Sacrifici umani in oriente negli anni '80

Mi è venuto in mente un servizio del TG della prima metà degli anni '80, che mi aveva non poco turbato.

Era presumibilmente in oriente, india?malesia?indonesia?thailandia? non saprei, c’era questa statua dalle fattezze orientali, andando a memoria mi vengono in mente le divinità indiane, con fattezze mostruose e colori vivaci, ai lati della statua c’erano due lunghe vasche rosse di sangue e in pieno giorno in mezzo a una città c’era sta gente che con disinvoltura sacrificava capretti e gallinacci.

Ne parlavano al TG perché si diceva ci fossero stati anche dei sacrifici umani a sfondo religioso.

Reperire il medesimo servizio originale mi pare troppo, ma se qualcuno ne ha memoria non mi dispiacerebbe approfondire. Ho fatto un po’ di ricerche riguardo i sacrifici umani ma non ho trovato nulla al riguardo.

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Potrebbe essere la festa nepalese di Gadhimai?

No non era una cosa così su “larga scala”, era in un contesto urbano per quel che ricordo, poi magari poteva essere anche Nepal, sicuramente qualcosa di Hindu o poco lontano.

Mi sono imbattuto casualmente nella divinità del folklore thailandese Kru Kai Kaew, al cospetto delle cui statue i credenti erano soliti sacrificare animali per avere fortuna e prosperità.

Tanto è vero che alcune statue moderne sono state rimosse per questo motivo:

Quella nell’articolo è una statua moderna, ma le fattezze quelle sono, la cosa caratteristica e inquietante del mio ricordo erano tipo due vasche ai lati della statua appositamente create per accogliere i sacrifici. Chissà…
Magari non si parlava neanche di Thailandia.

forse è il Dashain festival, che si tiene verso ottobre, che è un vero e proprio bagno di sangue in tutto il Nepal: a Kathmandu nelle piazze si decapitano migliaia di animali, da galline a mucche e tori e col sangue che fuoriesce dal corpo scapato, si benedice macchine, case, biciclette, fucili, tutto quello che serve nella vita quodtidiana insomma. Generalmente chi si occupa dei sacrifici sono i guerrieri gurkha che con un colpo di spada ben assestato staccano la testa a una mucca.

Io lo vidi la prima volta che ci andai e ne rimasi… insomma non era una bella esperienza, diciamoci la verità

Per quanto riguarda i sacrifici umani non saprei ma fino agli anni 80 in Nepal (perlomeno, poi in India non so) quando moriva il marito di fede induista e veniva cremato sugli altari lungo il fiume Baghmati, anche la moglie vivente doveva seguirlo nel viaggio nell’adilà finendo arrostita anche lei. Poi, fortunatamente qualcuno si è accorto che non a tutte le mogli andava tanto giù di far questa fine e, con una certa riluttanza, hanno dovuto fare una legge che impedisse questa tradizione.

Comunque, se si parla di sacrifici animali… almeno in Nepal il Dashain fa scorrere ettolitri di sangue per le pubbliche strade, è il giorno della vittoria delle forze del bene guidate da Kali (che è l’avatar stramegaincazzato della dea Durga) contro le forze del male guidate dal demone nonmiricordochi. Dopo una settimana di lotte, alla fine trionfa il bene (la luce) sulle forze dell’oscurità e si celebra con massacri e macelli di milioni di animali in tutto il paese. E meno male che vincono le forse del bene… se vincevano quelle del male, che c’era? un genocidio ogni anno? vabè, son popoli ruspanti

Quello lì in Thailandia è capace che ci sia ancora… vaglielo a spiegare ai buddisti che non si possono più squartare gattini, cagnolini, topolini per chiedere ad un dèo protezione, quattrini, potenza sessuale, donne, successo, carriera… sennò veramente non ci lasciano più fare niente…

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Perdonatemi lo Zardozismo, ma ho sempre pensato che da Mao in giù gli Han non hanno posi sbagliato così tanto, nel loro approccio al buddhismo himalayano…

