“And if there’s no God, then that’s really, really alone”
Ispirato dall’accenno che, di passata, ne ha fatto @Tuchulcha nella discussione dedicata a The Exorcist, mi sono rivisto The Ninth Configuration nel tutt’altro che perfetto DVD della Alan Young Pictures. Confesso che come film non mi è mai piaciuto molto pur riconoscendolo, a tutti gli effetti, ricco di contenuti.
Andare lassù, nello spazio (morire) e scoprire che non c’è nulla; perdersi per sempre nella solitudine del vuoto più assoluto. Questa dovrebbe essere la metafora dell’atroce dubbio che scuote profondamente l’astronauta capitano Billy Cutshaw (Scott Wilson; notare l’omonimia con lo scrittore William “Billy” Blatty) causandone la drammatica condizione psichiatrica che lo ha portato ad essere internato in un istituto per militari squilibrati, sospetti disertori.
Per Blatty l’Inferno è questo stesso pianeta, dove pazzi sono considerati quelli che rifiutano la guerra e la violenza in genere mentre i “sani di mente” sarebbero quelli addestrati per uccidere. Unica speranza: la consapevolezza di una possibilità di fuga, di liberazione, da questo mondo di sofferenza. Ma è davvero così? Che garanzie esistono? La testimonianza finale del colonnello Vincent Kane sarà risolutiva.