Touching the void - La morte sospesa (Kevin MacDonald, 2003)

Cineo-documentario del 2003 di Kevin MacDonald ispirato all’ omonimo libro del direttamente coinvolto Joe Simpson.

Siamo nel 1985 Simon Yates e Joe Simpson, due compagni di scalata inglesi più che ventenni decidono di intraprendere la scalata del Siula Grande nei suoi 6000m, passando per la parete ovest, allora immacolata. Tutto semplice fino alla vetta, ma come detto e ridetto tra alpinisti, l’ 80% degli incidenti si verifica nella discesa, Joe cadendo da una parete di Ghiaccio si scompone gravemente il ginocchio e come preannunciato a inizio film non era concesso il minimo errore, data la mancanza di strutture ne tantomeno di soccorsi nelle vicinanze, Simon decide di calare il compagno con le ultime due corde rimaste da 45mt. unendole assieme. Giunti a uno strapiombo il ferito rimane basculante, Simon sfinito decide (egoisticamente?) di tagliare la corda lasciando cascare nel vuoto il suo compagno, col quale data la distanza e le intemperie non aveva più contatto.
Joe sopravvive alla caduta e inizia il suo calvario solitario verso il campo base, dato per morto dal suo presunto amico.

L’ ultima parte dell’ agonia di Joe è davvero forte da un punto di vista emotivo, shockante la scena di Boney M.

Il film è raccontato in prima persona dai reali protagonisti della vicenda in tutta la sua durata, alternato alle immagini una fedele ricostruzione dell’ accaduto.

Nel dietro le quinte “Return to Siula Grande” presente nell’ HD-DVD da me visionato si ha modo di vedere che i suddetti presenziarono realmente alla realizzazione del film, spesso e MALvolentieri controfigurando gli attori protagonisti, soprattutto il povero Simpson sottoposto a vere e proprie torture, ripercorrendo passo passo la sua agonia, al contrario Yates che a mio avviso non è 100, freddo e distaccato dal tutto, dichiaratamente interessato all’ aspetto monetario della cosa, cosa poi definita da Simpson come un meccanismo di difesa, già all’ epoca fu criticato fortemente per il taglio della corda, il tutto giustificato da Yates quando dice che il libro “Touching the void” è una dedica al suo amico e salvatore Simon Yates.

Tra gli extra, oltre al trailer è presente anche un documentario intitolato “What happened next” una ricostruzione fotografica dell’ accaduto avvenuto cronologicamente dopo la fine del film.

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Visto un paio di volte in tv ma -ahimé- l’ho beccato sempre quando era iniziato da un po’. Mi riprometto di recuperlo integro, e già che ci sto mi attivo per capire dove trovare il libro…
La parte finale che ho visto due volte comunque è spettacolare.

Alla fine l’ho recuperato intero, visto un paio di volte e poi sono andato anche a leggermi il libro dal quale è stato tratto.
Emozionante, uno dei migliori documentari mai visti… certo questo Joe aveva sotto due palle pazzesche, non so come abbia fatto a fare quello che ha fatto.

Nel libro si chiarisce anche che una volta “salvato” dai sue due amici, il calvario di Joe era ancora tutt’altro che terminato: tra un durissimo viaggio a dorso di mulo e l’ospedale che non volle operarlo in attesa di sapere se la sua assicurazione medica avrebbe poi coperto le spese o meno.

Film superbellissimo.
Anch’io ho l’HD-DVD e per me questo è davvero un gran documentario che fa realmente provare freddo.
Sono un grandissimo ammiratore di Kevin MacDonald che trovo realmente insuperabile quando si cimenta in questo tipo di documentari. Per me è bravissimo (e pure certi suoi film di fiction non sono affatto male).
Visto che ci sono vi consiglio questo suo altro film che ho adorato.

Il libro è ancora disponibile o è fuori catalogo? Altrimenti lo prendo import, adesso mi è venuta voglia di leggerlo…

Non lo so davvero, io lo presi in biblioteca senza problemi

Ho controllato, la prima edizione (edita da CDA & VIVALDA) è fuori catalogo ma è stato ristampato proprio pochi mesi fa da Corbaccio.

Rivisto ieri notte dal prezioso HD-DVD assieme a tutti gli extra.

Anche per me è uno dei migliori documentari mai visti (e ne ho visti davvero tanti…) ma potrei anche sbilanciarmi dicendo che è uno dei migliori documentari mai fatti.
Qui MacDonald è un vero fuoriclasse, tutto è fatto così bene che quasi sembra impossibile che venga raccontata una storia vera.

Negli extra è veramente interessante vedere come Joe Simpson sia realmente a disagio una volta tornato in Peru e come diventi sempre più irritabile e insofferente verso questo suo ritorno a Siula Grande. E allo stesso modo è interessante vedere come Simon Yates appaia come una figura un po’ enigmatica, con un disagio che non vuole esprimere, sicuramente figlio di tutta la merda che gli è stata tirata addosso quando è stato duramente criticato per aver fatto quello che ha fatto ed essere ricordato come “quello che ha tagliato la corda”. Bello anche vedere come i due non fingano minimamente di essere amici, nel senso che viene detto senza problemi che a parte l’esperienza peruviana non hanno condiviso poi molto altro nella vita. Quello che è accaduto in Peru li ha inevitabilmente uniti in molti modi diversi ma non in quello della creazione di una solida amicizia. Simpson comunque non ha mai criticato Yates per quello che ha fatto (“Anch’io avrei fatto la stessa cosa” è una delle prime frasi che ha detto al compagno di scalate quando l’hanno ritrovato) e gli ha addirittura dedicato il libro.

Libro che peraltro ho comprato nella riedizione italiana e che ho ovviamente divorato. Alla fine non aggiunge poi tanto rispetto al documentario, nel libro, come appunto diceva Renato, si parla anche di quello che accadde dopo il ritrovamento e anche se nel libro non se ne parla c’è una featurette con alcune outtakes dell’intervista dove viene raccontato il difficile tragitto verso l’ospedale e la complicata degenza.

Comunque, e non lo dico spesso, documentario capolavoro, recuperatelo e guardate pure gli extra.