The Exorcist - L'Esorcista (W. Friedkin, 1973)

Non mi sorprende, lui è cattolico e ci crede a 'ste cose. Alcuni rumori presenti nel sonoro di The Exorcist li aveva estrapolati dalla registrazione su nastro di un autentico esorcismo che gli aveva inviato all’epoca un sacerdote italiano (ne ignoro l’identità).

Sarà stato lo stesso Amorth, allora.

Comunque pare che sia la prima volta che si incontrano.
Friedkin stamattina ci ha detto che tra l’altro era molto sorpreso del fatto che Amorth amasse il suo film.

Ah, su precisa domanda su cosa pensasse dei sequel de L’Esorcista (e pure di quello di French Connection), Friedkin ha risposto con un lapidario “Sono merda” (in italiano).
Poi ha detto che comunque non li ha nemmeno mai visti.

Prima di liquidarli così, i film di Frankenheimer, Boorman e Blatty potrebbe pure guardarli. E “Dominion” di Schrader lo sorprenderebbe parecchio. .

Vacca che risposta intelligente…

Non è detto, all’epoca Amorth forse non era manco esorcista. Cominciò come assistente di Padre Candido, abbastanza noto negli ambienti. Potrebbe anche essere stato il gesuita Padre Domenico Mondrone, che conosceva personalmente William Peter Blatty ed era un gesuita esperto di questi argomenti (aveva anche scritto un libro intitolato A tu per tu con il maligno).


E’ noto anche questo, in un’intervista Amorth dichiarò che il film gli era piaciuto perché, pur romanzando com’è ovvio, rappresentava una fotografia abbastanza realistica del rito cattolico dell’esorcismo.

Gran film, debbo dire. Al di là dei momenti di spavento abbastanza ovvi, la tensione della storia è molto forte, specie per l’accostamento di questa ragazzina dal volto angelico e decisamente infantile con tutto quello che dice e fa nella seconda parte del film.

Incredibile il grande Max Von Sydow, che nel film sembra un uomo di 65/70 anni quando ne aveva solo 43.

La cosa più inquietante del film, perlomeno nella versione italiana, resta comunque la voce di Laura Betti…

Vero, la voce sulfurea della Betti resta indimenticabile; la preferisco a quella del demone in lingua originale, che pure non scherzava. Quel suono gutturale, da cui non capisci se è maschile o femminile… per anni ho creduto fosse una distorsione sonora, realizzata in studio!

Conoscendo Renato e la sua avversione (sorprendente, visto il forum che frequenta…) per l’horror, azzardo: è la prima volta che lo vedevi? Nel caso, meglio tardi che mai…

Lo avevo visto in vhs vent’anni fa e non mi aveva detto granché. Non mi aveva nemmeno spaventato, nel mio ricordo. Boh, starò invecchiando, immagino.

E’ che nel frattempo hai acquisito maggior…GUSTO per il cinema. Anche per un genere che di primo acchito non ti “appartiene”…

Be’, sì. Al di là dei generi, è davvero un bel film: ottima sceneggiatura, grande cast, splendida colonna sonora… uno dei migliori film dell’orrore di tutti i tempi, sicuramente uno dei miei film preferiti (forse l’horror che ho rivisto più volte).

Non saprei davvero spiegare il motivo, comunque concordo sulla grandezza del film. Tutta la prima parte, con il toccante rapporto tra il prete greco e la madre ad esempio, è notevole. Direi quasi inaspettata in un horror.

Infatti Padre Karras è il personaggio che amo di più, nella storia del cinema horror. Della director’s cut mi piace anche il maggiore spazio concesso a Padre Merrin, che nel romanzo veniva caratterizzato più a fondo. E poi, il Tenente Kindermann… Lee Cobb lo rendeva magistralmente. Infatti Scott nel sequel cinematografico di Blatty non funzionava allo stesso modo, rispetto al romanzo… avrei voluto Cobb anche ne L’Esorcista III, ma oramai l’attore era passato a miglior vita. Sì, i dialoghi sono fra le cose migliori del film; inclusi quelli fra Karras e il demone.

Comunque considerare questo film come un semplice horror è molto limitante, secondo me.

La Warner doveva “venderlo” così, e il film è appunto divenuto un classico del genere. Anche se continuo a pensare che la parte introduttiva è troppo lunga: a quella “esorcistica” si poteva arrivare prima. In sala montaggio avrebbero dovuto lavorare in tale direzione.

Per me dire che L’Esorcista è un mero horror è come dire che il romanzo Moby Dick è una semplice storia d’avventura.
Sono affermazioni vere in un certo senso ma anche un po’ superficiali perché c’è molto di più a livello di sottotesti più o meno espliciti.

Per me L’esorcista (film e romanzo) è un’opera complessa e completa, che tratta temi enormi usando l’horror come mezzo ma non come fine ultimo.

Un po’ come il Dragula del sor maestro :smiley:

No dai, son d’accordo che non sia un horrorazzo puro e semplice, ma quello che dici si potrebbe dire anche di Shining o La cosa di Carpenter o certi film di Cronenberg… dove c’è della polpa sotto, insomma.

Secondo me, no. Più banalmente, ci siamo assuefatti all’idea dei film horror come prodotti di bassa qualità, o comunque amatoriali. Anche in Zombi tanti vedono “più” di quanto il genere sia solito offrire: lettura in chiave anticapitalista, antimilitarista, quel che ti pare… di fatto, resta un grande film dell’orrore. Idem dicasi per altri grandi titoli come Rosemary’s Baby, Shining, Un Lupo mannaro americano a Londra ecc. La cosa buffa è che negli anni 70 il film di Friedkin fu stroncato perché bollato come propaganda cattolica; oggi, giustamente, la critica ne rivaluta lo spirito umanistico, religioso ma allo stesso tempo profondamente laico (Padre Karras sconfigge il Male non con la preghiera ma sacrificando se stesso). E’ una fotografia di quello che è stato il cattolicesimo negli anni 70, con i suoi dubbi e la sua disperata ricerca di risposte (in Padre Merrin non è difficile riconoscere un celebre teologo, Padre Teilhard De Chardin; quantomeno nel romanzo , nel film certi dettagli sono stati omessi); il cinema dell’orrore è sempre una finestra sulle paure e le angosce di un’epoca, se poi viene affidato alle mani di un regista veramente capace il risultato supera i confini imposti dal genere.


Io lo trovo grandioso proprio per l’introduzione: ci fa conoscere a fondo i personaggi, rende il tutto più verosimile. L’horror attuale raramente riesce a trasmettere tale senso di quotidianità, è tutto troppo “finto”. La parte dell’esorcismo acquista drammaticità proprio perché percepiamo i personaggi e le situazioni che ci hanno condotto fin lì autentici, vicini a noi.


Detto in soldoni, Friedkin è un genio. Un film di genere, in mano sua, non poteva non diventare qualcosa che va “oltre”: anche The French Connection è allo stesso tempo un poliziesco e qualcosa che va al di là del mero cinema popolare. Come i film di Hitchcock, che sono thriller e grandi pagine artistiche in un’unica soluzione.

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Alla fine ho fatto scattare l’acquisto del combo dvd+bluetto:

Rivedendo il film mi sono accorto della notevole quantità di diocristo e cristodio presenti nel doppiaggio italiano, piuttosto inusuale come cosa.

E visto che ancora non è stata citata la frase Tua madre succhia cazzi all’inferno, Karras! ecco mi permetto di farlo io.

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