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guarda lo penso anche io. il buddhismo che ci insegnano in Europa, tutto roselline e fiorellini, peace & love in realtà non è il solito buddhismo che praticano in oriente. Anzi - punto di vista personalissimo - è forse la filosofia che più di tutte sviluppa un egoismo ed un individualismo parossistico, ai limiti della spietatezza e del mero utilizzo del prossimo a scopi puramente individuali ed arrivisti. d’altra parte nei templietti di ogni casa c’è uno specchio dove si riflette la propria immagine e quella è la divinità da adorare. per me è un pò inquietante, soprattutto se questo concetto viene portato all’estremo. Me lo dicevano anche i miei studenti, ai tempi che insegnavo in Cina: “io sono un essere perfetto perchè sono buddhista, non c’è nessun dubbio che io sia perfetto, il mondo è stato creato per me” (mi divertivo a provocarli proprio perchè ero curioso di approfondire questo aspetto). però questo implica tante considerazioni che forse qui vanno veramente OT ma che, in qualche modo giustificano i sacrifici animali: se io sono perfetto, se il mondo è stato creato per me (o, quantomeno, l’esistenza del mondo mi è indifferente rispetto alla mia ricerca dell’equilibrio interiore e della mia assoluta centralità nell’universo: tutto il resto è relativo, indifferente e perfettamente utilizzabile per i miei scopi), allora - per estremo - significa che tutto il resto del creato esiste in funzione delle mie necessità, dei miei voleri e anche dei miei piaceri se questi servono per migliorare il mio benessere interiore. E non esiste nessuna implicazione morale nell’utilizzare quello che mi sta attorno, se esso serve allo scopo (e bisogna distinguere il concetto di “soddisfazione” da quello di “benessere”: la soddisfazione è legata a valori più terreni e materialistici; il benessere interiore è più un concetto spirituale, che tende a rimarcare l’armonia con l’universo, la ricerca di quella unione tra perfezione dell’universo e perfezione interiore, lontanissimo dal concetto “il cielo stellato sopra di me, l’ordine morale dentro di me” perchè è completamente slegato dalla morale in quanto quest’ultima necessariamente ha un legame diretto con la materia della quale bisogna imparare a negarne il valore materiale).
Quindi la vita di un animale sacrificato non conta niente davanti alla mia perfezione e alla mia assoluta, centrale, divinità nell’universo: la vita o la morte di un animale in se e per se non ha alcun valore morale, mi è assolutamente indifferente rispetto ai miei scopi.
Se c’è da ucciderlo per ingraziarmi gli dèi, ok: dove è il problema?

Non parliamo poi della variante tantrica (Thailandia, Tibet e Mongolia) se nel buddhismo tibetano qualsiasi forma di vita è sacra a meno che non sia necessario sacrificarla per ingraziarsi gli dèi - ma anche qui, un omicidio o un atto crudele possono semplicemente essere giustificati con un “mi son lasciato trasportare ma farò un dono agli dèi per ingraziarmeli nuovamente” e bell’e sistemato tutto - nelle scuole tibetano/mongole/thailandesi il sesso è una delle discipline per raggiungere il karma interiore.
Ok, no problem. Ma…
Ma se io sono Dio, sono l’essere perfetto e il sesso è uno dei modi per raggiungere il mio benessere e il mio equilibrio interiore… allora significa che donne, bambini, qualsiasi altro essere che può stimolare la mia necessità sessuale è messo li solo per farmi raggiungere i miei scopi, visto che davanti alla mia assoluta divinità (leggasi: la mia assoluta centralità nell’universo), tutto diventa solo un mezzo.

Il vero punto centrale è riuscire a superare il concetto di sofferenza e di materialismo (e qui casca l’asino): quando non ci son più implicazioni legate al concetto di sofferenza e di materialismo, di valore della materia, allora tutto diventa indifferente, tutto diventa puramente “inutile”, come una volta mi raccontò un buddhista indiano a Bangkok: una foresta che brucia, la natura che muore o viene distrutta dall’uomo per me non ha nessun valore o significato, mi è assolutamente indifferente nella mia ricerca dell’equilibrio interiore o della perfezione, tutto quello che mi sta attorno assume significato solo se può servire al mio scopo, altrimenti tutto deve essermi indifferente. L’esistenza del mondo attorno, quindi il riconoscimento della materia, ha significato solo se mi serve per raggiungere il mio benessere interiore, solo in modo puramente e perfettamente utilitaristico e speculativo, come puri mezzi adatti allo scopo e non come valori di per sè perchè la materia non ha valore mentre l’equilibrio e la pace interiore sì. E questo giustifica e racconta anche perchè Thailandia, Sud est asiatico buddhista son società che hanno fatto della mercificazione del sesso, della vendita di corpi (poco importa se maggiorenni, minorenni, uomini, donne o bambini) paesi tristemente famosi. Il turismo sessuale non è nato nel dopoguerra per gli occidentali. Gli occidentali lo hanno scoperto nel dopoguerra con l’occupazione americana prima e il crescente turismo poi ma se andate nella piazza di Vientiane in Laos c’è una statua di un re e sotto tra le sue tante cose importanti che ha fatto è stata di redigere un editto in cui proibiva la prostituzione come lavoro entro membri della stessa famiglia fino al secondo grado. Che culo. O basta andare a Bangkok dove ci son migliaia di negozi di amuleti di demoni o divinità dai falli giganteschi o dalle vagine e dai buchi di culo aperti come pochi: perchè nel buddhismo tantrico il sesso è il cardine attorno al quale tutto il benessere interiore ruota. e allora, demoni, dèi, bordelli, offerte di corpi affinchè la gente stia meglio dentro.

