The Brutalist (Brady Corbet, 2024)

Visto una decina di giorni fa. Come previsto, il problema principale del film risiede proprio nel minutaggio: la prima parte (un’ora e quaranta, praticamente la durata di un film standard) è godibilissima, corre via spedita e nell’intervallo lo spettatore è tentato dal credere di aver visto la prima parte di un capolavoro (soprattutto se pensiamo alla movimentata prima scena del film in piano sequenza, al termine della quale vediamo, in piano soggettivo, la statua della libertà capovolta: immagine che fa riflettere soprattutto a film terminato). Ma è un’illusione, appunto, poiché di capolavoro non si tratta; però è un gran film: lo dimostra la regia coraggiosa: coraggio ben ripagato, secondo me, nella scena del bordello, o in quella in cui il protagonista subisce violenza; la fotografia (e non è un caso che sia arrivato l’oscar); le mastodontiche e affascinanti strutture architettoniche utilizzate per la scenografia; la recitazione (Brody ha preso l’oscar - come era prevedibile - ma tutti sono perfettamente in armonia); colonna sonora congrua, a volte minimale e atonale, altre volte leggiadra grazie a un pianoforte suonato con molta grazia; messa in scena dinamica, la quale alterna la telecamera a spalla a inquadrature più rigide e statiche: dinamismo che aiuta non poco ad arrivare ai pacchianissimi (non a caso, dato che nella diegesi, sul finale, siamo negli anni '80) titoli di coda, con “One for you, one for me” a sottolineare forse che per l’artista sarà sempre dura, e a esonerarlo da ciò non basterà di certo essere scampato alla minaccia nazista, giacché la superficialità e le sopraffazioni continueranno a imperversare subdolamente pure dopo tragedie di tale portata.

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Mi hai pienamente convinto, Nik. Grazie di cuore. Lo prenderò sicuramente in br. Certo che ci vuole fegato, coraggio e anche un po’ di (sana, pragmatica) follia, a concludere un film simile con “One for you…”. Oltretutto Corbet è del 1988, mica le ha vissute e sentite “in diretta”, certe canzoni…:joy::joy::joy::wink::relieved:

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Sono sicuro che ti piacerà. Su Corbet, hai ragione: ha avuto molto coraggio, e quando ho scritto “regia coraggiosa” è vero che riflettevo sulle scene succitate, ma un po’ il pensiero andava anche a questo tipo di scelte.
Però dai, facciamo che mi ringrazierai dopo aver visto il film :wink:

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Dammi ancora qualche mese, allora…:smile::v:
P.S. Domanda inevitabile: tu quanti anni hai?

Come Corbet, anch’io ho avuto la fortuna di non poter ascoltare “in diretta” (per usare le tue parole) “One for you, one for me”… :smile:
Sono solo un po’ più piccolo rispetto a lui, ne ho trenta (ammesso che l’anagrafe possa considerarsi un servizio attendibile :smiley: )

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Trenta.:scream: Ti credo che hai ancora forza e voglia,di cuccarti in sala un film di simile lunghezza. Ne hai di strada da fare, dal punto di vista cinefilo. Ti scazzerai anche tu, prima o poi. È normale, ovvio, umano. Nel frattempo, divertiti. Anzi, buon appetito, o giovane “divoratore di celluloide”…:cocktail::cocktail::ok_hand::ok_hand::handshake::handshake::wink::partying_face::smirk:

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Per amore di verità, ammetto che anch’io, come te, davanti ai film troppo lunghi resto titubante - pur amando opere-fiume come, per fare un esempio estremo e meno recente, “Satantango”, o, tra i più recenti, un film come “The Irishman” o, ancora, il controverso “Loro” (del quale possiedo gelosamente l’edizione francese in br). In sala io ci starei all’infinito: e se ciò non avviene è solo perché, secondo me, dopo una giornata di lavoro, di studio (o tutte e due, come nel mio caso) trovare le forze per guardare un film (soprattutto quando la mole risponde a un minutaggio “brutalista”) è veramente difficile: devi essere davvero motivato e credere davvero nel mezzo cinematografico (ma vale anche per la letteratura, per fare un altro esempio che mi riguarda); per non parlare di quanto possa incidere il fatto che si stia vivendo un momento particolare della propria vita, magari poco piacevole, in solitudine, ecc.
Insomma, capisco la diffidenza che ho letto in questo topic, e questo mi ha spinto a descrivere le mie umilissime impressioni riguardo al film: come a dire: “Ragazzi, non fatevi spaventare dalla sua lunghezza, il film merita di essere visto, e la sala ne esalta le sue qualità. Non ve ne pentirete”.

