Il regista de Il Buco, che ammetto non aver ancora visto, s’inventa una pandemia particolare, che colpisce solo i ricchi. Produzione internazionale di grande respiro, con ovvie strizzate d’occhio alla situazione dei barconi nel Mediterraneo. Finale per me top, perché alla fine “fatti non foste per viver come bruti”, ed è nel’animo umano di volersi migliorare.
detto che a me al cinema i didascalismi classisti così vistosamente sgomitati e le distopie senza un minimo di ambiguità o di sfumatura danno violentemente allo scroto, lo sto vedendo a tocchi e anche così sto facendo davvero fatica a proseguirlo. sarà il clima porco che già manda all’altro mondo, sarà che vederlo con sole 5 ore di sonno alle spalle non è il top, sarà soprattutto che el hoyo era tutt’altra fattura, ma lo sto trovando pesantone per usare un termine sympa e light, specie nella prima mezz’ora blablablata tra la croisette e l’alaska dove non si capisce bene che pesci vuole davvero pescare. boh spero tanto di sbagliarmi vedendo i prossimi 70’ ma così a naso per me questa volta urrutia ha davvero cannato grosso.
è stata durissima ma l’ho appena finito. per me va solo a peggiorare: sempre più polpettonesco, pregno di retorica buonista, moralista, con conversione in valuta marxista da quattro spicci (“la vera povertà è avere troppo”). poi entra in gioco un secondo tempo con tutta la manfrina al rovescio dei migranti-ong e le castagne son davvero cotte e abrustolite (sarò una pessima persona e probabilmente lo sono, ma non ne posso davvero più di vedere applicato il tema a ogni latitudine e longitudine artistica - sempre detto che arte e ancillarità sociale vanno scarsamente d’accordo). per me bocciatissimo senza appelli, anche perché a livello ritmico-tensivo siamo davvero a due palle come cavolfiori (ogni volta che ho controllato se mancava ancora molto, anche a 10’ dalla fine mancava sempre troppo) e a livello orrorifico-materico-fisiologico beato chi ci acchiappa e rabbrividisce. il buco era molto più straight-to-the-core dal min 1, qua siamo al concettuoso incoronato dell’incubo capitalista travestito da epidemic-movie (e viceversa) pseudofilosofico. bah.