Con questo mi hai steso ed hai vinto tutto. Opera pesante ma intensissima.
Lo avro già detto, ma se nei cinema non ci vanno più i cinefili chi ci deve andare ![]()
e, per esempio, Limonov (che ovviamento ti/vi stra-consiglio) é un film che visto al cinema é ancora più potente dato che il grande schermo esalta le capacità fotografiche del regista e l’ottima recitazione degli attori!
@schramm e, in particolare, The Sweet East, secondo me, potresti amarlo (o odiarlo) parecchio!
Troppo contento di questa presenza nella classifica, Arduino é sempre il migliore!
Questo non lo conoscevo e m’ispira un sacco, cerchero di recuperarlo ![]()
Che gran delirio, in più l’ho visto durante una nottata filmica: quindi ero già un po’ stanco, mezzo addormentato e reduce da altre visioni, ma ne conservo un bel ricordo e avercene di film cosi inventivi!
i motivi per cui anche il cinefilo più infervorato si è visto costretto al progressivo e definitivo abbandono del rito in sala sono stati disquisiti in topic apposito del cui nome non ho più memoria. de toda manera, la tua top ten me la sono appuntata tutta. ti farò sapere tra qualche mese.
frattanto buon piaffe, che è davvero una sorprendente meraviglia. ti consiglio spassionatamente di non autospoilerartelo cercandone troppe info narrative in rete.
finora unico visto delle tue ultime due classifiche assieme a sparta.. spunto il verbo che hai messo tra parantesi, con un parecchio grosso così. anche sparta devo sbottare un altisonante umpf!. ma è proprio tutto seidl che mi respinge da sempre. ho da tempo limonov e captain miller in casseruola, ma sono lunghi una cifra e non trovo mai la giusta predisposizione per visioni monstre. tu sei riuscito a recuperare qualcosa?
The Sweet East é chiaramente un film che divide
e mi ha molto divertito la tua critica sul Davinotti, lo massacri davvero!
Sparta era il primo film di Seidl che vedevo e mi aveva veramente marcato, ma capisco che visto le tematiche e il modo di affrontarle possa essere un’opera respingente!
Captain Miller dura parecchio, ma ha la struttura di blockbuster, quindi scorre molto facilmente e in più visto, senza avere la radicalità di Kill, qualche bel pugno allo stomaco lo assesta ![]()
Per i film di Serebrennikov, ti consiglio di cominciare da Petrov’s Flu, che, per me, é un capolavoro, ma anche questo é un film che polarizza e il rischio che ti irriti non é nullo ! Ma é veramente un’odissea notturna incredibile e con un finale pazzesco.
Spero che almeno uno che ti piaccia, lo trovi
se no vivro di rendita per averti fatto scoprire Sacco!
Se no, io sono in una fase un po’ ossessiva con i pinku eiga (e secondo me, qualcosa che potrebbe interessarti si trova anche in questi lidi, in quanto a follia e estremo non lesinano certo) quindi, tranne qualche visione al cinema, ho visto poco altro, ma conto ben recuperare parecchi dei film di cui abbiamo discusso a partire probabilmente dal curioso Saint Bernard.
sweet east incorpora tutto quel che più disprezzo del cinema indie che si accontenta della retoricità metoforica a buon mercato perdendo per strada ogni sforzo per emozionare. stessa identica cosa sparta, con la differenza che seidl viaggia in prima classe nei superfestival e non fa indie, il che secondo me è pure peggio. le tematiche erano anche intriganti ma la modale strettoia rappresentativa in cui vengono incanalate mi ha veramente dato al cazzo. a questo punto tutta la vita il sospetto.
dalla locandina captain miller mi dava l’idea di una sorta di indiana jones riprocessato bollywoodianamente e probabilmente è stato anche quello a raffreddarmi e farmi rinviare la visione - in ogni caso per opere di 150’, soffrendo di insonnia, devo davvero prepararmi spiritualmente e fisiologicamente! ma se mi dici che siamo grossomodo dalle parti di kill, gli posso far saltare la coda.
