Salò o le 120 giornate di Sodoma (Pier Paolo Pasolini, 1975)

Dunque… come dicevo nella risposta a Venticello ho effettuato una veloce ricerca online e non ho trovato nessuno che venda più i dvd silver media… io ne trovo ancora qualcuno (nuovo, non usato) durante i miei giri per mercatini… però si trovano soprattutto “la città delle donne”, “la voce della luna” e magari i 2 dvd sfusi di “novecento” di Bertolucci. Uno dei gestori di questi banchetti mi aveva spiegato che il dvd silver media di “Salò” in pratica era stato proprio sequestrato (deve essere il destino del film!) presumibilmente su denuncia della ditta che detiene i diritti di sfruttamento in Italia… d’altronde il prezzo era concorrenziale e la versione completa!
Non vedendoli più in vendita nei negozi non vorrei che anche gli altri dvd avessero subito la stessa sorte. Cmq io della silver media (comprati tutti a circa 8 euro) ho anche “la ciociara” di De Sica, “l’armata brancaleone” di Monicelli, “il vangelo…” e “uccellacci uccellini”: riguardo quest’ultimo il video non è perfetto ma come extra c’è un intervista mediometraggio con Pasolini stesso che dura quasi un’ora… purtroppo Pasolini parla in francese ma, magari visionandolo insieme a qualche amico che mastica quella lingua, il suo francese alquanto “maccheronico” si capisce abbastanza. Mi dispero per non aver comprato anche “Medea”: la versione rarovideo, benché ottima, costa uno sproposito!

Si trovano ancora bene in Grecia, su eBay:

http://stores.ebay.it/greek-products_W0QQsspagenameZL2QQtZkm

http://stores.ebay.it/StelioStoreS_W0QQsspagenameZL2QQtZkm

(Ricerca nel titolo e nella descrizione -> italian)

molto interessante aflow… ci sono anche ostia/una vita violenta abbinati nella stessa confezione… però non tutti i prezzi sono concorrenziali e con le spese postali lievitano ulteriormente…
cmq il fatto che si trovino solo su ebay mi conferma che i dvd non si trovano più non solo qui in Italia e che probabilmente questo produttore greco è stato fermato in qualche maniera

Accattati questo:

http://www.2xmoinscher.com/DVD/detail.asp?id=27062&Affilie=dvdpc&NoCache=0%2C5286829

Di Salò alla fine le ho prese tutte: la CDE (che si trova sotto i 13 €), la Carlotta, la BFI (con sottotitoli "bruciati) e le greca/Criterion.

Non sono d’accordo, al di la del giudizio sul film, non mi sembra che sia un flm estimato da Pasoliniani dell’ultima ora, anche in questo forum mi pare sia estimato da gente con una certa competenza/passione. E poi da evitate con cura non riesco proprio a condividerlo, fa parte della parabola del regista, film testamento senza compromessi, irrinunciabile per chi ama il regista

Ribadisco: “Salò” piace a chi ha una conoscenza men che superficiale dell’opera - dell’intera opera, intendo - di Pasolini. E’ un brutto film, che ricicla in maniera superficiale la cornice ed alcune situazioni del testo - questo sì maledetto e testamentario - di De Sade; che si avvita in un finale a dir poco anodino (e infatti sappiamo che, furto della pellicola a parte, Pasolini aveva concepito più epiloghi); che ha come bersaglio una borghesia che, come invece aveva capito il Pasolini polemista, già all’epoca era un anacronismo vivente. Per concludere, è un brutto film che piace agli amanti del sadismo da hard discount, che infatti vanno in brodo di giuggiole per le torture, la coprofagia et similia.
Il vero testamento di Pasolini è, ancorché incompleto, il romanzo postumo “Petrolio”.
Consentitemi, a questo proposito, un’autocitazione:

