Purtroppo se non parliamo di cinema ma di politica sono costretto a circostanziare alcune cose.
Tutto ciò che è pubblico in Italia disintegra miliardi, qualsiasi terza corsia, qualsiasi alta velocità forroviaria, qualsiasi viadotto, qualsiasi opera pubblica anzi qualsiasi cosa che sia gestita dal sistema pubblico. Ciò accade per vari motivi che risiedono nel funzionamento stesso del sistema. Ma a parte questo, ciò accade normalmente tutti i giorni in tutta Italia.
Lo scandalo della gestione dei fondi pubblici del post-terremoto dell’Irpinia, che ha dato luogo ad apposita commissione parlamentare presieduta da Scalfaro, è stata essenzialmente una manovra di palazzo per fare fuori quella che era allora la più importante corrente della Democrazia Cristiana, cioè quella amministrata da Ciriaco De Mita. Guardacaso Scalfaro è poi diventato Presidente, grazie al ruolo avuto nella formazione del nuovo gruppo politico di riferimento (oltre che al suo passato di Ministro degli Interni, carica che prelude al Quirinale dato che si ha accesso a varie “stanze dei misteri” italiane). Ricordo ai lettori le dimensioni del terremoto come più drammatica tragedia del dopoguerra italiano ma solo per comprendere di che ricostruzione stiamo parlando: 2.753 morti, 8.848 feriti, circa 300 mila senzatetto. Stiamo parlando della ricostruzione di 100mila case (e poi scuole strade ospedali …), per intenderci. A costi di oggi 100mila x 200mila euro farebbero 20 miliardi di euro, cioè 40mila miliardi di lire. La gestione sprecona dei politici è costata 60mila miliardi, che possiamo anche attualizzare in 120mila. E’ assolutamente normale che lo Stato Italiano spenda per fare ogni cosa almeno il triplo di quanto costerebbe alla gestione privata. Anzi forse anche di più… E non c’è al mondo gestione di emergenza post-calamità che non sia sprecona e affaristica per molti (vedi l’uragano Katrina e le assicurazioni americane).
Il voto di scambio è generalmente deprecato perchè si ritiene che l’elettore debba recarsi all’urna con una visione politica globale ed una carica ideologica. Eppure, chissà perchè, tutti gli imprenditori e i libero-professionisti votano il centro destra mentre gli impiegati e gli operai il centro sinistra (con varie sfumature geografiche che sono piccole eccezioni). Ciò significa semplicemente tutela dei propri interessi. Già Weber diceva che il politico è rappresentante di voti più che di idee, quindi di interessi. E’ molto comune che gli italiani abbiano un politico di riferimento soprattutto in quelle regioni in la consapevolezza politica è più diffusa, il che non è una connotazione specifica della Campania. In ogni caso se devi mangiare dai il voto anche per un pezzo di pane. Nel dopoguerra si dava per un paio di scarpe, una prima ed una dopo il voto.
La visione del film come Sud luogo dello sperpero criminale organizzato e del “povero” disoccupato è totalmente folkloristica e non condivisibile da tutti quelli che conoscono effettivamente il Mezzogiorno italiano e non basano le proprie opinioni sulla disinformazione che quotidianamente rincoglionisce i telespettatori.
Io sono cresciuto e ho vissuto per anni in parecchie città italiane sia al sud che al nord. Se vai a vivere, per esempio, a Salerno, la città con la maggiore offerta di cultura cinematografica in Italia oltre che con la più importante vita giovanile, con una università con 25mila studenti (tra l’altro fortemente voluta da quegli stessi politici irpini che hanno gestito i fondi del terremoto), tre importanti Festival del Cinema, ed un tasso di vita associativa per abitanti tra i più alti d’Italia, scopriresti di che cosa parlo. Inoltre la stragrande maggioranza della gente si esprime politicamente con un voto fortemente ideologicizzato, stravotando alcuni candidati di parti politiche opposte. Addirittura viene espressa una fortissima tensione verso la destra perchè ritenuta sensibile alle istanze sociali più della sinistra. Più liberi di così…
I temi del film sono quindi trattati in maniera “folkloristica” e quel tipo di “disoccupato napoletano” è una maschera che semplicemente è pressocchè scomparsa. Esiste solo nella mente di qualche intellettuale, oltre che del pubblico.
Mi dispiace ma Sud è semplicemente un cagata pazzesca (salvando qualcosa delle musiche e anche l’intenzione di chi l’ha fatto, ma nulla di più), da inserire nell’immortale e sempreverde filone del cinema socio-patetico.