Sully - Clint Eastwood, 2016

Con Tom Hanks, Aaron Eckhart, Laura Linney



Esce il 9 settembre negli USA il nuovo film dell’ottantaseienne Clint Eastwood, protagonista è Tom Hanks.

La vicenda è quella del volo 1549 della US Airways, che finì nel fiume Hudson pochi minuti dopo il decollo da New York a causa di uno stormo di uccelli che finì nei motori, bloccandoli in fase di ascesa. Il capitano decise di “atterrare” comunque nel fiume, e salvò tutti. Andò anche ospite da Letterman poco tempo dopo, ricordo. Era il 2009.

In Italia dovrebbe uscire a Natale. Già pavento il sottotitolo che gli appiopperanno, qualcosa tipo “Sully - Una incredibile storia vera” o roba del genere.

Lo reputo già tra i pochissimi film davvero imperdibili della stagione. Solo perché Eastwood appoggia Trump (un pizzico di demenza senile può capitare a chiunque…), non significa che boicottero’ i suoi lavori, presenti passati e futuri…
P.S. Come aggiunta al titolo, ci starebbe bene una roba alla “Babe”, indi: “Sully-Pilota coraggioso”, col faccione di Hanks a dominare il manifesto. Certo che coi capelli bianchi e quei baffetti, l’attore sembra proprio un pirla intergalattico…

Il film è stato accolto piuttosto bene negli USA, sia come critica che come incassi, per quanto sia solo il primo weekend.

Curioso vedere Hanks invecchiato con capelli e baffetti bianchi, per somigliare al vero comandante Sully.

Ancora un mesetto di attesa per vedere il film nelle nostre sale; negli USA sembra abbia già incassato 3 volte il suo budget.

Hanks nel trailer è doppiato da Angelo Maggi, una scelta classica.

Di Sully e della sua peripezia ne ha parlato recentemente Enrico Ruggeri nella sua trasmissione su Radio 24.
Vicenda incredibile. Peraltro, inizialmente, volevano accusarlo per il fatto di aver scelto quello che poi ha scelto (spoiler)…
alla fine, cronometro alla mano, gli hanno dato ragione.
Aspetto il film.

Ecco: Eastwood mette ancora noi cinefili d’accordo. A prescindere da chi ha votato l’altro ieri. .

E’ in programmazione anche all’imminente nuova edizione del Torino Film Festival (18-26 Novembre).

Recensioni entusiastiche e buon esordio commerciale anche da noi, con oltre 2 milioni d’incasso. Quasi il doppio del film con Boldi. .

Visto ieri pomeriggio. Sala affollata. Una storia semplice (e vera), con attori impeccabili (da applauso la misura e aderenza di Hanks), regia invisibile (nel senso più bello e alto), qualche scena memorabile. Insomma, il Cinema. Grazie, Clint. Se continui a fare film così, vota pure chi ti pare…
P.S. Dettaglio bizzarro: con quei folti baffi “a spazzolone”, Eckhart sembra. .Ned Flanders! Sul serio. .

Visto anch’io, sala piena. Mi è piaciuto abbastanza, sembra uno dei catastrofici della serie Airport ma raccontato dal punto di vista del pilota: un eroe moderno, con i suoi dubbi e le fragilità di fondo (“l’elemento umano” di cui si parla nel film). Ero indeciso se andare o no, lo ammetto: amo Clint ma temevo si andasse troppo sul sentimentale, invece le scene spettacolari trovano il giusto equilibrio con l’approfondimento psicologico dei personaggi.


Che comunque non credo stia andando male, ieri al The Space faceva il pienone pure la sala dov’era in programmazione.

Visto. Mi è piaciuto, ma con non poche riserve. Mi sembra che regga bene fino all’ultimo quarto, per poi chiudersi fiaccamente.