Incompleto a causa dell’improvvisa scomparsa dell’autore, rimasto inedito fino al 1992 e oggetto di polemiche per la sua ritardata pubblicazione, Petrolio (titolo alternativo Vas), che Pasolini aveva concepito come un «Satyricon moderno», si presenta da una parte come un affresco della decadenza e della corruzione della società italiana, e dall’altra, con le sue crude e ossessive descrizioni di rapporti (omo)sessuali, come un’impudica autobiografia. A conferma di quest’ultima valenza, militano le foto, scattate da Dino Pedriali all’interno del rifugio di Torre di Chia, di Pasolini in costume adamitico, che nelle intenzioni dello scrittore dovevano fare «da corollario a una specie di grossa autobiografia: […] «Un’opera in cui metterò a nudo tutto di me, la cosa più scandalosa che abbia mai fatto»». Romanzo definitivo dello scrittore Pasolini, che non a caso l’aveva immaginato come suo ultimo cimento letterario, Petrolio possiede, nel suo furore (auto)distruttivo, quella dimensione di obliquo testamento che invece manca a Salò o le 120 giornate di Sodoma, un film nato in contrapposizione all’abiurata “trilogia della vita”, in sintonia con una nuova, ancorché pessimistica, visione umana e artistica («Insomma, è ora di affrontare il problema: a cosa mi conduce l’abuira dalla Trilogia? Mi conduce all’adattamento. […] Io mi sto adattando alla degradazione e sto accettando l’inaccettabile. Manovro per risistemare la mia vita. Sto dimenticando com’erano prima le cose. Le amate facce di ieri cominciano a ingiallire. Mi è davanti – pian piano senza più alternative – il presente. Riadatto il mio impegno ad una maggiore leggibilità (Salo?)»). Scritto da Pupi Avati e Sergio Citti, Salò avrebbe dovuto in realtà essere diretto da quest’ultimo, sennonché, per una serie di circostanze di carattere produttivo, il film passa dalle mani dell’amico e collaboratore a quelle di Pasolini, che trasferisce le fantasiose efferatezze sessuali di De Sade nell’anacronistica cornice dell’effimera repubblica di Mussolini.
(F. Grattarola, Pasolini una vita violentata, Roma, Coniglio Editore, 2005, p.259-60)

personalmente credo che gli amanti del sm “piccolo borghese e onanista” non cerchino affatto film come Salò… un film che non è minimamente erotico, che anzi è freddo, gelido, distaccato, affatto compiaciuto di ciò che mostra… l’amante tipo del sm da “hard discount” va alla ricerca di ben altri prodotti… o, almeno, così credo… e poiché conosco un bel numero di “amanti del sm”, credo di parlare con cognizione.

il testo del Conte di Mazan, non viene superficialmente riciclato… Salò non vuole essere un adattamento da Sade.
“le 120 giornate…” (libro, concordo, maledetto e testamentario, e aggiungo assoluto, irripetibile) è solo un pretesto, un punto di partenza per fare un serissimo discorso sui fascismi, sull’anarchia dei poteri.

se mi è concesso, aggiungo anche che non considero Salò un film testamentario… lo è diventato suo malgrado, come spesso accade in certe tristi circostanze. e, forse, non considero un’opera testamentaria nemmeno Petrolio (grande libro, sì, seppur incompleto).
inoltre, sempre a mio parere, non credo affatto che il “bersaglio” di Pasolini, in questo film, fosse la “borghesia”.
piuttosto l’oggetto dell’analisi -la disperazione pasoliniana di quel periodo, d’altronde- credo fosse l’impossibilità di diversificare vittime e carnefici, e il “bersaglio”, dunque, potrebbe essere un certo sistema consumistico e omologante per cui si è tutti merce complice, compromessa, irrimediabilmente sporcata.
come tu stesso scrivi, Pasolini era perfettamente conscio dell’ “anacronismo vivente”.

detto ciò -pasoliniano della prima o dell’ultima ora- non ritengo Salò il miglior film del regista friulano… anzi, come ho detto in altro topic, il mio film preferito è “Accattone”.
ricordo alcune affermazioni di Di Leo in merito a Salò, affermazioni coincidenti con le tue… con cui mi trovavo perfettamente d’accordo. Ma, scusami tanto, non lo ritengo nemmeno un film da evitare con cura…
io, con cura, evito ben altro.

bacio le mani;)

> inoltre, sempre a mio parere, non credo affatto che il “bersaglio” di Pasolini, in questo film, fosse la “borghesia”.

