Riporto in toto un intervento di Roger Fratter sul forum di Nocturno:
Ne parlammo in un’ampia scheda sul Nocturno Dossier dedicato al western all’italiana.
Illuminato come un horror di Bava, questo incredibile western del mitico Emimmo Salvi era fino ad oggi visibile solo grazie ad una registrazione da una piccola emittente privata. Stasera su Sky Cinema Classics alle ore 22.55.
Con Gordon Mitchell, Mickey Hargitay e Milla Sannoner.
Musiche bellissime di Sciascia.
La cosa mi scompiffera alquanto.Ti ha anticipato qualcosa sull’argomento?Già il primo come impostazione era ottimo,l’idea di analizzare i titoli meno conosciuti del filone non poteva che riscuotere approvazione.
Non so se ha gia’ deciso l’argomento/impostazione. Per ora mi ha detto solo che gli hanno commissionato un altro dossier da realizzare entro la fine dell’anno. Mi informerò.
Visto ieri.
La storia in sé non è malvagia, ma la realizzazione è alquanto approssimativa, probabilmente penalizzata anche da un budget evidentemente risicato.
A volte, quando Ringo spara, non esce il fumo dalla pistola, altre volte si!
Gli scoppi della dinamite fanno ridere cosi come la parte ambientata nelle miniere, illuminate da un innaturale rosso fuoco.
E la recitazione dei vari personaggi, primari e comprimari, non aiuta di certo il film a sollevarsi dalla mediocrità.
Ecco il testo del commento contenuto nel libretto della Fabbri: «…Emimmo Salvi non ha mai nascosto di aver ampiamente attinto alla tragedia greca e, in particolare, alla drammatica vicenda di Edipo per la sceneggiatura di 3 colpi di Winchester per Ringo. In realtà la sua operazione non è una semplice trascrizione in chiave western dell’opera di Sofocle, ma una sorta di omaggio con mutazioni sostanziali della narrazione nella quale però vengono disseminati indizi, citazioni e richiami percepibili ed evidenti. Se si volessero trovare padri nobili di questa operazione si potrebbero citare due personaggi come Corneille e Voltaire, anche loro artefici, a loro modo, di riletture del mito di Edipo, ma forse non è necessario. Emimmo Salvi non ha velleità culturali. In 3 colpi di Winchester per Ringo applica ai codici del western all’italiana costruzioni narrative tipiche dei “peplum”, i film italiani d’ambientazione storico-mitologica di cui proprio lui è uno degli sceneggiatori più apprezzati. Sue sono, per esempio, la riscrittura della vicenda biblica di David e Golia per il film omonimo di Ferdinando Baldi del 1959 o la manipolazione operata insieme a Sergio Leone di alcune vicende storiche narrate dal “Milione” di Marco Polo per la sceneggiatura del film Le sette sfide del 1961 considerata una delle pellicole che in qualche modo hanno anticipato i codici del western all’italiana. Edipo è quindi lo spunto, non il modello. Nel film la madre del protagonista non ha lo spessore tragico di Giocasta, non vive la commistione dei ruoli tra madre e amante della sfortunata protagonista della tragedia di Sofocle, ma come lei diventa insieme la causa e la vittima dei guai del figlio. Come lei lo ritrova dopo una lunga separazione e ne condiziona le scelte. Anche la cecità di Ringo (altra citazione) è una conseguenza della decisione del pistolero di riunire il suo destino a quelli di sua madre e del paese natale che un tempo aveva lasciato. Salvi gioca anche con la successione degli aventi facendo in modo che Ringo recuperi la vista proprio nella notte in cui gli sgherri del suo ex amico e compagno d’avventure Frank uccidono la madre. Morta lei inizia la vendetta contro chi sta minacciando la vita e il futuro della donna che ama e di suo figlio, che lo porta a mettere una pietra tombale sul suo passato quando è costretto ad affrontare proprio l’uomo con il quale aveva diviso gli anni della ribellione giovanile… …le sequenze che precedono il duello finale tra Ringo e Frank in cui i due protagonisti si avvicinano l’uno all’altro camminando a fatica tra i cadaveri stesi nella polvere della strada sono in linea con il taglio narrativo della tragedia greca, così come la chiusa finale con la morte del perfido Frank. Nonostante l’ex amico divenuto feroce rivale si faccia beffe per l’ennesima volta di lui tentando di ucciderlo, non è Ringo il suo giustiziere. Il traditore muore per mano di Sanders, suo complice e corruttore. Nel film di Salvi, come accade nelle tragedie greche, alla fine la mano del giusto non si macchia del delitto più tremendo, cioè quello dell’uccisione di qualcuno con il quale si è diviso il pane. Un amico non uccide amico, neppure se è diventato uno strumento di malvagità assoluta…»