Perché? Sono compromessi i materiali originali, o problemi di diritti?
nessuna delle due cose, diciamo che “per chi può” non vale la pena di sbattersi così tanto.
Uscite estere? So che c’è il dvd tedesco.
Un cult! La prima volta Di Merli nei panni di Betti non passa inosservata. La prima parte è decisamente migliore mentre nella seconda perde un pò il mordente però il divertimento è assicurato. Indimenticabile l’inseguimento al Chiodo con l’uccisione prima dei bambini e poi con la morte dello stesso per via di un commissario inferocito come non mai . Peccato che l’edizione in dvd Federal faccia veramente schifo, speriamo in una nuova edizione restaurata e soprattutto integrale
Concordo, i primi dieci minuti sono in pratica l’abc del poliziottesco italiano, con Merli già incazzatissimo e la gente esasperata. Fantastico. Poi il film prende la deriva del vigilante che non ho mai gradito.
Il “doppio” finale però è notevolissimo.
Io ho la vhs della Number One. Ignoro se sia integrale, ma nella scena dell stupro c’è un full frontal della ragazza, e la scena delle braccia spezzate e del ball-kickin’ a Luciano Rossi c’è tutta.
Confermo, è integrale
Il dvd Hobby & Work sarà identico al Federal?
Da ragazzino questo film è stato per me un vero culto. A Roma si faceva la fila per entrare nelle sale cinematografiche perchè era il primo film in cui si portava una visione di violenza così esasperata nelle strade che ben conoscevamo (il fenomeno com’è noto fu amplificato all’inverosimile nei cinema di Napoli con il “violenta” di Lenzi). Com’era abitudine, mentii sull’età per entrare con gli amici…
Nel vederlo con occhio adulto posso dire che è sempre piuttosto divertente con punte di eccellenza come l’inseguimento a John Steiner ma ha evidenti limiti di sceneggiatura che sembra fatta solo per tenere insieme le scene di violenza (anzi, senza “sembra”). Concordo che la parte con Merli vigilante è la più fiacca anche se lui con la sua maschera di rabbia rende sempre piacevoli le scene di azione.
Può piacere più o meno di altri poliziotteschi ma resta un capostipite del genere.
A me come film è sempre piaciuto molto, soprattutto per la vena malinconica e pessimista che pervade il film: anche il “giustiziere” Merli, in questo film, resta incastrato nella spirale di violenza che si è creata senza riuscire a venirne a capo.
Nella scena finale anche Biondi, che qualche scena prima aveva ammesso “da quando ero entrato in Polizia per me la polizia era lei”, prende definitivamente distacco da Betti e dai suoi metodi:“La giustizia, esercitata con i sistemi usati da lei e “dai suoi amici” diventa sempre un fatto personale”.
La linea di confine tra il commissario “alla merli” ed il giustiziere è davvero sottile nel film, bene ha fatto (cinematograficamente e socialmente) girolami a far scavalcare la suddetta linea al commissario per mostrare il rischio di avere certi atteggiamenti prova ne sia il fatto che Betti interrompe il pestaggio di Luciano Rossi e compare quando si sta andando verso una deriva “mortale”. Detto ciò, splendido film che ha creato uno dei commissari più “splendidamente massicci ed incazzati” del cinema, grazie alla coppia girolami babbo/Maurizione nazionale.
A me però resta sempre il dubbio che il “freno” dello scrupolo etico finale utilizzato sia qui che, per esempio, ne “La Polizia Ringrazia” sia sempre stata solo una corta coperta utilizzata per coprire l’ideologia di fondo. Erano puro intrattenimento o avevano latenti velleità politiche?
Quando ci penso mi piacerebbe vedere come sarebbe realizzato un vero poliziottesco nel contesto attuale. Un A.C.A.B versione poliziottesco, per capirci.
