San Babila Ore 20:un Delitto Inutile (Carlo Lizzani, 1976)

No, si chiamava Brasili, con la R.

Quest’ultimo credo che sia rimasto in carcere una trentina d’anni: un record nazionale invero

Sei sicuro? Magari mi confondo, ma guarda che era scappato all’estero e non l’avevano mai preso

Comunque Braggion fu coinvolto in un altro fattaccio (l’omicidio di un ragazzo di sinistra avvenuto sempre a Milano nella stessa manifestazione in cui morì Giannino Zibecchi - esiste anche una bellissima canzone di Giovanna Marini a proposito - ). Tra l’altro Braggion si chiamava Antonio e non Marco.
Per l’omicidio Brasili ci furono 5 arresti

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Antonio Braggion uccise Claudio Varalli, un mese prima dell’omicidio di Brasili.
Braggion non scontò alcuna pena. Anzi, se non erro, è un avvocato

Zibecchì mori ad una manifestazione travolto da una macchina della polizia il giorno seguente l’omicidio di Varalli (che aveva causato forti proteste)

Grazie per la precisazione.
Puoi anche confermare (o smentire) i 5 arresti per la morte di Brasili e il ferimento della sua ragazza? Sai che ne è stato di loro?

Si ci furono degli arresti ma non ricordo i nomi. Una era sicuramente Antonio Bega, molto noto a San Babila

http://www.pernondimenticare.net/pro_var2.htm

Antonio Braggion fu dichiarato colpevole di eccesso colposo in legittima difesa putativa e dei reati continuati di detenzione e porto abusivo di pistola e condannato a 10 anni carcere, di cui 2 condonati.
La Corte ritennne, quindi, che Braggion avesse “ragionevolmente creduto” di trovarsi in pericolo ed avesse per questo “apprestato mezzi eccessivi di difesa.”
L’accusa di “tentato omicidio” di altri 4 compagni fu lasciata cadere.

Antonio Braggion venne scarcerato dopo 8 mesi per “ragioni di salute” (la diagnosi fu di cancro osseo).

IL PROCESSO D’APPELLO

Il processo d’appello si consumò in un solo giorno, il 23 marzo 1981.
Davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Milano, Antonio Braggion comparve a piede libero avendo ottenuto la libertà provvisoria per le precarie condizioni di salute.
A 27 anni, laureando in giurisprudenza, si definì un cattolico di destra e negò di aver militato in partiti o organizzazioni vicine al Msi.

La Corte dopo tre ore di camera di consiglio emise la sentenza: Antonio Braggion venne ritenuto colpevole di eccesso colposo di legittima difesa putativa e di detenzione di armi, come in primo grado, ma in virtù della concessione delle attenuanti generiche la condanna scese a sei anni e 200.000 lire di multa.
Antonio Braggion non era presente alla lettura del verdetto.

LA CASSAZIONE

Il 26 ottobre 1982 la Corte di Cassazione dichiarò prescritto il reato di eccesso colposo di legittima difesa .
La condanna a 3 anni per la detenzione illegale della pistola usata per uccidere Claudio Varalli fu interamente coperta dal condono.
Antonio Braggion, divenuto avvocato, è definitivamente libero.

Ed ecco Braggion ora:

http://www.italrecht.com/?lang=IT

oggi immacolato come un angioletto è/sarebbe un bel avvocato da Vogliamo i colonnelli.

Da ricordare inoltre l’assalto alla sede del quotidiano Il Giornale di Indro Montanelli, ad opera di alcuni dimostranti il giorno stesso dell’omicidio Varalli.

Notoriamente il giornalista ha sempre sostenuto la legittima difesa del Braggion: “…I giudici seppero resistere ad una pressione politica, di stampa, di piazza, che avrebbe voluto fosse disconosciuto il fatto, evidente, che l’omicida non aveva aggredito, ma era stato aggredito” (Montanelli-Cervi, Gli anni di piombo).

Il Corriere della Sera a proposito degli omicidi Varalli-Brasili: …Chi ammazza deliberatamente, chi disprezza la vita altrui, chi è pronto a usare la pistola e il coltello, sono i fascisti."

Articolo definito da Montanelli poco credibile: “Anche i fascisti. Ma non solo loro.”

Sbaglia invece nel definire Brasili “uno studente che militava alla sinistra estrema”. Come ben si evince anche nel film di Lizzani si trattava di uno studente lavoratore, mediamente impegnato nella politica attiva.

Antonio Bega venne condannato nel 1977 alla pena di anni 18 di reclusione. Per gli altri pene inferiori (pene definite da molti severe; in realta piuttosto modeste) Degli “ultras” di destra (così definiti sempre da Montanelli) faceva parte anche Enrico Caruso, condannato per l’omicidio a 16 anni, in semilibertà nei primi anni '80 e successivamente pluricondannato per rapina e banda armata. Latitante a Santo Domingo fu estradato neglia anni Novanta. Attualmente in libertà

Da ricordare l’omicidio di Sergio Ramelli nel marzo '75.

Eh no, a questo punto credo davvero di aver parlato a vanvera … Con buona probabilità, ma non è certo una scusante, lo confondo con un altro di cui ho avuto notizia non troppo tempo fa.

Oggi, Domenica 27 Aprile, al cinema Trevi, ore 17.00.
Preceduto da un incontro con Carlo Lizzani.

Sono andato all’incontro, ho visto il film (copia in pellicola non esente da usura e mancante di alcuni fotogrammi-la pellicola ‘‘saltava’’-) che mi e’ piaciuto tantissimo ed e’, nonostante sia uscito piu’ di 30 anni fa, tristemente attuale.
Ma soprattutto ho avuto il piacere e l’onore di conoscere il Maestro Lizzani che e’ un Grande Regista e un Grande Uomo (e mi ha concesso anche un autografo!). Una bellissima iniziativa.

Uno dei suoi piu’ bei film, uscito purtroppo… un po’ tardi in dvd, anche se di questi tempi è gia’ tanto: Quando fanno la marcia a “passo dell’oca” avrei voluto mitragliarli a tutti, non a caso erano una massa di esaltati, mantenuti, violenti… un po come si sono mantenuti tutt’oggi!!! :frowning:

//youtu.be/WgwdrgUoNX8

lo posto qui perchè anche se molti non saranno d’accordo per me è un noir a tutti gli effetti.
per chi non l’ha visto lo consiglio e me ne assumo la responsabilità:D
il film è diretto da lizzani e vanta delle musiche di ennio morricone (la soundtrack è introvabile:( ).
se non sbaglio è tratto da una storia vera.
Trama:

la giornata balorda di 4 giovinastri fascistelli che vivono nel quartiere di san babila (milano). pestaggi, attentati e vandalismo vario…

I fatti, nudi e crudi, sono questi. Alberto Brasili, studente lavoratore, di 26 anni e la sua fidanzata vengono aggrediti alle 22.30 di domenica 25 maggio 1975 in Via Mascagni a Milano, proprio vicino la sede dell’ANPI, da cinque estremisti di destra (Antonio Bega, Pietro Croce, Giorgio Nicolosi, Enrico Caruso e Giovanni Sciabicco) che li seguono da Piazza San Babila perché li considerano “vestiti da comunisti” e perchè Alberto ha strappato un lembo di un manifesto del MSI . Brasili raggiunto da cinque coltellate a organi vitali spira poco dopo il suo arrivo in ospedale. La sua fidanzata, colpita due volte, sfugge alla morte solo perché la lama manca il cuore di pochi centimetri.
Meditiamo…

Visto ieri grazie ad un forumista salentino di rispetto, che dire? Il film è senza dubbio datato e per chi non ha almeno qualche base per capire l’ambiente Sanbabilino dgli anni 70 potrebbe risultare un po ostico da capire soprattutto nei dettagli più sfiziosi.
In sostanza mi è piaciuto anche se la trama era sicuramente da approfondire meglio anche per poter ovviare ad alcune incongruenze.

Il personaggio interpretato da Pietro Giannuso (Alfredo Somma) ha più di una aderenza con un noto agitatore di San Babila di quegli anni quel tal Rodolfo Crovace detto “Mammarosa”.

Per chi volesse approfondire l’argomento consiglio il libro “La sottile linea nera” di Mimmo Franzinelli.

Mostrato un mese fa al cineforum… piaciuto anche ai pochi spettatori.

certamente la trama si poteva sviluppare meglio…ma sai, il film si svolgeva nell’arco di una giornata sanbabilina…ecco, forse l’argomento “bomba in una sede del PCI” poteva essere affrontato come meno superficialità,ma tutto sommato il film non ha falle nella trama

Secondo me il film è veramente ottimo, considerato il tema vischioso dell’ideologia alla base delle relazioni tra i vari personaggi, intendo anche quelli di orientamento diverso, oltre che ovviamente per il terreno acceso della discussione.
Magistrale la rappresentazione dell’azione e dei movimenti. Presentissima la metafora sessuale a rappresentare l’impotenza dell’ideologia fascista, m’ha fatto venire in mente atmosfere presenti in altri film che trattano il tema del postfascismo come fenomeno di funereo revival, penso a film anche diversissimi come Attenti al buffone per esempio e alle visioni di Pasolini, parlo delle tematiche enucleate, non del plot narrativo ovviamente.
Sorprendente lo spettro dei registri narrativi, dove non manca l’ironia, per esempio nella scena al bar dove parte al jukebox Un amico dalla morriconiana OST di Revolver, mentre Fabrizio, uno dei giovani neofascisti, con il piedino fa capire al poliziotto quale dei fascisti ha partecipato alla rapina a Cinisello Balsamo
Ecco, penso che il tema di per sè rovente del terreno ideologico sia stato alla base della scarsa visibilità e sottostima tributata al film di Lizzani, che con San Babila ha fatto un film ricco, vibrante ed emozionante e non ha scritto un saggio di sociologia.