Vi incollo un brandello di una mia vecchia intervista allo sceneggiatore Gianni Romoli.
A dire il vero tagliai una domanda/risposta relativa ad un abnorme buco di sceneggiatura perché non ci stava bene, diciamo così…
Ocio che si spoilera il finale di Trauma.
Caddeo: Parliamo di un altro horror al quale ha collaborato: Trauma. So che la stesura della sceneggiatura è stata quantomeno travagliata, è vero?
Romoli: Assolutamente sì! Io avevo già scritto “La Setta” con Dario e allora lui mi disse che per la scrittura del suo prossimo film voleva me e Franco Ferrini. In un primo tempo il film doveva chiamarsi “L’enigma di Aura” e doveva essere il ritorno di Dario al genere giallo con una rivisitazione, con trama completamente diversa, del tema di “Profondo Rosso” e de “L’Uccello dalle Piume di Cristallo”. Era l’epoca in cui gli americani chiedevano spesso a Dario di rifare “L’Uccello dalle Piume di Cristallo” (cosa che peraltro gli chiedono tuttora…). Infatti il meccanismo della madre con in mano le due teste ed Aura che cerca di ricordare di aver visto qualcosa che non va è praticamente lo stesso discorso di quel film e di “Profondo Rosso”. In quei due film l’autore è onesto, non bara con lo spettatore, gli mostra esattamente quello che succede ma lo fa in modo che lo spettatore non riesca ad accorgersene.
Per il film siamo partiti un po’ dall’anoressia, dal personaggio della ragazzina. Io feci delle ricerche sull’anoressia e scoprii che, detto in maniera molto semplice, la maggior parte dei problemi delle anoressiche è legato al loro rapporto con la madre. Tutto è partito da qui, dall’idea che in qualche modo la madre fosse responsabile dell’enigma di Aura.
Mi ricordo che scrivemmo il film in 3 o 4 mesi e non scrivemmo un vero e proprio soggetto ma addirittura un trattamento di oltre 100 pagine, un lavoro molto dettagliato, quasi con i dialoghi. Inoltre Dario si era messo in testa di volerlo girare a Boston e ci fece fare delle ricerche sulla città! Ci facemmo mandare tutte le piantine di Boston e nel trattamento scritto da noi c’erano addirittura gli indirizzi delle varie locations! (ride ndr)
Caddeo: Ma il film non è stato girato a Pittsburgh?
Romoli: Si, infatti tutto quel lavoro alla fine non servì a niente!
Finito il trattamento Dario partì per l’America e per diversi mesi non ne sapemmo più niente. Noi confidavamo nel fatto che lui tornasse presto e che in fondo la sceneggiatura sarebbe stata scritta molto velocemente sulla base di un trattamento così esaustivo. Un giorno però mi telefonò Ferrini dicendomi che la sceneggiatura l’avrebbe scritta Dario assieme a T.E.D. Klein, uno scrittore americano. Riconosco però che la cosa non fu una sorpresa perché “Trauma” doveva essere il primo vero film americano di Dario (senza contare l’episodio “Il Gatto Nero” per “Due Occhi Diabolici”) e si sa che gli americani richiedono spesso l’intervento di un loro autore. Noi comunque ci rimanemmo un po’ male perché questa storia l’avevamo saputa da altri, non fu Dario a dircela…
Caddeo: Ci sono molte differenze fra il vostro trattamento originale e quello che poi è il film?
Romoli: Sì, ce ne sono davvero molte. C’è da dire una cosa: lavorando con gli americani e con Cecchi Gori che distribuiva il film, a Dario venne la voglia di fare il suo primo film non vietato e tagliò dal film tutti gli elementi gore.
Caddeo: E ce n’erano molti?
Romoli: Molti? Moltissimi direi!
E ti dirò di più, nella versione originale la madre di Aura viene uccisa dalla madre del bambino che lei aveva ucciso ed era tutto molto più forte con una madre che uccideva un’altra madre e chiudeva così il cerchio delle madri… Poi c’era l’omicidio del bambino che nel film non c’è… Si vede il bambino che scappa ma poi non viene ucciso mentre invece, secondo quanto avevamo scritto noi, la madre di Aura uccide il bambino e la sua morte passa addirittura per un suicidio. Oltretutto tutte le singole morti erano molto più grafiche anche se credo che parte di questa graficità fu girata perché io ho visto alcune foto, come quelle della morte di Brad Dourif ucciso dall’ascensore, che mi fanno pensare che in origine la scena fosse molto più pesante di quella vista nel film. Dario però voleva fare un classico, con più polizia e cose del genere ma il suo atteggiamento non era quello di uno che accetta le censure, voleva semplicemente fare il suo primo thriller non vietato. Comunque, secondo me, il film ha perso un po’ della carica che aveva.
Caddeo: Ma Lei, onestamente, crede che la vostra versione sarebbe stata in qualche modo più riuscita rispetto a quella finale?
Romoli: (ride ndr) Mah, certo, ognuno crede che il proprio lavoro sarebbe stato migliore… No, scherzo, non credo questo. Devo essere sincero: il film, a parte la mancanza di gore e il finale diverso, è fedele a quello che era stato il nostro trattamento ed è per quello che noi ci siamo rimasti un po’ male per essere stati esclusi dalla sceneggiatura. Quello che un po’ mi è dispiaciuto è che avevamo costruito molto bene tutti i rapporti psicologici, volevamo fare un film di Dario Argento senza nessuna incongruenza (dato che Dario è famoso perché nei suoi film spesso molte cose non tornano) mentre invece poi, probabilmente, il risultato finale non soddisfa in pieno questo nostro desiderio. “Trauma” è un film che chiude un’epoca di Dario, è l’ultimo di un certo tipo, ma lui è comunque un grande sperimentatore, un autore profondamente astratto, che gioca molto sulle forme e spesso il famoso problema che a volte le sue trame hanno qualche incongruenza non è poi così importante. In fondo anche un film come “La Sindrome di Stendhal” (al quale non ho comunque partecipato) che non è considerato propriamente un film riuscito, è un film che in realtà sperimenta tantissimo soprattutto nell’uso del racconto (è un film diviso in 3 parti completamente diverse a seconda di com’è Asia Argento). Poi però uno lo vede e si chiede perché hanno messo in testa quella parrucca orribile ad Asia, non potevano dargliene una migliore? (ride ndr)