L'Odore Della Notte (Claudio Caligari, 1998)

e filmografia alla mano, gli hanno praticamente sempre fatto rifare lo stesso film, lo stesso personaggio su fino a ginko e a siccità. forse l’ho trovato genuino, centrato e simpatico solo in notturno bus. e qui, ma più per l’entourage e la storia che ha attorno e in cui galleggia che altro. lui rispetto al fllm e alla natura d’attore resta sempre stecca, steccato, attorialmente rimanda sempre a se stesso per come lo si vedeva in tv, carisma zero, capacità attoriali anche meno. non esce mai da sé. con la sola eccezione felice forse dell’armadillo in zero calcare. in tutti giù per terra mal tollerai in particolar modo il suo frivolo disagio da giovincello sbandato filtrato dalla discografia dei cccp, che erano tutt’altra faccenda mondo immaginario e modo di intendere visceralmente un vuoto generazionale ideologico spirituale intellettivo e culturale; vederli accostati a lui e prestati a un simile vuoto filmico che un tempo avrebbero detestato, sebbene autoironicamente, mi fece davvero cagare veleno. come che sia solo in italia una figurina liebig del salotto di costanzo poteva essere eretta ad attore e diventare pure un nome di richiamo coccolato dalla critica.
qui dice bene chi individua bevilacqua vero magnete di tutto il film, quello che ne rilancia tutto il trucidume e la crudezza.

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