Sud - Gabriele Salvatores, 1993

Lo vidi al cinema e mi piacque assai, anche perché finalmente metteva un freno alla tipica “formula Salvatores”, oramai abusatissima, ovvero prendere gente e trapiantarla in qualche luogo infinitamente distante sul mappamondo, con quella sottotraccia di costante fuga dalla realtà, per necessità o per scelta dei protagonisti. Pareva il cinema dei ragazzi cresciuti, disadattati rispetto al mondo circostante, perennemente alla ricerca di un’alternativa liberatoria e catartica. Anche tu spettatore ti sedevi nella poltroncina del cinema, scordavi il mutuo, la suocera, i figli, il capoufficio, l’asma bronchiale, e sognavi di essere a Marrakech, nel Dodecaneso, in Messico, più il posto era esotico meglio era. Nei primi anni '90 ero in piena adolescenza e questo bisogno di fuga dei grandi stentavo a capirlo, mi pareva estremamente adolescenziale, solo che l’adolescente ero io.

Mi piace la compattezza del film, 89 minuti discretamente ritmati. Penso anche io che Salvatores indulga un po’ sugli stereotipi nel raccontare questa vicenda, tuttavia servono per attribuire in modo netto le varie parti in commedia e far risaltare bene i vari ruoli nelle miserie della società italiana, di allora e di oggi, perché alla fin fine non è che poi sia cambiato granché in questi 25 anni. Così come è interessante che quel sud indistinto possa essere ovunque, non solo nel Meridione, ma ovunque in Italia; non si capisce in quale sud siamo ma allo stesso tempo non si ha alcun dubbio che quella sia Italia.

Peccato per il personaggio della Neri; lei mi piace poco perché mi dà sempre l’impressione che la sua bellezza offuschi un po’ i personaggi che interpreta. Ma stavolta mi pare che proprio la scrittura del personaggio sia deficitaria, gioca troppo poco sulle potenziali ambiguità che poteva avere, Salvatores ha l’ansia di chiarire da che parte bisogna stare e questo toglie sfumature che avrebbero reso le dinamiche tra i personaggi più accattivanti, a mio parere. Nota assolutamente negativa per la musica, a mio gusto veramente irritante, anche se perfettamente contestualizzata.