Tenebre (Dario Argento, 1982)

Ci può stare in effetti.

Ricordo che quando andai a vederlo al cinema Esperia alcuni ragazzetti tentarono di entrare ma la cassiera fu inflessibile. Invece qualche mese dopo, nel marzo dell’83 più o meno, al cinema San Saba, che era un cinema di seconda visione, tornai a vederlo con un paio di miei giovanissimi cugini perché ‘magicamente’ il divieto era stato abbassato ai 14 (lo stesso capitò con La cosa al cinema Mignon più o meno nello stesso periodo).

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Certo che se per il recensore spicca la grandissima Ania Pieroni, siamo messi poco bene

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L’ha messa per ultima,dai. Anche dopo la Wendel…:joy:

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La Wendel almeno ebbe un ruolo in una scena agghiacciante, tra le più disturbanti dell’intera filmografia di Argento a mio parere. Chissà se la citazione al recensore venne “suggerita” dall’alto? :rofl:

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Non facciamo dietrologia d’accatto, per favore.:tongue: Ma diciamo pure che la cosa, per quanto altamente improbabile, non è nemmeno impossibile. Siamo pur sempre in Italia…:smiling_imp::skull::smirk:

il sior grazziny commette comunque un errorino non da pochissimo rispetto al quasi spoiler sul doppio assassino. il modus assassinandi via scure non colpisce per primo berti, come sostenuto a metà sinossi, ma già prima verso la wendel (quest’ultima se possibile anche più agghiacciande dell’ornellamutiana pieroni, che almeno sopperiva alle lacune attoriali avendo dalla sua un fascino languido). e in tal senso non era/è così facile fare certi due più due.

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Questa non è la prima volta che leggo di recensioni che svelano (o quasi) il finale.

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infatti se vai a leggere anche solo quelle fin qui depositate, devi essere molto abile a bypassare con un balzo la sinossi perché 9 e mezzo su 10 il finale è svelato senza risparmio. cosa che accadeva in qualsiasi altra testata. anche kezich spessissimo non scherzava un cazzo.

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Nessuna dietrologia, credo di aver centrato la verità senza se e senza ma. Come dici tu siamo in Italia, nel paese in cui tutto è possibile :stuck_out_tongue:

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Né io né te possiamo avere la certezza matematica, delle nostre affermazioni. Che al più, sono supposizioni. Ma come diceva il defunto gobbetto, che di certe cose se ne intendeva, a pensar male quasi sempre ci si azzecca. Italian way of life…:relieved::black_heart:

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Era l’amante di Craxi, la Pieroni. Niente di strano che i giornalisti prezzolati la lodassero.

La Wendel, a me non spiaceva. Certo il copione non aiutava a metterla in luce sul piano recitativo ma in Un’ombra nell’ombra di Carpi l’avevo trovata davvero inquietante e sulfurea.

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11 messaggi sono stati uniti a un argomento esistente: Ania Pieroni

la stampa 1982

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