Pasolini, non Franco Grattarola, dichiarò in alcune interviste che il bersaglio polemico del film era la così detta borghesia.

Per il resto, non posso che ribadire quanto scritto, che è comunque una mia personalissima opinione, opinabile e discutibile come tutte le opinioni.

Le certezze apodittiche le lascio, anche in questo caso, ai compiaciuti analfabeti amanti del sadomaso da hard discount di cui sopra.

beh… come ben saprai Pasolini ha rilasciato diverse interviste, e spesso contraddittorie… io ne ho sentite e lette alcune in cui non si parlava di “borghesia”, ma di altro.

>Le certezze apodittiche le lascio, anche in questo caso, ai compiaciuti analfabeti amanti del sadomaso da hard discount di cui sopra

se ti è parso che le mie fossero certezze apodittiche preciso che io non ho certezze e che, come tu stesso fai, esprimo solo personalissimi pareri.

P.S.: poiché mi interesserebbe approfondire il settore… mi consiglieresti qualche film “sadomaso da hard discount” e qualche film “sadomaso da elite di gran classe per intellettuali esigenti”?:wink:

A meno che tu non abbia la così detta coda di paglia, è chiaro che le certezze apodittiche non sono a te riferite.

Per il sadomaso di qualsiasi genere, ti consiglio caldamente di rivolgerti ai compiaciuti analfabeti succitati. I nomi? Non hai che l’imbarazzo della scelta, ne è piena la rete (e non solo la rete).

nessuna “coda di paglia”… è che mi piace dibattere con te;)

e polemiche a parte: complimenti per il brano citato, provvederò a recuperare il tuo libro;)

bye:cool:

Pur preferendo personalmente i primi due film di Pasolini, non condivido un giudizio così negativo su Salò, che secondo me resta un grande film. Il modo in cui il regista ha contraddetto in qualche modo de Sade può anche essere discutibile, ma credo che la scelta di PPP di rappresentare l’estremo orrore mantenendo comunque uno sguardo pieno di pietas -se così vogliamo chiamarla- sia anzi uno dei punti di forza del film

a mio avviso non c’è, per una volta, nessuna pietas nello sguardo del regista.
anzi, c’è sdegno e amarezza nei confronti di vittime che son tali perfino per scelta.

Beh, è giusto che ognuno veda un film a modo proprio :slight_smile:
Personalmente ho sempre trovato che l’apparente freddezza nel filmare le scene più dure del film -cioè tutte o quasi, in pratica- celasse una partecipazione emotiva notevole, ma può anche essere che abbia male interpretato io, non sono certo un esperto ai vostri livelli…è solo la mia sensazione dopo aver visto il film un po’ di volte, tutto qua :slight_smile:

caro Renato,
non mi ritengo esperto a nessun livello… solo un appassionato di cinema come te.
e lungi da me voler “insegnare” qualcosa o “imporre” il mio -discutibile sempre- punto di vista.
qui si dibatte… si confrontano punti di vista, tutti legittimi.
come il Grattarola, neanch’io credo nelle certezze assolute e ciò che cerco in un forum di cinema è, appunto, il confronto con diversi modi di percepire e intendere i film.
bacio le mani;)

Faccio solo una veloce capatina in questo interessante confronto ben conscio di essere un poco fuori luogo fra gli intelletti che mi hanno preceduto.

Credo di essere un tipico esponente di quella “piccola borghesia” che può, alle volte, andare a caccia di facile prurigine o al supermercato o in altri luoghi ove la mercificazione di qualchecosa possa servire appunto a sfamare di simili bassezze…

Non so, per la verità, di essere (o meno) “onanista” perchè, confesso, ignoro il significato di questo aggettivo anche se sospetto abbia qualcosa a che fare con l’andare a prenderselo in quel posto lì non tanto in grazia di Dio insomma…
E poi ho capito che qui dentro van per la maggiore tutti quegli aggettivi del tipo “uranista”, “onanista” etc. etc. chè insomma mi è chiaro che ne apprezzate un sacco la musicalità!