L’aspetto che ho preferito è come la regia riesca a tenere sempre Sully in qualche modo al centro dell’azione (si vedano in questo senso tutte le parti dell’ammaraggio e dell’evacuazione dell’aereo, in cui la presenza del comandante è sempre evidente ma mai invadente, un po’ come è stato il comportamento del protagonista in tutta la vicenda) ma senza rendere il tutto troppo soggettivo e di parte.

La relazione con la moglie ha un’idea di racconto molto bella e forte: non sono mai in scena insieme, ma sempre al telefono, sia nei flashback che nel presente. Sully si confida con lei, con la sua sfera privata, solo attraverso la voce, allo stesso modo di come sull’aereo, da comandante, comunica con i passeggeri e con lo staff o con la torre di controllo. Questa scelta è ottima, però i dialoghi mi sono sembrati tutti abbastanza convenzionali.

La parte che meno mi ha convinto è quella finale della commissione. La scelta di riproporre nuovamente l’incidente aereo - con poche varianti - mi è sembrata davvero un’inutile ripetizione. Ora, senza fare i soliti commenti da bar del tipo ‘io avrei schierato il 4-3-3 invece del 4-4-2’, se Eastwood avesse scelto di farci sentire la registrazione solo sonora dell’ammaraggio, facendocela percepire dai volti di Sully, del copilota, della commissione e dei giudicanti, penso che tutto avrebbe una forza maggiore e più umana. Invece così, a mio avviso, l’ultima parte è davvero superflua. Punta sull’impatto spettacolare, ma giocandosi delle carte già viste.

A me il finale è piaciuto, nella sua sobrietà. Il personaggio è quello, nel bene e nel male: un eroe che non si considera tale e vuole solo la conferma di aver fatto il proprio dovere, senza errori. I vari punti di vista nella ricostruzione dell’incidente sono fra le cose che ho apprezzato di più. E la battuta finale del co-pilota è liberatoria, ti coglie davvero di sorpresa dopo tanta tensione.

Sì, ma su questo sono d’accordo anch’io. Alcuni punti di vista mi sono sembrati efficaci (il rigore con cui sono inscenate, ad esempio, le simulazioni), ma torno a dire che la riprosizione pedante dell’incidente mi è sembrata totalmente inutile.

Boh sai com’è Clint… alla fine vuole tirarti dalla parte del protagonista e ricorre anche alla pedanteria per farti sbottare: “E non rompetegli i coglioni, che è un eroe!” Nazional-popolare, 'nzomma; ma con tanta classe. :tulucca:

Il buon Fofi lo tagliuzza con sarcasmo nel frattempo…

http://www.internazionale.it/opinione/goffredo-fofi/2016/12/05/amp/sully-clint-eastwood-recensione

Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk

Per carità, Fofi… a lui basta etichettare Clint in quanto “di destra”, lasciamolo ragliare.

Fofi ha scritto nella sua vita alcune cose che condivido, ma anche una valanga di puttanate dovute all’“accecamento” ideologico. Negli anni '60 diceva peste e corna di 007 e relativi film; nel 2006, in occasione di “Casino Royale”, ha scritto un panegirico su Bond presente e passato indubbiamente bello ma, rammentando le opinioni precedenti, quasi imbarazzante. Insomma, che Fofi si tenga Bellocchio. Noialtri, il “fascio” Clint: chi è lo scemo?

Ha definito “di destra” perfino un film come Whiplash. Il problema non è l’ideologia, è voler politicizzare tutto. I critici militanti mi hanno rotto i coglioni da mo’.

Concordo, è davvero penoso e insopportabile leggere oggi ancora 'ste cose. E l’esistenza di taluni personaggi la dice lunga su molte cose che affliggono il nostro Paese…

Più che altro partire dalla politica o per partito preso per definire un film può funzionare talune volte ma se usato come metro di misura diventa imbarazzante e inverosimile, annacquando altre visioni d’insieme. Io non partirei mai dallo spiritismo per “leggere” il cinema di Demofilo Fidani (che era anche un medium).

Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk