Noooo, anche qui? Un topic su questa serie che cani e porci guardano ed esaltano (non tutti)?
A dire la verità lo faccio “pro domo mia” nel senso che mi piacerebbe sapere che ne pensate di questo piccolo culto a sfondo romanesco. Mi ha colpito il voto altissimo su IMBD. MI sarei aspettato che le recensioni fossero tutte italiane ed invece questo lavoro ha colpito in parecchi paesi.
Per chi mastica un po’ di Zerocalcare non ci sono novità. Sicuramente bisogna dare atto che la serie riesce a riportare efficacemente lo spirito dissacrante dei fumetti ma del resto i corti che aveva fatto durante il lockdown facevano presagire un buon risultato.
Zerocalcare non è da mezze misure: lo ami o lo odi. Già c’è un discrimine ideologico: conosco tanti di destra che neanche lo vogliono prendere in mano un libro di “quella zecca”. Poi c’è il discorso campanilistico. Incredibile che nel 2021 di una serie si dica che c’è troppo dialetto (?) romano quando ci si sbrodola su Gomorra, Montalbano o sui K-Drama (Guia… ma che problemi hai?).
La serie si sviluppa di fatto in una serie di microracconti che sono tessere di un mosaico che si vede nel suo complesso solo alla fine. Gli elementi qualificanti sono ormai noti, in primis la personificazione della coscienza di Zero sotto forma di armadillo (Mastrandrea imperat) e poi gli amici di sempre e cioè Sarah ed Er Secco.
Si è scomodata la psicologia per commentare questa serie ma in realtà qui c’è solo tanta vita vissuta messa sul piatto con uno sguardo grevemente poetico.
Ho letto in qualche caso che si è scomodato il nome di Pasolini per fare paragoni. Forse è un po’ esagerato in termini di spessore ma non proprio folle nella lettura di una certa realtà periferica. Alla fine poi il maestro era di Pietralata e Zerocalcare è di Rebibbia, circa due chilometri di distanza sulla stessa via consolare Tiburtina.
Sei episodi di venti minuti l’uno: praticamente un film da vedere tutto in una volta.
Chi è Guia? Guia Lauri Filzi?
Con quella Guia forse condivide delle cose ma è Guia Soncini
A me è piaciuto, e analizzando il successo mi colpisce proprio l’aspetto chiamiamolo ideologico. Il personaggio, come anche l’autore, è palesemente un “ultimo”, con discese nel disadattamento, in altre parole uno che pensa, riflette, fa autocritica, è autoironico, un modello in cui la maggioranza tamarroide e finto sicura di sé difficilmente dovrebbe identificarsi. Eppure…
Forse, punta di snobismo, non è sempre capito, passa da personaggio ganzo, nell’accezione negativa del termine.
Finito di vedere ieri sera. Concordo con King, Zero o lo ami o lo odi, e io sono nel primo gruppo, fin da quando ho letto (commuovendomi) Ricordati di me; mi piacciono le sue analisi, le sue idiosincrasie, il suo file del racconto che pare menare il can per l’aia e invece (per citare King) ti prende la mano e ti porta a toccare il cadavere che c’è sotto il lenzuolo. Trasporre lui e il suo universo in una mini serie poteva sembrare follia, e invece obiettivo raggiunto. Volendo trovare una pecca è che spesso le tavole di Zero sono fitte di dettagli, che qui si rischia di perdere, a meno di non mettere in pausa frequentemente. Una stranezza, nei primi episodi la musica è quasi assente, se non qualche stacchetto di pezzi famosi (tipo Bronski Beat), ma giusto 10 secondi, come se non avessero soldi; nella seconda parte invece c’è un’eruzione di musica, come se avessere improvvisamente aperto il budget.
A me la serie è piaciuta un sacco: un prodotto unico nel panorama italiano; mi ha divertito e commosso.
E dire che i romani nemmeno mi stanno simpatici…
C’entra forse poco col thread. Ma faccio solo notare che il signor Zerocalcare, non andando a Lucca Comics in quanto “c’è il patrocinio di Israele”, mi sa tanto che si è sparato nelle palle da solo. A livello di immagine, e di possibilità di essere finanziato per progetti economicamente rilevanti. Contento lui. Forse, chissà, preferiva il patrocinio di Hamas. Su cui, ovviamente, lui non dice nulla. Proprio “equidistante”…
Ci conosci tutti? Siamo quasi tre milioni.
