The Shrouds (David Cronenberg, 2024)

proiettato in anteprima italiana al BAFF, da domani in sala

Come si può leggere sul primo portale italiano del settore funebre e cimiteriale, lo spunto è la lunga malattia ed infine scomparsa della moglie dell’autore canadese nel 2017.
Evento che ha influito pesantemente sulla carriera del cineasta (lo stop forzato dopo Maps to the Stars dovuto appunto all’aggravarsi del cancro) dando vita ad un personale multiverso composto dai corti The Nest e Death of David Cronenberg, il romanzo Divorati e ora questo The Shrouds.

E’ un lutto clinico e distaccato, l’introspezione è anatomica. Ma non vuol dire che sia un film emotivamente arido.
Il tono è beffardo, con tanto di profetico cameo del regista nella fossa e un buon numero di “dad jokes”.
Kruger si rivolge a Karsh (Cassel - alter ego di Cronenberg) e chiosa You made a career out of bodies

you have her body - Karsh desidera il “corpo” del doppelganger Terry (sorella gemella di Becca, la sua compagna)

pensavo non avessero bisogno di asportare la tua mammella sinistra, è la mia preferita - sogna le menomazioni chirurgiche della moglie

Il cordoglio per ghiandole mammarie espiantate non sarà convenzionalmente drammatico, qualche spettatrice si è pure offesa “a morte”. Io mi sono commosso, invece.

Bella e brava Diane Kruger tutta nuda e martoriata, protagonista di due grandi scene di accoppiamento. L’organo intromittente del “demone sotto la pelle” funziona ancora senza ausilio di Sildenafil.

Al superlativo Guy Pearce sono affidate battute del calibro di “Karsh, don’t crash!”
intervistato dichiara “abbiamo parlato di calcoli renali durante le riprese” - posto il link in caso qualche collezionista sia interessato.

Il finale a mo’ di coito interrotto nega il climax, Cronenberg spiega “ho messo insieme i primi due episodi della serie”.
Dopo l’episodio due Netflix ha cancellato il progetto che nelle intenzioni proseguiva con l’export della catena di petting cemetery, con sguardi sulle consuetudini funerarie di ciascun paese, come ad esempio una sequenza di sepoltura celeste descritta dal regista al New York Film Festival.

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