Ripeto, son concetti mandati all’estremo ma perfettamente logici. Basta guardarsi anche i libri fotografici di Steve Besse per capire lo strettissimo legame che c’è tra sesso, porno, morte, disfacimento dei corpi nella cultura buddhista thailandese, per capire quanto tutto sia relativo, puramente utilitaristico e - soprattutto - volto solo allo scopo di procurare il famoso benessere interiore, bypassando il concetto stesso di materia (i corpi che son solo involucri di carne che possono disfarsi e distruggersi in qualsiasi momento) e di morale.

D’altra parte una delle versioni più ricorrenti delle statue del Buddha è lui grassone flaccido che, sdraiato sul divano mangia e ride beato. Mangire, ruttare, scorreggiare, godere: tanto il mondo è stato creato per farmi vivere così, il mio parco divertimenti personale, io Dio dell’universo circondato da tutto quanto può essere stato creato per farmi star bene. tutto il resto può essere utilizzato solo come un mezzo per farmi star bene dentro.

A dir la verità meglio Gesù Cristo… forse era un pochino più comunista e pensava anche un pò di più al prossimo. Poi, ognuno la vede come vuole. Anche se la passera piace anche a me ma non faccio come mi dicono sempre: “se ti piace, prendila e fottila, che te frega di sapere cosa pensa lei? Pensa a te stesso”. Eh vabè, ci proverò.

Insomma, alla fin fine: sacrificare un animale non è poi un gran problema.

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Ringrazio Lollauser per avermi citato, evidentemente ho fatto scuola (nel bene e nel male…:tongue::wink::joy:). Personalmente, il buddismo mi è sempre stato simpatico e “condivisibile”, perché l’ho sempre visto più come una filosofia (portatrice di valori positivi) che non come una religione (“oppio dei popoli”, diceva uno assai più colto e intelligente del sottoscritto…:relieved:). Purtroppo, sembra che all’interno stesso di tale filosofia, ci siano parecchie “sfumature”. E non tutte positive. Anzi.:scream::face_vomiting::woozy_face: Ad ogni modo, ripensandoci bene, il caro Buddha, con la sua pingue corporatura e lo sguardo satollo, era semplicemente…epicureo! E lo vedo come ulteriore punto a suo favore. Esteticamente, almeno…:pig::pig::pig:
P.S. Vabbè, mi tengo il MIO, di buddismo. E pace…:v::blush:

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La cosa positiva è che sicuramente esistono diverse scuole, diversi livelli di interpretazione, diverse sfumature che - in maniera perfettamente asiatica, cioè adattabile alle condizioni e alle sensibilità locali - han fatto si che il buddismo in Europa sia molto più filosofico e volto alla costruzione di rapporti sociali e interpersonali pacifici piuttosto che incentrarsi molto di più sul proprio io individualista come in estremo oriente. Ma d’altra parte, come detto, è una filosofia che ha saputo adattarsi, plasmarsi e integrarsi con le varie mentalità locali. Se in Asia l’individualismo è molto più sviluppato che in occidente (e lo posso anche capire: ci son miliardi di persone: per sopravvivere, emergere e distinguersi nella massa è molto più complicato e necessariamente l’individualismo è più accentuato), in Europa, la piccola Europa con i suoi substrati filosofico-religiosi che parlano di democrazia, socialità e socialismo, il buddismo ha assunto aspetti molto più “comunitari”, palestra di benessere e illuminazione interiore sicuramente ma tenendo conto di un tessuto sociale molto più condiviso