Di sicuro però non amo il sado-maso, il fetisch (si scrive così? Sì insomma quella roba là che si mettono su tutti quei vestiti di gomma colorata che sembrano dei goldoni ambulanti) e altre manifestazioni particolari dei propri complessi di colpa.

Capite bene che non ho mai scritto un libro su Pasolini e che quando leggo frasi con dentro “certezze apodittiche” vado un po’ in confusione e mi avvicino lesto lesto al dizionario…

Ma tant’è ho visto un buon numero di film, ho letto abbastanza (nel mio piccolo, s’intende!), mi son costruito un “gusto” con un minimo di “approvazione generale” e ho visto qualche volta il film qui in oggetto.

Dalla mia prospettiva (“bassa” e piccolo-borghese) Salò non è “buono” a soddisfare i “veloci impulsi” e, se mai gli chiedessi la soddisfazione degli stessi, probabilmente passerei tutto il tempo schiacciando i tasti dell’avanzamento veloce alla ricerca di quello che non troverei mai.
Il film infatti non presenta per quelli come me, nulla, ma proprio nulla, di facilmente “sfruttabile” per “bassi scopi”. Anzi è del tutto “respingente” e impermeabile ad usi, scusatemi il gioco di favella, “usa e getta”.

Questa sarebbe allora una testimonianza della bontà di alcune affermazioni di Anomalia ma non vuole essere, al contempo, uno sfottò a quanto affermato da Grattarola.
Probabilmente la visione che Franco ha di “borghesia bassa” è “viziata” dai suoi studi e dalle sue competenze o, più semplicemente, io forse appartengo ad una fascia ancor più “lontana” dalle manifestazioni del suo sguardo (il tutto scritto senza nessunissima malizia).

Tornando alla pellicola in questione questa per me rimane una eccezionale testimonianza di “cinema estremo”. Forse la meglio che uno come me possa individuare (uno come me eh?).
Una rappresentazione, ferocissima fino al dolore, di quanto livida e opprimente possa manifestarsi la tristezza umana.
Il tutto servito coll’uso di una tale “poetica del brutto” da suscitarmi emozioni del tutto opposte a quelle, per rimanere in autore, provocatemi dalla visione di Uccellacci.

Cordialità.

Quand’ero fanciullo e paninaro Salò lo guardavo per farmile seghe su alcuni fotogrammi ( vedi la vecchia laida che scende dalle scale e la parata di culi femminili) ergo concordo con il Grattarola.
E’, come sempre accade in questi casi, il suo film più pubblicizzato e meno riuscito.
Diciamo un film per “classisti”.

Sull’efficacia di Salò, che consiglio più che altro a drudi pubescenti, nutro seri dubbi.
Il cinema di Pasolini è un cinema silenzioso, fatto di frasi e di interiorizzazione, non certo di eclatanti colpi di scena o frasi ad effetto.
Ecco perchè è duro digerire Accattone o Mamma Roma mentre è facile innmaorarsi di un algido Salò.
Ma allora di chi è la colpa? (cit.)

Tutto opinabile…e strano, consentimi, è un’analisi molto inconsueta la tua: la rispetto ma non vedo perchè i tre film, nell’opera pasoliniana non possano coesistere, e come mai ritieni indigeribili i primi due film. :confused:

Innanzitutto non ho affatto detto che sono indigeribili ma duri da digerire, che almeno semanticamente mi sembrano due cose lungi dall’essere affini, poi opinando il tuo variegato mondo delle idee altrui opinabili, sarei curioso di sapere quanto bene mi conosci per affermare con elogiabile certezza che la mia analisi è strana ed invero inconsueta.
Ho visto Salò ho visto Mamma Roma e ho visto Accattone ma non mi sembrano per nulla sequenziali o obbligati seppur lo facciano, a coesistere.
Solo questo.