The Black Phone (Scott Derrickson, 2021)

Siamo a Denver nel 1978, un misterioso serial killer soprannominato Il Rapace rapisce giovani ragazzi confinandoli in un seminterrato, c’è solo un materasso e un telefono nero scollegato…

In un primo momento non mi aveva attirato, trovavo semplicemente orribile la maschera del “mostro” cosa che in seguito scopro essere realizzata da un certo Tom Savini, (poi funziona benissimo eh) la maschera è in 2 parti, cambia spesso espressione e non rivela mai integralmente il volto dell’assassino, una piccolezza geniale, che poi la faccia di Ethan Hawke la conosciamo tutti.
Il voto imdb non ha potuto fare a meno di incuriosirmi e mi sono appropinquato alla visione.
Anche se tutti ci siamo rotti un po il cazzo di “anni70” e “anni80”, il film è fatto schifosamente bene, sembra semplicemente girato in quegli anni, senza forzature a citazioni alla stocazzo things, bellissima la caratterizzazione dei personaggi.
E’ un horror soprannaturale, meno noioso di Deliver us Evil e più coerente di Sinister, va inquadrata un attimo la storia e difficilmente rimarrete delusi.
L’ho visto solo io?

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No, l’ho visto anch’io 10 giorni fa (non dico dove che sennò un noto forumista di Milano ha un colpo apoplettico). E concordo con quanto scrivi, è fatto proprio bene, molto molto accurato, il livello dei dettagli è notevole. Non sapevo che il film fosse tratto da un breve racconto di tal Joe Hill, che è un po’ il nome de plume di tal Joseph Hillstrom King, figlio di un alquanto noto scrittore di Bangor. E la bambina che va in giro in bici, sotto la pioggia, con la mantellina gialla…e beh. Complimenti ad Hawke che si rivela un attore a tutto tondo, se vogliamo l’unico difetto è la quasi totale assenza di gore e i pochi momenti paurosi, unica scena a grande effetto quella dell’ accetta.. Veramente notevole.

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