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Comunque, si: il buddismo è una filosofia di vita. Inventata da un tale signor Siddartha “Buddha” Gautama (penso i suoi discendenti c’abbiano ancora il copyright). Che prende la base dalla religione - questa si che è una religione propriamente detta - esistente in quelle lande laggiù: l’induismo. Ma se già il buddismo è incasinatissimo a livello di comprensione, non pensate neanche per un secondo ad avvicinarvi all’induismo che… vi basta leggere solo le prime 15 pagine dello sterminato ed infinito Mahabharata per dedicarsi a qualcos’altro. E se ci aggiungete almeno altri 30-40 libri sacri sull’induismo, decine e decine e decine di migliaia di dèi che a loro volta generano avatar o “incarnazioni” che possono avere carattere completamente opposto (la buona dea Durga che si trasforma nella ferocissima e affamata di sangue dea Kalì: o, meglio, Kalì nasce da una goccia di sangue che emana dal terzo occhio della dea Maa Durga… e già qui ci si comincia a capire un cazzo)… insomma, studiare Induismo e Buddishmo è un gran casino. M’era preso bene quando vivevo in Nepal la prima volta, nel 2010 e mi raccontavano un sacco di storielline e le basi principali della cosmogonia e della demonologia, le differenze tra la religione (Induismo) e la filosofia (Buddismo, a sua volta divisa tra le 4-5 scuole principali) ma… meglio che ognuno se la adatti a proprio piacimento. Si evita di infilare in labirinti senza fine

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Anche se questo topic sta andando incredibilmente OT, ringrzio prima @bastardnasum per risposte e precisazioni ma non si tratta del festival ne delle cremazioni Nepalesi.

Ripeto nel servizio era una singola statua in un contesto metropolitano, la gente andava lì e sacrificava quelli che andando a memoria potevano essere galli e/o gallinacci, ma in maniera direi “discreta” niente di plateale o di piazza, sgozzavano la bestia lì e bon, non era un festival di piazza, ma un idolo venerato in quel modo.
Il fulcro del discorso del telegiornale era che in quel posto furono (anche) perpetrati sacrifici umani… insomma niente che non abbia già detto sopra.

vabbè basta che togli negli anni '80 dal titolo e diventa tutto perfettamente IT :stuck_out_tongue_winking_eye:
Oppure lasci così e aggiungi Video di e ci fai diventare veramente OT
Abbiamo approfittato della zona grigia in cui si muove questo thread :expressionless: [rumore di unghie sugli specchi]

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Ricordo nei primi anni 80 reportage giornalistici che segnalavano sacrifici umani in India, in onore della Dea Kali. Ai giorni nostri, veniva menzionata l’uccisione di alcuni bambini i cui corpi appesi a testa in giù e dissanguati erano stati rinvenuti in un tempio. Poi rammento un altro articolo metà anni 80 mi pare, si menzionava l’uccisione rituale di alcuni giovani in non ricordo quale area dell’Asia (Filippine, forse?), i cui cadaveri mutilati furono rinvenuti nella foresta (avevano strappato loro il cuore).

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Forse in Papua Nuova Guinea? Laggiù sono ancora belli ruspanti

Comunque nel 2013 ci fu una guerra breve ma abbastanza violenta tra l’autoproclamato sultanato di Sulu nel Sabah e l’esercito malese, mi pare con l’appoggio dei soldati filippini.

Non so se l’eco di questa guerra dimenticata sia arrivata in Europa. Io ero in Malesia e leggevo il giornale tutti i giorni: parlavano di massacri, corpi squartati (e vabbè, ordinaria amministrazione) però dicevano anche che i ribelli Sulaiani erano particolarmente tosti perchè facevano ricorso alla magia nera e quindi, per controbatterli anche l’esercito malese aveva cominciato a fare ricorso ai bokor (gli stregoni) per rendere i soldadi invincibili, invulnerabili e fortissimi.
Di uno di questi articoli sulla magia nera e sull’ennesimo ritrovamento di corpi mutilati, e di queste minchiate sui presunti soldati invincibili ho ancora una copia del giornale a casa in Italia, me la ero tenuta proprio perchè mi divertiva seguire tutte le stronzate che dicevano. Che poi - mutilazioni e devastazioni di corpi a parte e l’effettivo utilizzo anche di stregoni buoni o cattivi - effettivamente mi sa che anche i giornalisti avevano cominciato a spararle belle grosse, si erano lasciati un pò prendere la mano, mi sa.