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Non so voi, ma questo “nuovo acquisto” del forum, l’ottimo Niki, quasi mi commuove. Dal suo ultimo post, traspare ancora Grande Amore ed Entusiasmo sincero, per il Cinema. Scusate le maiuscole, ma erano necessarie. Poi parla addirittura di “Satantango”, e lì la sorpresa si mescola alla meraviglia: un giovanotto con gusti non banali, o scontati. Anzi, perfino raffinati. Il tutto, mi rende addirittura ottimista: una “next gen” di cinefili c’è, esiste. Magari non saranno in tanti, eh. Però mi basta. Continua così, Niki. Sarai sempre il benvenuto, qui. E grazie…:cocktail::slightly_smiling_face::partying_face::star_struck:

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Bhe io ne ho 28, credo di essere il più giovane qua dentro

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State facendo a gara, tu e Niki, per farci sentire vecchi e obsoleti? Riuscendoci perfettamente, oltretutto…:relieved::neutral_face::skull_and_crossbones:

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È bello leggere certe cose, ti/vi ringrazio per l’accoglienza e per le belle parole: faccio finta che tu le abbia indirizzate ai giovani in generale, perché penso ce ne siano molti di appassionati, come dimostra la presenza di @HenrySilva

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Macché obsoleti! Se non ci fossero quelli come voi, da chi impareremmo? :hugs:

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Da come scrivi e dalle conoscenze che esibisci, non mi pare che hai bisogno di “maestri”. D’altra parte hai ragione: quando si tratta di cinema, con relativi gusti e disgusti, le preferenze e le inevitabili idiosincrasie, non si smette mai di “imparare”. Nel bene, e soprattutto nel male…:smiling_face::cocktail::ok_hand:

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Lo stupore a trovare dei giovani virgulti tra le nostre fila non è probabilmente legato tanto al fatto che non ci possano più essere appassionati di cinema tra i 20 e i 30, ma alla percezione che abbiamo noi grandicelli che lo strumento forum sia qualcosa legato al passato, non più congeniale a generazioni più giovani.
Questa almeno la mia idea :wink:

scusate l’alimentazione dell’OT

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Siamo nell’era del binge watching, un film di 3 ore e mezza fa paura solo come idea, all’atto pratico siamo abituati a peggio.
Non ho avuto problemi a seguirlo, anzi, fila liscio specie nella prima parte, e la regia riflessiva di Corbet è quasi sempre giustificata da belle immagini o momenti nei quali riflettere sui personaggi: la caratterizzazione è il punto di forza del film, quasi tutti i protagonisti sono sfaccettati senza essere espliciti, cosa rara di questi tempi.
Dove il film si disintegra è nel colpo di scena del pre-finale: a faccenda già conclusa, si decide di strafare come neanche il peggior Von Trier con tanto di fuffa sul fato incerto di un personaggio. Mi sono sentito preso in giro.
Resta una visione piacevole, peccato perché manca tanto così per essere un grande film.

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si ma rispetto a 6 orette di mini-serie che inghiotti in un sol colpo, un film è più condensato e meno aereo, ha tutt’altre grammatiche e richiede tutt’altro mindset, attenzione e concentrazione. io resto dell’avviso che nessun flm è troppo lungo se è bello e nessun film è troppo corto se è brutto, ma appunto deve essere bello. qua stiamo a 210’ e siete giù in due o tre a ribadire che solo la prima metà di questi scorre via libidinosa poi partono i cazzi. prima o poi controverificherò di persona ma 210’ sono una bella miniserie intera o altri due-tre film da 80’ circa…

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Diciamo che il film si perde in generale, non solo nel ritmo che resta comunque tollerabile. Ci fosse stata una conclusione più degna invece della vontrierata che hanno partorito, parleremmo di un piccolo capolavoro.

detto che a me von trier non spiace e ben venga il vontrierismo se davvero ispirato, tre indizi cominciano a fare una prova e affrontare 210’ per poi incazzarmi sul troncone finale (che è o dovrebbe essere la prova del 9) lo presagisco davvero come crono rubato a altre preziose visioni in meno. però questi sono aprirorismi da verificare di persona (magari non subito, che le cinepriorità al momento son altre), hai visto mai che invece a me entusiasmerà soprattutto il finale.

Il finale, ambientato in una Venezia filmata in modo frettoloso, purtroppo, non è granché: quei pochi minuti stonano veramente con tutto il resto del film. Ma non mi sembrava nemmeno giusto far pesare più quei pochi minuti rispetto a tutto il lavoro fatto per il resto. Anche per questo, come ho scritto sopra, non è un capolavoro.

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Sono in parte d’accordo, non è quello però che mi ha lasciato perplesso: lo stupro del protagonista da parte di Van Buren m’è sembrato fuori luogo, sia per l’assurdità sia perché ormai era ben chiaro che quasi tutta la famiglia lo detestava.