Reindeerspotting - Escape from Santaland (Joonas Neuvonen, 2010)

Per la vostra gioia ritorno a sproloquiare intorno ad un mio grande amore, ovvero i droga movies. Questo merita davvero.

Una decina d’anni fa trovai ed acquistai il dvd di questo film durante un viaggio in Finlandia, folgorato dalla copertina. Purtroppo non ho mai potuto guardarmelo, poiché privo di sottotitoli e fitto di dialoghi, le immagini sporche e amatoriali emanavano un grande interesse ma mi era chiaro che non avrei colto nulla del senso profondo del film (che poi, facendo qualche ricerca sul web, capii che era davvero interessante ed andava visto come si deve).

Ieri per una strana connessione mentale mi torna in mente questo Reinderspotting e mi chiedo: “Chissà se attualmente su internet si trova coi sottotitoli inglesi?”
Ovviamente la risposta è si! Disponibile legalmente in streaming su uno strano portale che non conoscevo.

FILM COMPLETO
https://www.cultureunplugged.com/documentary/watch-online/play/5979/Reindeer-Spotting---Escape-From-Santaland

Il film è davvero bello: girato dal vivo con una videocamera Mini-DV da un ragazzo appena maggiorenne, tossico egli stesso, che ha iniziato a filmare le persone intorno a lui durante la propria quotidianità, soffermandosi in particolare sul suo amico Jani.

Ci troviamo a Rovaniemi, cittadina di neanche 100.000 anime nel cuore della lapponia, che non offre nulla se non neve e ordinaria routine.
La vita degli outsider lì è strana: da un lato anche se sei un tossico vivi in una casa dignitosa, con comfort e riscaldamenti, a spese dei servizi sociali (e non potrebbe essere altrimenti a quelle latitudini, se non ti garantissero ciò sarebbe morte certa). Dall’altro la città non ti offre davvero nessuna prospettiva, nessuna possibilità di costruire qualcosa di diverso dall’ordinario, nessuna possibile via di fuga alternativa.
Il regista e il suo amico Jani restano coinvolti in un sacco di situazioni-limite, tutte riprese dal vero mentre accadono davanti alla mdp (oltre alle varie pere che si reiterano nel ciclico continuum temporale della vita del tossico, mi hanno particolarmente colpito un ragazzo strafatto che precipita giù da un terrazzo durante una festa e il quasi investimento di una signora mentre se ne vanno in giro strafatti con un’auto rubata).
Jani campa di furti ed ha problemi con la legge, vciene processato e condannato a una pena detentiva che dovrà iniziare a scontare durante l’estate. Qualche giorno prima di dover entrare in carcere riesce a rubare diverse migliaia di euro e parte insieme al suo amico videomaker per un viaggio-fuga in giro per l’Europa.
È questa la parte più struggente del film, vedere l’emozione di un ragazzo che non è mai uscito dalla sua cittadina nella periferia del mondo che sgrama gli occhi e sprizza felicità da tutti i pori quando vede ciò che una grande città può offrire. La stessa entusiastica gioia che prova però quando scopre che a Parigi i “sert” regalano il Subutex (la droga sintetica di cui è dipendente) come palliativo per combattere l’eroina, la stessa gioia che prova quando si fa una pera nel cesso in cima alla Tour Eiffel, la stessa gioia che prova nel parlare delle pere che si è appena fatto o che sta per farsi godendosi una trasmissione alla tele sdraiato nella sua stanza d’albergo.
Scoprire il mondo ha una grande fascino, ma non più grande di quello del comfort che l’appagamento dell’assuefazione può dare.
Doloroso vedere la difficoltà di abbandonare la dipendenza, doloroso il vedere sogni ed aspirazioni di una vita diversa emergere con veemenza e poi offuscarsi ed annebbiarsi nella disillusione della necessità della spada, doloroso vedere che è quasi impossibile uscire da dinamiche e relazioni che ti fagocitano e che continuano ad inseguirti e rincorrerti quando cerchi di scappare verso una vita diversa. E che prima o poi ti riprendono sempre.

Leggendo qua e la tra wikipedia e imdb scopri la triste notizia che qualche anno più tardi, dopo essersi fatti il gabbio, i due amici sono partiti per una vacanza nel sud est asiatico nella quale Jani ha perso la vita in circostanze poco chiare.

Joonas, il regista, ha realizzato nel 2020 un altro film, intitolato Lost Boys, che parla di questo viaggio e della scomparsa dell’amico.
Ho quindi una gran voglia di recuperare e vedere anche l’opera seconda di questo videomaker improvvisato ma lucido e a suo modo poetico, capace di fissare in immagini potenti ed emozionanti la realtà dell’emarginazione e della dipendenza.

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