petrov’s flu prima volta che lo sento, ma i cine-viaggi al termine della notte mi hanno sempre fatto sugo, quindi prendo appunti. mi è parso di capire che il regista è altamente divisivo.
i pinku non mi spiacciono, per quanto non figurino nella top hits delle mie mad obsessions. ma non c’è dubbio che spesso siano figurativamente spiazzanti (mi fanno sempre cappottare le originalissime scappatoie prospettiche o figurali a cui si ricorre registicamente per occultare le pudenda!)..
sposto qui la classifica immessa in retro che ci stava facendo abbracciare il rischio OT
e ti dico che di tutta la batteria mi gasano parecchio solo marco e rocky handsome (che è poi il remake del sudcoreano the man from nowhere). gli altri mi sembrano robetta all’acqua di rose con gran sperpero di sangue in CG. cosa curiosa è che la lode finale a shoot em up! mi ha fatto venire una voglia mattissima di rivederlo molto più di tutti i 10 film sommati!! certo però che l’inglese balengo e incomprensibile degli indiani fa davvero passare le voglie di seguire il video.
Grazie per aver spostato il post, non sono molto pratico in queste cose ![]()
Io concederei un’opportunità anche a Kala - ne ho letto ottime critiche - e soprattutto a Rocky, l’altro, quello brutto
, ma diretto dallo stesso regista del mio adorato Captain Miller!
Di Shoot’Em Up ho visto solo qualche scena, ma sarebbe meglio se lo vedessi dall’inizio alla fine; in più, dal poco che mi ricordo, non era affato male.
Purtroppo i video indiani sono poco comprensibili, ma sono anche i soli per avere delle classifiche o delle recensioni su questi film; peccato che in Europa li si snobba parecchio, preferendo il cinema d’azione americano, che, salvo Mission Impossible & Co, é decisamente inferiore.
ma per capirci anche marco, rocky handsome e il tuo adorato capitan miller son mappazzoni di 3 ore e fischia con lunghe melense parentesi bollymusic? perché se no rinuncio, non ce la posso fare. la mia idea di action indiano resta qualcosa di secco dritto diretto e indiavolato da capo a piedi come kill
shoot em up lo ricordo una figata fotonica con un creativo e spassoso uso di una survoltata violenza very warner cartoon, ma a parte una scena con carote assassine non ricordo più un fotogramma che sia uno e rivederlo a fine elenco equiparato a quelli in classifica mi ha fatto decidere per il rewatch, sempre che ritrovo lo scatolone che lo contiene (lo trovai a una fiera a 2 euro!)
Non li ho visti, quandi non saprei.
Ma l’idea di un cinema indiano “pieno zeppo” di scene stile musical è totalmente falsa!
Nell’action indiano contemporaneo ci sono in genere una o due (al massimo tre) brevi sequenze musicali, spesso sorprendentemente inventive: non dei balletti folkloristici, ma dei veri e propri brani rock, rap o dance, con testi divertenti e legati alla situazione narrativa. Queste pause servono a stemperare l’azione non-stop e a bilanciare i momenti emotivamente più intensi.
Certo, la durata resta impegnativa: dai 135 ai 180 minuti, quasi sempre con un intervallo inserito in maniera creativa dentro la storia stessa.
Kill fa un po’ eccezione, ma credimi: c’è tantissimo materiale interessante che ripaga ampiamente il tempo speso, perché la qualità media è davvero alta. Mi è capitato raramente di vedere film indiani che non meritassero la visione.
Anzi, molti titoli superano in pura follia il citato Shoot ‘Em Up e, a livello tecnico, sono spesso realizzati anche meglio.
Captain Miller, invece, è un film più epico. Non ricordo vere e proprie scene musicali, se non forse una danza rituale prima di una battaglia. Ma qui siamo in un territorio diverso: il regista ha uno stile molto personale, da vero autore, e costruisce un’opera che segue logiche tutte sue!