Visto ieri. Bello e divertente, mai noioso. Sullo stile narrativo-documentaristico del grande Lizzani.
Imprescindibile, dovrebbero farlo vedere OBBLIGATORIAMENTE in prima superiore per far vedere come è che purtroppo a volte gira il mondo a quella massa di cerebrolesi.
Mi ha divertito parecchio la falsità opportunistica del personaggio del Velluto e l’episodio bergamasco (Si vede quando il ragazzotto va a prendere le ragazze con la Porsche distintamente quella che sembra proprio la zona Monterosso-Stadio , un pezzo di V.le Giulio Cesare e la via Mario Cermenati dove in fondo c’è il centro sociale Pacì Paciana) , tra l’altro a Bergamo non si parla così ma l’accento uniformato settentrionale scelto dal doppiatore di Lizzani fa davvero sorridere.
Ogni episodio è unico e collegato agli altri. Sono contentisdsimo di averlo scoperto.
Risate a scena aperta in un paio di exploit del tipo “Tu fai la puttana!!! Puttana!!!” O col padre che sbotta per la figlia bocciata.
Davvero belle le presenze femminili.
L’episodio centrale (Quello per intenderci si innesta intorno alla parte del ginecologo e la vergine) vuole essere ambientato a Bergamo. Poi oh può essere cha abbia avuto un Deja Vu Sbagliato. Appena torno a Bergamo faccio una foto di dove ho avuto la visione che abbia accostato la Porsche.
il sito dove lo ho visto (non faccio nomi che non si puo;)) mi aveva fatto apparire una via molto simile. Effettivamente le foto che hai postato sono più chiare.
La porsche comunque è targata BG
Tornando sul film mi piace molto anche come Lizzani descriva l’aspetto , specie in uno degli episodi (Quello della figlia altolocata che si prostituisce per noia e per punire il padre) delle signorine poco partecipative nella prestazioni, antesignane delle definizioni di “missili” moderni. Ma si sa, tira più un pelo di figa……
Quella scena mi ha effettivamente lasciato un po’ così anche a me. Quello è il ritardo mentale. Tra l’altro uno dei suoi compagni di soldatini pure voleva provarci con la figlia.
Trovata per caso a casa di un mio amico questa cassetta (taroccatissima) me la regaló ed iniziai la ricerca delle Vhs allora per visionare i film dove Ennio Morricone aveva contribuito con la sua musica.
Il film di Lizzani non era impossibile trovarlo, anzi la videoteca dove spesso mi rifornivo ne aveva una copia, distribuita (se non ricordo male) dalla Domovideo, solamente che dovevo avere 18 anni per noleggiarla.
Solamente un paio di anni fa sono riuscito a vederlo in dvd e non mi ha fatto una buona impressione, o meglio ci sono stati attori che più di tutto mi hanno sorpreso per la loro interpretazione diciamo, squallida.
Basti pensare a Walter Valdi, che l’anno prima fu l’autore della canzone vincente dello Zecchino d’oro con Cocco e Drilli ed il ruolo che ricopre in questo film é fuori dalle righe.
Per non parlare di Mimmo Craig, volto famoso di Carosello per l’Olio Sasso, lo stesso anno dell’uscita del film era impegnato sul primo canale nazionale in un programma per bambini(Il dirigibile).
Un ultima curiosità, non si fa nessun accenno nei titoli di coda del successo dei Pooh _ Per te qualcosa ancora_ nella scena ambientata in discoteca dove Rosina e Velluto ballano al loro primo incontro…
Mistero
Visto su RaiPlay qualche tempo fa (dovrebbe essere ancora disponibile) e non mi è dispiaciuto: restituisce uno spaccato efficace del “sottobosco” di quegli anni. L’unico appunto che mi sento di muovere è sulla “forzatura” di alcune storie. Personalmente mi sembrano un pò troppo “cinematografiche”.
Sono due le MC della raccolta “I film della violenza” edite dalla RCA, come doppio è il vinile e credo sia uscita anche in stereo8. L’etichetta era stata letteralmente salvata dal lastrico da Morricone con il 45 giri “Il barattolo” di G. Meccia. Agguerritissimo era poi lo stuolo di avvocati che il maestro poteva dispiegare all’occorrenza. Da cosa hai dedotto che la MC era sfacciatamente farlocca?
Le varie colonne sonore sono tagliate nel finale in modo veramente brusco, senza nessuna dissolvenza e il colore dell’etichetta della musicassetta era gialla e non quel blu che caratterizzava la casa discografica di Via Tiburtina.