Un film furbetto ma indiscutibilmente molto bello, che riesce a trasformare l’epopea degli scalcagnati cineasti squattrinati immortalati in Supermen of Malegaon in una pellicola di successo adatta al grande pubblico.
Romanzando con licenza poetica le vicende di Nasir Sheikh e dei suoi amici/sodali, gli autori riescono ad inserire nell’opera tutti quegli elementi che sono in grado di attivare l’empatia e di fare breccia nel cuore degli spettatori: povertà, amicizia, voglia di riscatto sociale, la capacità di credere nei propri sogni fino al riuscire a realizzarli, amori impossibili, litigi e riappacificazioni, perdersi per ritrovarsi, la malattia terminale, l’ambizione che porta all’individualismo e all’egoismo, le scelte sbagliate, gli errori e la catarsi.
E su tutto un grande, enorme amore per la settima arte.
A Malegaon, anonima città dell’india povera e remota, incapace di offrire prospettive di sviluppo personale e ascensori sociali, tutti lavorano nella precaria industria tessile, si arrabattano con negozietti e piccoli commerci o cercano di tirare a campare come possono con lavoretti saltuari. Nonostante la povertà e l’economia precaria però c’è qualcosa in grado di mobilitare ed entusiasmare la popolazione: il cinema! La gente adora bollywood ed i suoi divi e la città è piena di piccole salette dedicate alle videoproiezioni, dove pagando qualche rupia è possibile vedere proiettato su un precario schermo un dvd, una vhs o un vcd contenete il film del momento.
Nasir con suo fratello gestisce una di queste salette, con scarsi introiti però, poiché seleziona classici del cinema (come Chaplin e Keaton) che non hanno molto successo di pubblico. Lo switch accade quando scopre che utilizzando due videoregistratori può smontare e rimontare i film in una specie di atto creativo che genera qualcosa di nuovo ed inatteso (qualcosa di simile a La verifica incerta di Grifi e Barruchello o ancor più ai Grands détournements di Hazanavicius e Mézerette). Subito spinge il piede sul pedale dell’umorismo e dell’ilarità creando film in cui Charlot da una pedata nel sedere al suo antagonista e costui si trasforma in un Jackie Chan proiettato fuori dalla finestra che si produce in uno stunt incredibile, e via così.
Il film hanno un successo strepitoso, la sala si riempie di pubblico e gli affari vanno a gonfie vele, finché la brutale polizia indiana non chiude la sala per pirateria. È allora che Nasir ha il colpo di genio: perché non realizzare noi i nostri film, facendo quello che ci piace e senza il rischio di incorrere nell’infrazione delle leggi?
Ecco che il ragazzo prende tutti i suoi risparmi, raduna i suoi amici (un aspirante scrittore e poeta senza alcuna prospettiva in quella città, un fotografo con l’hobby per il video, un nullafacente tuttofare, un insegnante di lingua, …), organizza dei casting e gira la sua prima pellicola, una parodia del blockbuster Sholay, che ha un successo strepitoso e resta in cartellone per mesi.
Sono film in cui la gente può riconoscersi, che strizzano l’occhio alle pellicole di successo ma inserendo tematiche locali e riferimenti a personaggi, luoghi e tradizioni, in cui puoi vedere il marito di tua cugina che col mitra stermina una banda di terroristi, … Come non amare un cinema come questo?
Non proseguo oltre nello svelamento della trama, questo racconto della parte iniziale della pellicola era solo per farvi toccare con mano il contesto sul quale viene poi costruita una storia ben studiata in grado di far vibrare le corde emotive.
Una cosa mi lascia stranito: nonostante le mie ricerche, non sono riuscito a recuperare nessuno dei film (in gran parte parodie di blockbusters bollywoodiani o hollywoodiani) realizzati da questa sgangherata factory di Malegaon, nonostante l’enorme successo che abbiano avuto a livello locale. Né su YouTube, né su altri siti o community di cinema, neppure attraverso il peer to peer… Possibile che nel giro di così pochi anni questi strampalati oggetti cinematografici siano già andati perduti sparendo nell’oblio? Sul web è pieno di articoli che ne parlano eppure non sono riuscito a trovare niente di niente.
Mi sa che bisogna proprio andare a fare una ricerca sul campo battendo negozietti e chiedendo agli ex-proprietari delle salette di videoproiezione… @bastardnasum mi accompagni?
Ultima nota di colore: i personaggi di cui si parla nel film sono ancora (quasi) tutti vivi e vegeti, uno di loro ha un canale YouTube e in diversi video racconta le differenze tra la fiction narrata nel film e la loro storia autentica.
Sono decisamente interessanti, si tratta di video in hindi ma è possibile attivare la traduzione automatica in inglese dei sottotitoli.
Se questa singolare vicenda vi ha incuriositi ve ne consiglio la visione!