Storie di fantasmi cinesi

“Storia di fantasmi cinesi”, in onda giovedì 20 gennaio, 1:40, Raisat Cinema world

“Un esattore imbranatissimo gira per villaggi senza riuscire a farsi pagare le tasse. Quando trova un tempio magico, cade in una trappola tesagli dal linguacciuto demone Liu-Liu…”

Un classico di Hk. Consiglio il cofanetto uscito per la Eagle contenente tutti e tre i ‘fantasmi cinesi’.

Confermo, è un cofanetto di buona fattura, ed invito a leggere la storia dei tre film (con contestuale analisi del cinema Orientale) nell’ottimo: “L’incredibile storia del cinema spazzatura” di Jonathan Ross-EDIZIONI UBULIBRI 1996. :flower:

Che c’entra la trilogia di Ching Siu-tung con la spazzatura?

Non c’entra nulla ed infatti il libro che ho citato, molto interessante e piacevole, si occupa positivamente di un genere di film (tra i quali il cinema orientale, in cui l’autore americano comprende anche la trilogia in questione ed i film di Bruce Lee) definito nel linguaggio comune (a troppi) impropriamente “Trash” o “Cinema Spazzatura” quando trattasi (al contrario) di pellicole molto valide: Ross, sgomberato preliminarmente l’equivoco ed i luoghi comuni al riguardo, ne traccia la storia difendendone valore e qualità artistici. :wave:

Gu, scusa se faccio il rompicazzo puntiglioso, ma il “cinema asiatico” non è un genere, è l’insieme del cinema di tante nazioni o preferibilmente di mezzo mondo (sia esso di genere o meno). Lo stanno capendo pure dentro Nocturno, ormai solo gli scrittori inglesi e americani (fortunatamente non tutti) continuano a considerarlo genere o fenomeno da baraccone. Tutti i libri (anglo-usisti)usciti da metà 90 a inizio 10 parlano bene del cinema asiatico ma sempre con uno sguardo hollywoodcentrico, come un eccezione e/o un genere e/o sottogenere da guardare o studiare così per divertirsi, ma poi quando il gioco si fa duro si torna a Tony Scott. Non ho letto il libro e mi riprometto sicuramente di farlo. Tanto per dire, scusa, quante pagine dedica il tipo a tracciare la storia del cinema asiatico?
Di nuovo, mi scuso per la mia apparente stronzaggine, ma per me qusto è un punto basilare, se già qui si continua a parlare di genere è inutile ogni approfondimento sul campo. Imho, ovvio.

KKM:

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Ho semplicemente, con tutte le approssimazioni compresibili, parlato di “cinema orientale” perchè questo è il titolo di questa sezione (non ho alcuna pretesa definitoria): Ross dedica all’argomento, nella Sesta Sezione del libro denominata “Action dall’Oriente”, poco meno di una trentina di pagine (il testo, NB, è del 1996).:slight_smile:

Quindi Stori-A- di Fantasmi Cinesi è sotto “Action dall’Oriente”. Bhè, almeno il testo è “abbastanza” pionieristico (anche se era un anno quello abbastanza affollato di uscite in tema)

il primo episodio e’ vedibile
gli altri 2 un po’ meno…

Eccacchio se sono vedibili. Su Matrix per riuscire a fare quello che ha fatto Ching Siu-tung sul terzo con il wirework hanno dovuto fare set, e Reeves interamente in 3D…
I tre film sono davvero come un unico film, rifatto 3 volte perfezionando sempre più un metodo. Ovvio, il primo è il migliore. Ma il wirework non è stato mai più usato in quel modo dopo il terzo (relativamente ai spostamenti spaziali dei corpi nei set).

KKM:

Si può, a mio avviso, discutere sul secondo film della trilogia: ma sul primo e sul terzo non credo possano muoversi obiezioni di sorta, anche in considerazione del periodo (non tecnologicamente avanzato) in cui sono stati girati tutti e tre. :o