Ma la gente ci credeva di brutto e sui giornali e alla tv parlavano di torture inimmaginabili e rituali tradizionali pro o contro l’uno o l’altro. Che poi, si, saranno mussulmani ma alla magia nera e a rituali propiziatori (come in Indonesia) ci credono di brutto, altro che Allah. Quindi, chissà… considerando che nel Borneo i sacrifici umani ai bei vecchi tempi andavano di moda e rallegravano la gente, ci sta che sia arrivata qualche notizia in occidente (magari ampliata o distorta), anche se mi sa che forse nessuno sa che c’è stata 'sta guerra durata un paio di mesetti o giù di li

Un’altra pista potrebbe essere la guerriglia nel sud della taillandia, negli scontri tra buddisti thai e muslim malesi, nella regione di Yala, Hat Yai che c’è sempre stata ma è diventata più cruda ed indiscriminata dagli inizi anni 2000… li in effetti ci sono andati giù pesi per tanti, tanti anni (ricordo che misero una bomba in un McDonald di Hat Yai proprio nel palazzo dell’ostello dove andavo sempre, vicino alla stazione: una strage) e magari anche li qualche sacrificio potrebbe esserci anche scappato. Anzi, le guerre spesso da quelle parti sono le occasioni migliori per rispolverare qualche bel vecchio sacrificio propiziatorio. L’effetto retrò o l’effetto nostalgia. Ma anche questa… chissà se hanno mai dedicato un servizio ai nostri tiggì. Comunque si parla degli anni 2000, quindi fuori tempo massimo dal servizio di cui parla @SWAT

Però… la domanda è: negli anni 80 andavano di brutto i mondo duri e crudi, andavano di moda i filmacci splatter e gore alla Fulci o alla Virus… non è che anche la tv di stato si era lasciata un pò prendere la mano e abbia raccontato un sacco di minchiate, tanto per fare un pò di audience?

No Papua Nuova Guinea assolutamente no, artificiale o meno la notizia sui sacrifici umani, nel servizio si vedevano chiaramente sti asiatici che sgozzavano bellamente pollame di fronte alla loro statua.

Era un contesto urbano, non di guerriglia, o almeno non dava questa idea.

FERMI TUTTI, forse il web è dalla mia parte! Qualcosa di hinduista, queste foto ricordano qualcosa, soprattutto le pozze tipo urinali per i sacrifici, altre foto di seguito al link:

https://www.shutterstock.com/it/editorial/image-editorial/devotees-offer-prayers-sacrifice-animals-goddess-kali-12254219p

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Anche questa pista dal Nepal,a statua di Kaal Bhairav mi ricorda qualcosa, giurerei questa statua con le pozze accanto… bisognerebbe vedere se c’è un nesso con sacrifici vari

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Ah sì, il Dakahinshali, ci son stato. Non so se
facevano sacrifizi umani ma quelli animali sì, vanno ancora di moda.

Così come nel tempio sul fiume in città, a Pashumpatinath - dove arrostiscono regolarmente i corpi dei defunti su degli altari in riva al fiume Bagmati (cerimonia molto bella e lunga ma alla quale gli stranieri non possono assistere se non vedendola da lontano, ho delle foto da qualche parte riprese dalla collinetta accanto) e fanno - ça va sans dire - quello che è lo sport preferito dei nepalesi dopo il cricket: sacrifici animali.

