guarda lo penso anche io. il buddhismo che ci insegnano in Europa, tutto roselline e fiorellini, peace & love in realtà non è il solito buddhismo che praticano in oriente. Anzi - punto di vista personalissimo - è forse la filosofia che più di tutte sviluppa un egoismo ed un individualismo parossistico, ai limiti della spietatezza e del mero utilizzo del prossimo a scopi puramente individuali ed arrivisti. d’altra parte nei templietti di ogni casa c’è uno specchio dove si riflette la propria immagine e quella è la divinità da adorare. per me è un pò inquietante, soprattutto se questo concetto viene portato all’estremo. Me lo dicevano anche i miei studenti, ai tempi che insegnavo in Cina: “io sono un essere perfetto perchè sono buddhista, non c’è nessun dubbio che io sia perfetto, il mondo è stato creato per me” (mi divertivo a provocarli proprio perchè ero curioso di approfondire questo aspetto). però questo implica tante considerazioni che forse qui vanno veramente OT ma che, in qualche modo giustificano i sacrifici animali: se io sono perfetto, se il mondo è stato creato per me (o, quantomeno, l’esistenza del mondo mi è indifferente rispetto alla mia ricerca dell’equilibrio interiore e della mia assoluta centralità nell’universo: tutto il resto è relativo, indifferente e perfettamente utilizzabile per i miei scopi), allora - per estremo - significa che tutto il resto del creato esiste in funzione delle mie necessità, dei miei voleri e anche dei miei piaceri se questi servono per migliorare il mio benessere interiore. E non esiste nessuna implicazione morale nell’utilizzare quello che mi sta attorno, se esso serve allo scopo (e bisogna distinguere il concetto di “soddisfazione” da quello di “benessere”: la soddisfazione è legata a valori più terreni e materialistici; il benessere interiore è più un concetto spirituale, che tende a rimarcare l’armonia con l’universo, la ricerca di quella unione tra perfezione dell’universo e perfezione interiore, lontanissimo dal concetto “il cielo stellato sopra di me, l’ordine morale dentro di me” perchè è completamente slegato dalla morale in quanto quest’ultima necessariamente ha un legame diretto con la materia della quale bisogna imparare a negarne il valore materiale).
Quindi la vita di un animale sacrificato non conta niente davanti alla mia perfezione e alla mia assoluta, centrale, divinità nell’universo: la vita o la morte di un animale in se e per se non ha alcun valore morale, mi è assolutamente indifferente rispetto ai miei scopi.
Se c’è da ucciderlo per ingraziarmi gli dèi, ok: dove è il problema?
Non parliamo poi della variante tantrica (Thailandia, Tibet e Mongolia) se nel buddhismo tibetano qualsiasi forma di vita è sacra a meno che non sia necessario sacrificarla per ingraziarsi gli dèi - ma anche qui, un omicidio o un atto crudele possono semplicemente essere giustificati con un “mi son lasciato trasportare ma farò un dono agli dèi per ingraziarmeli nuovamente” e bell’e sistemato tutto - nelle scuole tibetano/mongole/thailandesi il sesso è una delle discipline per raggiungere il karma interiore.
Ok, no problem. Ma…
Ma se io sono Dio, sono l’essere perfetto e il sesso è uno dei modi per raggiungere il mio benessere e il mio equilibrio interiore… allora significa che donne, bambini, qualsiasi altro essere che può stimolare la mia necessità sessuale è messo li solo per farmi raggiungere i miei scopi, visto che davanti alla mia assoluta divinità (leggasi: la mia assoluta centralità nell’universo), tutto diventa solo un mezzo.
Il vero punto centrale è riuscire a superare il concetto di sofferenza e di materialismo (e qui casca l’asino): quando non ci son più implicazioni legate al concetto di sofferenza e di materialismo, di valore della materia, allora tutto diventa indifferente, tutto diventa puramente “inutile”, come una volta mi raccontò un buddhista indiano a Bangkok: una foresta che brucia, la natura che muore o viene distrutta dall’uomo per me non ha nessun valore o significato, mi è assolutamente indifferente nella mia ricerca dell’equilibrio interiore o della perfezione, tutto quello che mi sta attorno assume significato solo se può servire al mio scopo, altrimenti tutto deve essermi indifferente. L’esistenza del mondo attorno, quindi il riconoscimento della materia, ha significato solo se mi serve per raggiungere il mio benessere interiore, solo in modo puramente e perfettamente utilitaristico e speculativo, come puri mezzi adatti allo scopo e non come valori di per sè perchè la materia non ha valore mentre l’equilibrio e la pace interiore sì. E questo giustifica e racconta anche perchè Thailandia, Sud est asiatico buddhista son società che hanno fatto della mercificazione del sesso, della vendita di corpi (poco importa se maggiorenni, minorenni, uomini, donne o bambini) paesi tristemente famosi. Il turismo sessuale non è nato nel dopoguerra per gli occidentali. Gli occidentali lo hanno scoperto nel dopoguerra con l’occupazione americana prima e il crescente turismo poi ma se andate nella piazza di Vientiane in Laos c’è una statua di un re e sotto tra le sue tante cose importanti che ha fatto è stata di redigere un editto in cui proibiva la prostituzione come lavoro entro membri della stessa famiglia fino al secondo grado. Che culo. O basta andare a Bangkok dove ci son migliaia di negozi di amuleti di demoni o divinità dai falli giganteschi o dalle vagine e dai buchi di culo aperti come pochi: perchè nel buddhismo tantrico il sesso è il cardine attorno al quale tutto il benessere interiore ruota. e allora, demoni, dèi, bordelli, offerte di corpi affinchè la gente stia meglio dentro.
Ripeto, son concetti mandati all’estremo ma perfettamente logici. Basta guardarsi anche i libri fotografici di Steve Besse per capire lo strettissimo legame che c’è tra sesso, porno, morte, disfacimento dei corpi nella cultura buddhista thailandese, per capire quanto tutto sia relativo, puramente utilitaristico e - soprattutto - volto solo allo scopo di procurare il famoso benessere interiore, bypassando il concetto stesso di materia (i corpi che son solo involucri di carne che possono disfarsi e distruggersi in qualsiasi momento) e di morale.
D’altra parte una delle versioni più ricorrenti delle statue del Buddha è lui grassone flaccido che, sdraiato sul divano mangia e ride beato. Mangire, ruttare, scorreggiare, godere: tanto il mondo è stato creato per farmi vivere così, il mio parco divertimenti personale, io Dio dell’universo circondato da tutto quanto può essere stato creato per farmi star bene. tutto il resto può essere utilizzato solo come un mezzo per farmi star bene dentro.
A dir la verità meglio Gesù Cristo… forse era un pochino più comunista e pensava anche un pò di più al prossimo. Poi, ognuno la vede come vuole. Anche se la passera piace anche a me ma non faccio come mi dicono sempre: “se ti piace, prendila e fottila, che te frega di sapere cosa pensa lei? Pensa a te stesso”. Eh vabè, ci proverò.
Insomma, alla fin fine: sacrificare un animale non è poi un gran problema.