Twilight Zone: The Movie - Ai confini della realtà (Landis, Spielberg, Dante...1983)

Regìa di John Landis, Steven Spielberg, Joe Dante e George Miller
Con Vic Morrow, Scatman Crothers, Kathleen Quinlan, John Lithgow, Abbe Lane, Nancy Cartwright, Dan Aykroyd, Albert Brooks

Link ImDb

Il film tratto dalla celebre serie televisiva, diviso in quattro episodi con un gustoso prologo.

Il primo episodio è tristemente noto per la morte (vera) di Vic Morrow, di cui s’era già parlato nella discussione sugli attori morti sul set. Di per sè, mi è parsa un’idea curiosa ma sviluppata così così, con i suoi continui salti spazio-temporali un po’ forzati, forse anche a causa dei cambiamenti dovuti alle scene che furono eliminate per ovvi ed evidenti motivi.

L’episodio di Spielberg è il più breve ed anche quello più insignificante, sebbene rivedere in azione il grande Scatman Crothers (il nero di Shining) sia sempre un piacere.

Il terzo episodio è per me il migliore, lo firma Joe Dante e parla di un bambino che ha il terribile potere di vedere realizzato qualunque suo desiderio… la cosa venne poi parodiata in una puntata de I Simpson di quelle speciali per Halloween. Ben fatto e davvero d’atmosfera, con questa specie di casa fantastica che rimane impressa.

L’ultimo episodio - quello di Miller - vede l’ottimo John Lithgow quasi impazzire di paura su un aereo durante un forte temporale… non vi dico altro ma la storia è notissima.

Solo il primo episodio venne scritto appositamente per il grande schermo, gli altri tre ripresero vecchie storie già viste in qualche episodio tv per svilupparle. Complessivamente mediocre, a mio avviso.

L’ultimo episodio - quello di Miller - vede l’ottimo John Lithgow quasi impazzire di paura su un aereo durante un forte temporale… non vi dico altro ma la storia è notissima.
Per la cronaca, anche di questo esiste il remake in chiave Simpson, ambientato sul pulmino della scuola.

Comunque nel complesso io conservo del film un ricordo piacevole, anche se in fondo si tratta solo di un piccolo divertissement, mentre a giudicare dai nomi coinvolti uno magari si aspetterebbe un progetto più ambizioso.

c’era anche un bellissimo mini episodio introduttivo di John Landis

Rivisto ieri sera su grande schermo - in lingua originale - grazie alla rassegna (gratuita) in corso al’arena della Casa del cinema. Non lo vedevo da secoli e sinceramente non ricordo neppure se ai tempi lo avessi visto interamente dato che il gustoso prologo landisiano con Aykroyd e Albert Brooks non lo rammentavo affatto.

Alla fine della fiera la pellicola non può dirsi certo completamente riuscita e si configura più come una sorta di semplice omaggio fatto dai registi coinvolti al telefilm capostipite, nonché al suo creatore (Rod Serling) e ad uno dei maggiori contributori (il recentemente scomparso Richard Matheson), piuttosto che come un film che reinterpretasse lo spirito del brand originario con un tocco più moderno. Per questo motivo, imho, molti episodi della vecchia serie, nonostante per l’occasione i registi coinvolti siano tutti dei “pesi masssimi”, danno diversi punti a tutti i 4 episodi qui inclusi.

Dovendo fare una graduatoria le cose migliori sono sicuramente il divertente prologo di Landis e l’episodio di Miller, con un Lithgow stratosferico (come quasi sempre del resto) che da solo riesce ad elevare il tono di un episodio apparentemente banale. Un gradino più sotto due episodi sulla carta ottimi ma che non convincono pienamente a livello di realizzazione finale, ossia quello di Joe Dante e quello di Landis con Vic Morrow, che purtroppo è sicuramente stato, come diceva anche Renato nel post d’apertura, penalizzato dalla tragedia avvenuta sul set. Il più scarso di tutti per me è sicuramente l’episodio di Spielberg, che sembra davvero girato con impegno minimo nonostante alla fine risulti pienamente spielberghiano.

A mio gusto non si tratta affatto di un film “mediocre” bensì estremamente gradevole e divertente, semmai col difetto di finire troppo presto (ne avrei voluti altri 10 di episodi). Tra i miei preferiti del cinema fantastico anni '80. Credo che il progetto si configuri a tutti gli effetti come un rispettoso omaggio alla serie tv dei primi '60 e che quindi anche se i vari Spielberg, Landis, etc., erano nomi di peso, l’intento non sia stato quello di realizzare un loro film che stravolgesse l’impianto di base per mostrare i rispettivi talenti ed istrionismi, quanto semmai quello di porgere un doveroso tributo ad uno show televisivo che certamente soggiace al cinema di tutti e quattro, e che in qualche modo li ha ispirati e instradati in carriera. Non a caso tre storie su quattro sono rifacimenti derivanti dalla serie tv.

Tutti gli episodi sono di livello, prologo (divertentissimo) compreso; personalmente mi è sembrato meno esplosivo quello con Lithgow (benché lui sia al top), meno inventivo, mentre quello di Spielberg non lo reputo affatto deboluccio ma anzi molto poetico (in qualche maniera prefigura l’arrivo di Cocoon due anni dopo). Magnetica la voce off di Massimo Foschi (Burgess Meredith nella versione originale).

L’incidente sul set pare abbia modificato la resa finale del film. Come riportato su varie riviste dell’epoca, in origine ogni episodio doveva finire incrociandosi coi personaggi dell’episodio successivo.
Spielberg aveva scelto di rifare l’episodio dark “The Monsters Are Due on Maple Street”, ma dopo optò per “Kick the can”.
Personalmente, il film mi piace molto. L’episodio di Joe Dante sfoggia delle creature fantastiche di Rob Bottin. Nel suo episodio, Landis ci spiega la fine che fa l’antipatico Niedermayer di Animal House.

Durante il lockdown, ho fatto un fanedit di Twilight zone: the movie, usando gli episodi originali della serie classica al posto dei rifacimenti.
Per quello di Landis, che non è un vero e proprio remake, ho usato l’episodio A Quality of Mercy, che ha molti punti di contatto con la storia in questione. Addirittura, secondo il trivia di IMDB: This episode was one of four episodes to be remade for Twilight Zone: The Movie (1983), though only loosely remade in this instance. The relevant segment was directed by John Landis.