombette come la trilogia di abarat, imagica, il mondo in un tappeto o apocalypse e il canyon delle ombre le hai lette? se quelli sono i ranghi, non so…

Posso azzardare i nomi di Alex Infascelli ed Eros Puglielli? Autori dei due migliori gialli dei primi anni Duemila (Almost Blue; Occhi di Cristallo), entrambi non hanno poi saputo mantenere le attese e in breve tempo si sono bruciati la possibile quanto letale nomea di “Nuovi Dario Argento”.

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Certo che puoi anche se Almost blue è decisamente meglio riuscito di Occhi di cristallo.
Per certi versi anche Michele Soavi. Dopo un inizio col botto, Deliria, e una proseguimento che faceva molto ben sperare, La chiesa e La setta, s’è man mano ritirato verso più sicuri lidi televisivi. Si, fece Arrivederci amore, ciao, ma non è abbastanza.
Aggiungo anche Giacomo Campiotti.

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