Ad esempio io non vivrei mai a Milano (troppo lontana dal mare), ma i film di Pozzetto ambientati lì (o, comunque, in Lombardia) mi sono sempre piaciuti (a parte SAXOPHONE).
Inoltre i milanesi mi sono sempre stati simpatici.
Se devo trovare un difetto alla serie è il un po’ troppo insistito turpiloquio che qualche volta poteva anche essere evitato (anche se quella della pizza ‘sto cazzo’ è esilarante) soprattutto nella scena del funerale a Biella .
A Zerocalcare non gliene può fregare di meno. Lui è un militante Antifa prestato al mondo del fumetto e questo lo caratterizza e lo distingue. La cosa può disturbare ma sicuramente non lo si può accusare di cerchiobottismo.
Io non credo che avalli l’operato di Hamas, anzi, ma essendo stato in posti come Kobane e la Striscia ha visto cosa vuol dire popolo oppresso al di là dei libri e dei telegiornali. Nel mio piccolo sono stato anche io in Israele ed ho visto cose veramente “sgradevoli” (attraversare il muro per andare a Betlemme mi ha scavato).
Non apprezzo il 100% di quello che Zero propugna perché sono di cultura diversa ma sul fatto che in questo momento stiano morendo oltre dieci palestinesi (non terroristi) per ogni israeliano ucciso mi sembra incontrovertibile.
Interessante e utile, ciò che dici. In quanto a “Antifa” : io nonostante tutto mi considero ancora antifascista, però certe cose non le accetto. Hamas è terrorismo, punto. Controproducente per qualunque causa minimamente giusta. A cominciare da quella, legittima, del popolo palestinese. Una posizione, in merito, va presa. Se lui non vuol nominare Hamas, allora c’è qualcosa che non va. Poi, detto papale papale : il buon Zerocalcare, ha l’aspetto di… un ebreo sfigato! Uscito dritto da un film di Woody Allen. Quando si guarda allo specchio, dovrebbe farci caso. E riflettere, su da quale parte stare. Se è davvero antifascista, eh… Futuri contratti Netflix, ad ogni buon conto, può scordarli.
P.S. Il peggior antisemitismo, in questi giorni, proviene dalla cosiddetta estrema “sinistra”. Cosa che dovrebbe far meditare , e preoccupare, chi ha ancora un minimo di onestà intellettuale. Ditelo pure, a Zerocalcare…
Ci conosci tutti? Siamo quasi tre milioni.
Ma no… Evidentemente generalizzo. Io poi non faccio pure nemmeno testo che mi stanno sul cazzo pure i milanesi, ben più dei romani… Sicuramente mi starei pure io sul cazzo se mi conoscessi.
Trovo invece che la presa di posizione di Zerocalcare sia coerente con la sua storia personale e, quando ho letto la notizia, ho apprezzato che a quasi quarant’anni abbia ancora la voglia di opporsi a quanto è contrario ai suoi principi… Devo dire che ho provato un pò di invidia perchè io, invece, mi sono rotto le palle di alzare la voce per tutto quello che non va e sono diventato un pecorone.
Magari generalizzo ma credo che se questa serie fosse venuta dagli Stati Uniti (o anche dalla Francia) ed ambientata in qualche cavolo di Bronx locale allora sarebbe stata fichissima, ma siccome è ambientata nella periferia romana ci si doveva sputare sopra comunque. Come ho già scritto altrove per me Roma rappresenta tutti i pregi e tutti i difetti di tutti gli italiani. Una serie del genere ambientata a Milano o a Napoli non avrebbe avuto lo stesso effetto. Con questo non dico che debba piacere per forza, per carità. Ammetto di averla vista per corsi d’acqua, io non ho Netflix, ma vedere che oltre che in russo è stata doppiata anche in inglese, in francese, in tedesco e in spagnolo e per di più con una pletora di lingue per i sottotitoli mi ha lasciato basito.