Credo che velleità politiche, nonostante le critiche di alcuni critici, non ne abbiano ma che gli autori si siano basati sul clima che imperversava in quegli anni in Italia
Credo che velleità politiche, nonostante le critiche di alcuni critici, non ne abbiano ma che gli autori si siano basati sul clima che imperversava in quegli anni in Italia
Anch’io credo che la gran parte dei film rispecchi semplicemente il clima di quello che si viveva nel quotidiano senza secondi fini, almeno per la maggior parte dei casi.
E soprattutto erano finalizzati a sfruttare il successo che il genere aveva in quel momento (ricordiamoci sempre che all’epoca il cinema italiano era una vera “industria”).
Poi chiaramente ci sono film con uno “spessore” diverso e che probabilmente non possono essere “etichettati” come semplici polizieschi (penso a “Cadaveri Eccellenti” di Rosi o “Io Ho Paura” di Damiani).
Avendo tradotto (recentemente) varie interviste per un documentario sulla Dania Film, posso confermare che sicuramente nel loro cinema - e esattamente come dici. Le interviste sono da un gruppo di professori universitarie e partono con quella propria domanda. In ogni caso rispondono che i loro film erano semplicemente film di azione per quanto riguarda i polizieschi. Non pensavano di aggiungere un commento sociale piu profondo. Parlo di Sergio Martino, Umberto Lenzi, Michele Massimo Tarantini, Enzo Castellari e Mino Loy. Non erano film politici neppure una critica della vita sociale, principalmente perche i produttori di solito erano di destra, mentre la troupe era maggiormente di sinistra. L’unica cosa e che alcuni film erano ispirati qualche volta da vicende attualmente accadute - ma anche li erano molto liberale con l’uso del materiale.
Ho scoperto che su Chili vendono la versione HD del film:
Qualcuno ha gia acquistato qualcosa sulla piattaforma e può “infodermi” coraggio? Altrimenti appena trovo il coraggio di “rischiare” i 6,99 euro lo compro e vi faccio sapere.
Ho recuperato questo film qualche giorno fa.
La cosa che più mi ha colpito è lo stile narrativo del regista Marino Girolami, così simile a quello che ha poi adottato il figlio Enzo nei suoi film di genere.
Pochi giorni dopo ho rivisto infatti “Il grande racket” e se non avessi saputo da chi erano dirette le due pellicole avrei sicuramente pensato che si trattasse dello stesso regista. I tanti anni in cui il giovane Enzo ha affiancato il padre sui set hanno evidentemente lasciato un segno notevole!
3 messaggi sono stati uniti a un argomento esistente: IL CONCETTO UNIVOCO DI VERSIONE INTEGRALE
Sbaglio o di questo film nessuna casa ha mai pubblicato il br?
Il film non l’ho mai visto (provvederò a breve, tanto per poter riversare un po’ di inchiostro digitale in questo topic) ma quello che avevo capito io leggendo gli interventi precedenti è che c’era stato un secondo passaggio in censura per abbassare il divieto e consentire così il passaggio in tv anche in orari da “fascia protetta”.
Sollecitato dal’intervento di @Fabio sono andarto a leggere le note presenti su italiataglia ed effettivamente pare che la sequenza relativa alle braccia spezzate fosse già stata tagliata in sede di concessione del nullaosta ministeriale (al primo ed unico passaggio in censura) e che quindi tutte le versioni che presentano anche questa scena fossero “clandestine”.
Per quanto riguarda la sequenza dello stupro con nudo integrale citata da @Renato , in sede di concessione del visto non se ne parla, quindi desumo che all’epoca tale sequenza passò indenne al vaglio dei censori. Non capisco pertanto perché avrebbe dovuto venire tagliata in seguito, non essendoci stato un secondo passaggio in censura.
A quanto pare è così
Confermo che la scena delle mazzate era l’unico taglio dell’edizione cinematografica (e non di passaggi in censura successivi, che a me non risultano) e che lo stupro è incluso, esattamente come descritto da Renato, in tutte le copie oggi circolanti.