Quella statua del secondo link, del tempio di Kaal Bhairav è in piazza Durbar Square a Kathmandu ed è posta all’entrata del tempio S/T (omonimo), a due passi dalla casa della Khumari e, sì, anche e soprattutto li durante il Dashain portano migliaia e migliaia di polli, tacchini, caprette, mucchine e tanti altri simpatici animalucci da squartare e sacrificare per placare la sete di sangue del compagno della Dea Kali, ovvero Kaal Bhairav, una delle tante incarnazioni (cioè avatar) ancor più incazzata di Shiva. Lui e Kalì fanno una bella coppia, insieme. Succede durante la notte del Kali Raat / Kal Ratri (= “la notte nera”), tra l’ottavo giorno (Maha Asthami) e il nono giorno (Maha Navami) del Dashain che è la lotta di 10 giorni tra le forze del bene (guidate dalla strasupermegaincazzata Kalì) e i demoni malvagi, quando essa raggiunge l’apice della ferocia e, per non inimicarsi nè Kaal Bhairav (la versione spietata e vendicativa di Shiva), né la dea Kali (la versione schizofrenica e brutale di Durga; kal significa “Nero” appunto) gli portano migliaia e migliaia di animali da squartificare che sennò si incazzano anche con i fedeli che non stanno dalla sua parte (o con noi o contro di noi, insomma). Il decimo ed ultimo giorno, il Vijaya Dashami è il giorno della vittoria della luce sulle tenebre e vede finalmente tutti far festa e i colori riesplodono dopo tante tenebre e ferocia. Gli unici incazzati sono i netturbini che devono ripulire tutti gli ettolitri di sangue dei sacrifici versati qua e la per le piazze, le strade, sulle statue, dove capita. Anche se dal 2010, la prima volta che ci son andato e son stato 3-4 mesi e la seconda volta, nel 2022 quando ci son stato tre mesi - i sacrifici e gli squartamenti nelle strade son stati limitati a zone molto più circoscritte (come la piazza Durbar Stessa, accanto alla casa della Kumari e davanti al ex palazzo reale): ricordo che nel 2010 veramente erano in ogni quartiere e il giorno dopo si camminava veramente su strade incrostate di sangue rappreso.

Se poi in passato facevano anche sacrifici umani, lì o in altre zone più remote del paese…bella domanda… visto che solo i fedelissimi e gli ultrà possono entrare e agli stranieri è proibito, durante queste cerimonie (il Dashain, ma ce ne sono molte altre durante l’anno) chi sa cosa succede(va). Tra l’altro il Nepal degli anni '80 fino ai primi anni 2000 era un paese totalmente chiuso e praticamente inaccessibile agli stranieri da quando era scoppiata la guerra civile tra i comunisti del NKP e le forze governative e quindi ben poco si sa di quello che succedeva a livello locale in quei venti e passa anni. Il Nepal è cambiato moltissimo negli ultimi 40 anni e tante cose che all’epoca erano la normalità (sacrifici, buttare la moglie viva del defunto nelle fiamme assieme a lui, tante altre simpatiche iniziative popolari del genere) sono state abolite o mitigate nel corso degli anni anche su pressione dei molti turisti che son tornati ad affollare il paese dalla fine della guerra civile in poi (più o meno verso il 2006… io son arrivato la prima volta nel 2010). E, siccome il Nepal campa di turismo, è la sua principale entrata e fornisce lavoro a 3/4 della popolazione, obtorto collo hanno dovuto ammorbidire alcuni simpatici intrattenimenti che fino ad allora rallegravano e consolavano gli autoctoni.

Purtroppo l’accesso a tutti questi templi è vietato ai non buddhisti durante i riti religiosi, in particolare durante le cremazioni e durante i giorni dei festival in cui si portano gli animali da sacrificare… puoi vedere le cremazioni e i sacrifici solo da lontano (come ai due templi di cui sopra, il Dakahinshali e il Pashumpatinath: da qualche parte ho una foto fatta ad minchiam di una cremazione all’orario del tramonto: fino agli anni 80 buttavano nelle fiamme anche le mogli vive, per andare tutti insieme allegramente nell’aldilà) ma dentro il templio di Kaal Bhairav a Durbar Square (quello dei link sopra, di cui mando un’altra foto della coloratissima statua che sta alla destra dell’entrata) un non buddhista e uno straniero semplicemente non possono entrare durante questi rituali. Durante i giorni normali si, ma quando ci sono questi festival religiosi è assolutamente proibito entrarci

Ripeto: se fanno sacrifici umani tutt’ora non lo so. Sacrifici animali si, hai voglia, quanti ne vuoi. Appunto, gli stranieri non potendoci entrare, so’ una sega cosa fanno i locali… sai com’è: occhio non vede, cuore (occidentale) non duole

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Si torna alle varianti del culto di Kali, da me menzionate… mi sembra la pista più attendibile, come dicevo negli anni 80 la stampa occidentale dava risalto alla tradizione dei sacrifici cruenti in suo onore e sottolineava che sì, gli occasionali sacrifici umani erano episodi di fanatismo perseguiti dalle autorità locali, ma alimentati dal fatto che fosse un culto molto sentito e che la gente considerasse normale sgozzare animali a scopo propiziatorio.

(Del resto, Kaal B. è una delle tante personificazioni di Shiva, sposo di Kali e altrettanto temuto. Si va sempre a parare lì, i sacrifici cruenti di animali sono la norma)

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Citiamo: